Dinosauri
Arriva il Secret Lab
Affascinante, atipico, rivoluzionario, noioso e immaginifico, Dinosauri è uno dei film più controversi mai prodotti dalla Disney, e la più grande anomalia dell'intero canone disneyano. L'idea iniziale risale al 1988, quando i vertici Disney si videro proporre un progetto per un lungometraggio in stop motion, dai toni drammatici e dal finale tragico. Il progetto venne lasciato a decantare per oltre un decennio, prima di rivedere la luce, profondamente modificato, tanto nella sostanza quanto nella forma. I toni drammatici erano rimasti, ma di certo il clima era stato notevolmente alleggerito, e ripensato in funzione di un finale positivo. L'idea di realizzarlo senza dialogo venne inoltre scartata dallo stesso Michael Eisner, allora CEO della company, nell'ottica di renderlo più adatto al pubblico, e meno simile ad un documentario naturalistico. Ma il cambiamento più importante fu senza dubbio la tecnica utilizzata. Sebbene si consideri Chicken Little il primo Classico Disney realizzato in animazione computerizzata, fu con Dinosauri che il canone disneyano conobbe per la prima volta la CGI.
I primi tentativi di utilizzo di questa tecnica da parte degli studios risalgono al 1987, col cortometraggio Oilspot & Lipstick. Da allora la computer grafica divenne sempre più presente nell'animazione disneyana, usata prevalentemente per animare veicoli e materiale inorganico, senza mai sostituirsi all'animazione tradizionale. Fu solo grazie alla Pixar (in quegli anni ancora uno studio esterno) che la CGI fece il grande salto, diventando la tecnica per eccellenza del cinema d'animazione del nuovo millennio. Nel 2000 alla Walt Disney Feature Animation (gli odierni WDAS) non c'erano nemmeno le attrezzature per potersi avventurare in questo campo. La conversione forzata alla CGI sarebbe avvenuta solo nel 2005, per cui nel frattempo venne escogitata una soluzione differente. La Disney aveva da poco acquisito un team esterno, chiamato Dream Quest, famoso per aver realizzato degli effetti speciali sbalorditivi per alcuni film in live action. Il team venne ribattezzato “The Secret Lab” e si vide affidare l'animazione e gli effetti di Dinosauri, sia pur sotto l'attenta sorveglianza degli artisti Disney. Gli scenari vennero invece realizzati ricorrendo a riprese dal vero avvenute in svariate località naturalistiche quali il Venezuela e le Hawaii, rendendo Dinosauri un curioso ibrido fra animazione e live action.
Viaggi Travagliati
Dinosaur è diretto da Eric Leighton e da Ralph Zondag, che aveva già avuto in passato esperienze a tema, curando la regia di Quattro Dinosauri a New York e supervisionando l'animazione di Alla Ricerca della Valle Incantata. Di sicuro il film vanta un primato nel mondo della computer grafica: è infatti la primissima volta che questa tecnica viene utilizzata per portare sul grande schermo una storia dal registro drammatico, e dall'ambientazione non contemporanea. I lungometraggi Pixar prodotti fino a quel momento avevano infatti privilegiato la commedia e i toni più leggeri, distaccandosi dalle tematiche del cinema d'animazione Disney anni 90. Dinosauri ha un tono serioso e differente che viene reso esplicito sin dalla sua spettacolare ouverture, un'epica sequenza musicale che ci mostra il travagliato viaggio di un uovo di iguanodonte, sballottato dalle circostanze, in uno scenario imprevedibile e pericoloso. Questa sinfonia naturalistica viene però interrotta quando l'uovo si schiude e il piccolo Aladar viene adottato da una famiglia di lemuri. Col sopraggiungere del dialogo parte dell'aura di sacralità del film si perde, e narrativamente si ripiega su percorsi più convenzionali.
La storia vede infatti Aladar e famiglia unirsi, dopo una spaventosa catastrofe naturale, ad un eterogeneo branco di dinosauri, diretti verso i nuovi territori di cova, un rigoglioso paradiso naturale in grado di posticipare di parecchio l'inevitabile fine della specie. Il presupposto è fin troppo simile a quello di Alla Ricerca della Valle Incantata, tuttavia il road-movie che ne deriva lancia un messaggio inedito. Aladar entra infatti ben presto in contrasto con il capobranco Kron, portatore di una mentalità nazista secondo cui è giusto che il gruppo mantenga un'andatura svelta, senza curarsi delle specie più deboli e lente, che devono essere lasciate indietro a morire. Di sicuro si tratta di tematiche di un certo spessore, che vengono tuttavia banalizzate da alcuni dialoghi non all'altezza e soprattutto dall'ingenuo contrappunto umoristico, costituito in gran parte dai siparietti del goffo lemure Zini, personaggio isterico e poco funzionale alla trama.
Il problema più grosso che attanaglia il film è però il suo essere ambientato quasi interamente in uno scenario arido e visivamente monotono. L'intero viaggio di Aladar e soci trascorre attraverso deserti, canyon e rocce, cromaticamente poco variegati. Ogni elemento in scena, personaggi compresi, tende al marroncino, quando non al grigio scuro, e di certo questo non aiuta a creare quello stacco visivo necessario a narrare attraverso le immagini e i colori, da sempre cavallo di battaglia dello storytelling disneyano. Paradossalmente quindi l'approccio fotorealistico adottato e l'impiego di scenari live action finisce per danneggiare l'esperienza, annoiando lo spettatore. E questo costituisce uno sgradevole precedente nella storia dell'animazione Disney, da sempre improntata ad una narrazione sintetica, asciutta ed efficacissima.
Hackerando la Realtà
Probabilmente la presenza di canzoni avrebbe potuto alleggerire notevolmente il film, favorendo una maggior distinzione fra le sequenze e le fasi della storia, ma con Dinosauri il cinema d'animazione disneyano imbocca il cammino che lo porterà verso un decennio improntato alla sperimentazione, in cui i musical verranno messi da parte. Il film ha però una validissima colonna sonora strumentale, scritta dal bravo James Newton Howard, qui alla sua prima collaborazione con gli studios. Howard firma alcuni pezzi veramente potenti e significativi, come la già citata ouverture che accompagna il viaggio dell'uovo, e anticipa molto lo stile che adotterà anche per le successive avventure disneyane di cui si occuperà: Atlantis e Treasure Planet. Inoltre i cori diretti da Lebo M, che già aveva lavorato a Il Re Leone, restituiscono quel sapore tribale che ben si adatta ad una storia ambientata nella preistoria.
Benché visivamente ostico sotto il profilo narrativo, il comparto grafico di Dinosauri si dimostra assolutamente notevole in tutti gli altri campi. La computer grafica del Secret Lab si rivela adattissima a raffigurare le superfici ruvide delle pelli di questi bestioni preistorici. L'effetto è a dir poco affascinante, e incredibilmente resistente alla prova del tempo. Se si guarda alla CGI dei futuri Chicken Little e Meet the Robinsons non si potrà non rilevarne i limiti tecnici, ed è paradossale come le immagini di Dinosauri rimangano invece visivamente sontuose anche a distanza di anni. Merito di un team di artisti degli effetti speciali, specializzati nell'uso di questa tecnica, e indottrinati a dovere dagli animatori degli studios, i quali hanno chiaramente fornito indicazioni per restituire ai personaggi la tipica espressività per la quale è famosa l'animazione disneyana. Con i lemuri questo non è molto evidente, ma quando entrano in scena gli iguanodonti, e in special modo gli arcigni Kron e Bruton la resa è grandiosa. L'effetto uncanny valley che avrebbe reso sgradevoli i film in motion capture di Robert Zemeckis (per tacere di The Wild!) viene quindi scongiurato, ed è a dir poco interessante il contrasto tra il look fotorealistico dei corpi e le licenze prese per rendere gradevoli ed espressivi i volti. L'effetto è strano, ed è come se gli artisti Disney avessero “hackerato la realtà” prendendone il controllo e piegandola ai loro canoni estetici.
La Rinumerazione dei Classici
Il canone animato disneyano, tradizionalmente chiamato “lista dei Classici”, comprende tutti i lungometraggi prodotti dai Walt Disney Animation Studios, lo studio d'animazione più antico del mondo, la cui fondazione viene fatta risalire al 1923. In un'epoca in cui le filiali della company si moltiplicano come schegge impazzite, è sicuramente questo l'unico criterio utile per capire cosa faccia realmente parte dell'eredità disneyana. Ma c'è stato un tempo in cui questo non era così ovvio. Nei primi anni del nuovo secolo, quando l'offerta cinematografica disneyana si moltiplicò oltremisura, divenne sempre più difficile riuscire a capire cosa avesse senso considerare nella famigerata lista. Dinosauri, una delle produzioni più atipiche della filmografia Disney, ne fece le spese.
Il film al box office si comportò abbastanza bene, riuscendo a coprire gli enormi costi di produzione, ma di certo non fu un successo di critica. Così, quando gli venne brutalmente negato un posto nella lista dei Classici, pochi lo rimpiansero. La motivazione ufficiale per questa esclusione non fu mai resa nota. Può darsi che il problema fossero gli sfondi dal vero, che rendevano Dinosauri un live action con effetti speciali (o a scrittura mista) piuttosto che un tradizionale lungometraggio animato. Un'altra spiegazione è che il film non venne considerato opera dei classici studios disneyani (all'epoca chiamati Walt Disney Feature Animation), bensì del Secret Lab, che si pensava avrebbe da quel momento in poi dato inizio ad un filone di film a parte, ma che venne invece tristemente smantellato solo pochi anni dopo. Ma molto più probabilmente a tagliar fuori Dinosauri fu il fatto di essere in CGI, cosa che all'epoca costituiva un precedente assoluto nella storia del canone disneyano. Chicken Little avrebbe sbugiardato questa regola qualche anno dopo, ma ormai Dinosauri aveva pagato lo scotto del suo essere in anticipo coi tempi.
Otto anni dopo, grazie a John Lasseter gli studios si risollevarono da una fortissima crisi, e con un pizzico di revisionismo venne finalmente messa una pezza a questo “incidente di percorso”. Il termine “Classici” ormai non era più in uso, tuttavia gli studios, ora ribattezzati WDAS, pubblicarono sul loro sito ufficiale una lista chiara, che ne enumerava le creazioni ponendo fine ad ogni ambiguità di attribuzione. Dinosauri diventò così il loro 39° lungometraggio. I WDAS dunque ne rivendicarono definitivamente la paternità, suggerendo che il Secret Lab altro non fosse che una loro estensione. I film che vanno da Le Follie dell'Imperatore a I Robinson subirono così una rinumerazione, scalando di un posto e invalidando le cronologie realizzate dagli studiosi fino a quel momento. Ma fu un inconveniente necessario perché, pur avendo le sue grosse magagne, Dinosauri meritava considerazione, anche solo per il coraggio dimostrato a suo tempo. Qualche anno dopo la sua uscita, le varie Dreamworks e Blue Sky si sarebbero contese il mercato dei lungometraggi d'animazione in CGI ma nessuna di queste case avrebbe usato tale tecnica per raccontare una storia drammatica e di ampio respiro come quella dell'iguanodonte Aladar.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Dinosaur
- Anno: 2000
- Durata:
- Produzione: Baker Bloodworth, Pam Marsden
- Regia: Eric Leighton, Ralph Zondag
- Soggetto: Thom Enriquez, John Harrison, Robert Nelson Jacobs, Ralph Zondag
- Sceneggiatura: John Harrison, Robert Nelson Jacobs
- Storia: Thom Enriquez, Darryl Kidder, Roy Meurin, Frank Nissen, Ray Shenusay, Dick Zondag
- Musica: James Newton Howard
- Supervisione dell'Animazione: Mark Anthony Austin, Michael Belzer, Eamonn Butler, Bill Fletcher, Joel Fletcher, Gregory William Griffith, Tom Roth, Atsushi Sato, Trey Thomas, Larry White, Dick Zondag
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Jason Anastas | Animazione (Aladar) |
Mark Anthony Austin | Animatore principale (Aladar) |
Bobby Beck | Animazione (Carnotaurs, The Herd) |
Michael Belzer | Animatore principale (Baylene, Url) |
Doug Bennet | Animazione (Kron) |
Baker Bloodworth | Produttore |
Tamara Boutcher | Direzione di Produzione |
L. Cliff Brett | Supervisione Look Development |
Stephen Buckley | Animazione (Carnotaurs, The Herd) |
Kent Burton | Animazione (Carnotaurs, The Herd) |
Eamonn Butler | Animatore principale (Kron) |
Darrin Butters | Animazione (Aladar) |
Darrin Butts | Animazione (Eema) |
James Michael Crossley | Animazione (Eema) |
Michael N. Daughterty | Effetti d'Animazione |
Jay N. Davis | Animazione (Aladar) |
Diana De Vries | Direzione di Produzione (Stage Unit) |
Ricardo Delgado | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Curtis A.J. Edwards | Effetti d'Animazione |
Thom Enriquez | Soggetto; Supervisione Storia |
Neil Eskuri | Supervisione CG |
Andrew Fenady | Direzione di Produzione (1st Unit) |
Chadd Ferron | Animazione (Aladar) |
Bill Fletcher | Animatore principale (Zini) |
Joel Fletcher | Animatore principale (Neera, Juvenile Dinosaurs) |
Cory Rocco Florimonte | Layout (CG) |
Angie Glocka | Animazione (Eema) |
Ian S. Gooding | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Brian Wesley Green | Animazione (Baylene, Url) |
Gregory William Griffith | Animatore principale (Eema) |
Sandra Maria Groenveld | Animazione (Neera, Juvenile Dinosaurs) |
Mark Hallet | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Dave Hardberger | Fotografia (1st Unit) |
John Harrison | Sceneggiatura; Soggetto |
Doug Henderson | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Chris Hurtt | Animazione (Carnotaurs, The Herd) |
Robert Nelson Jacobs | Sceneggiatura; Soggetto |
Todd Jahnke | Layout (CG) |
Michael Floyd Jones | Maquette |
Darryl Kidder | Storia |
Owen Klatte | Animazione (Bruton) |
David Krentz | Progettazione Personaggi; Layout; Sviluppo Visivo |
Neil Krepela | Supervisione Effetti Speciali |
Eric Leighton | Regista |
Peter Lepeniotis | Animazione (Yar) |
Greg Maguire | Animazione (Plio) |
Sean Mahoney | Animazione (Plio) |
Les Major | Animazione (Zini) |
Cristy Maltese | Direzione Artistica |
Pam Marsden | Produttore |
Sean Mathiesen | Layout (CG) |
Nancy McCarty | Direzione di Produzione (Exotic Unit) |
Amy McNamara | Animazione (Aladar) |
Roy Meurin | Storia |
Terry Moews | Supervisione Effetti Speciali (1st Unit) |
Rick Moore | Layout |
Luci Napier | Animazione (Plio) |
Robert Neuman | Layout (CG) |
James Newton Howard | Musica |
Frank Nissen | Storia |
Simon O'Connor | Effetti d'Animazione |
Robert O'Haver | Direzione di Produzione (1st Unit) |
Christopher Oakley | Animazione (Yar) |
Michael Orlando | Layout (CG) |
Chris Peterson | Supervisione TD Lighting (EFX) |
Sean Phillips | Supervisione TD Modeling |
Ellen Raphael | Direzione di Produzione (1st Unit) |
Patrick Roberts | Effetti d'Animazione |
Tom Roth | Animatore principale (Yar) |
Jason Ryan | Animazione (Kron) |
Atsushi Sato | Animatore principale (Carnotaurs, The Herd) |
Henry Sato Jr. | Animazione (Suri) |
Wallace Schaab | Supervisione Effetti Speciali (Exotic Unit) |
Jim Schlenker | Layout |
Yuriko Senoo | Animazione (Zini) |
Ray Shenusay | Storia |
Tony Smeed | Animazione (Neera, Juvenile Dinosaurs) |
Carolyn Soper | Direzione di Produzione |
Gary Staab | Maquette |
Trey Thomas | Animatore principale (Plio) |
Alex Tysowsky | Animazione (Zini) |
Don Waller | Animazione (Carnotaurs, The Herd) |
Larry White | Animatore principale (Suri) |
Kevin Willmering | Supervisione Pianificazione Scene |
Rebecca Wilson Bresee | Animazione (Neera, Juvenile Dinosaurs) |
David Womersley | Supervisione Layout |
Paul Wood | Animazione (Carnotaurs, The Herd) |
Faye Yee | Layout (CG) |
Dick Zondag | Animatore principale (Bruton); Storia |
Ralph Zondag | Regista; Soggetto |