Frozen Fever
Il Grande Successo di Frozen
L'uscita di Frozen nel 2013 cambiò totalmente le prospettive dei Walt Disney Animation Studios. Già da qualche tempo questa unità produttiva aveva smesso di essere considerata la Cenerentola della Company, iniziando a collezionare ottimi risultati al botteghino. La favola di Anna ed Elsa però non fu un semplice successo, ma una vera e propria hit, capace di polverizzare ogni record nella storia della Disney. Da quel momento fu chiaro che i WDAS sarebbero diventati nuovamente il reparto di punta di una multinazionale sempre più desiderosa di espandersi, e che in futuro il mondo di Frozen avrebbe fatto capolino più e più volte. Anna, Elsa e il cast di Arendelle divennero infatti protagonisti di una stagione del serial tv Once Upon a Time, e nel frattempo vennero messi in cantiere un musical teatrale e addirittura un sequel.
Quest'ultimo annuncio fu piuttosto strano, dato che il canone disneyano non si era mai prestato fino a quel momento a tali operazioni. In un simile clima di “mungitura” non poteva mancare il relativo cortometraggio spin-off, tradizione nata in seno agli studi Pixar e trapiantata da qualche anno anche ai WDAS. Dato l'enorme successo del lungometraggio di riferimento si scelse di destinare lo short direttamente alle sale cinematografiche, seguendo la procedura adottata qualche tempo prima con Tangled Ever After (2011), anziché ripercorrere i passi del coevo The Further Adventures of Thunderbolt (2015), concepito invece per l'home video. Il lungometraggio scelto per accompagnare Frozen Fever fu il remake live action di Cinderella.
Il Raffreddore Impossibile
Per il cortometraggio venne richiamato in servizio l'intero team produttivo di Frozen, dai registi ai compositori, passando per ogni singolo animatore al lavoro sul classico originale. In un primo momento si pensò di rendere protagonista Olaf, la cui natura di spalla comica ben si adattava alle dinamiche slapstick di uno short, come aveva dimostrato il teaser trailer con cui Frozen era stato presentato al mondo nell'estate del 2013. Ben presto ci si accorse che sarebbe stato un errore: il cuore del film erano Anna ed Elsa, ed erano loro che il pubblico avrebbe amato rivedere. Si preferì dunque realizzare un corto corale e focalizzato ancora una volta sul rapporto tra le due sorelle, anziché ripercorrere i fasti del pur bello Tangled Ever After.
È il compleanno di Anna e, per compensazione, Elsa desidera regalarle la giornata perfetta che in passato non ha mai avuto, ricoprendola di regali e attenzioni. Paradossalmente però Elsa prende un raffreddore, che nel suo caso si traduce nella creazione incontrollata di un esercito di “fratellini” di Olaf, che prendono vita ad ogni starnuto. Sebbene un presupposto così spiccatamente comedy possa apparire bizzarro e fin troppo frivolo per un prodotto con la pretesa di “continuare” Frozen, non bisogna dimenticare che non si tratta di un sequel bensì di uno short, formato in cui storicamente sono lo humor e il minimalismo a predominare. Di certo non è una distinzione così immediata, giacché Frozen Fever non presenta elementi tipici dei corti derivativi: l'intero cast principale infatti è ben presente, e di conseguenza il corto riceve una promozione di prim'ordine, con tanto di merchandising a tema, venduto nei Disney Store.
Un Giorno Perfetto
A ricordarci la sua natura di “scherzo” è però la particolare colonna sonora, che nella miglior tradizione disneyana permea l'intera struttura dell'opera. Se si escludono le due brevissime sequenze dialogate in apertura e chiusura, l'intero Frozen Fever altro non è che un lungo videoclip musicale, che ci presenta una canzone nuova di zecca, firmata ancora una volta dai coniugi Lopez.
- Making Today a Perfect Day - I due compositori riprendono in mano le prime note di Life's Too Short, canzone tagliata da Frozen, e si dirigono da tutt'altra parte. Il risultato è Making Today a Perfect Day, un lungo e trascinante brano che accompagna l'intera durata del “giorno perfetto” organizzato da Elsa per la sorellina. Si può dire che quanto avviene sullo schermo è infatti una deliziosa rappresentazione in piccolo delle tematiche del film originale: nel tentativo di fare del bene alla sorella, Elsa finisce per sacrificare sé stessa e la propria salute, senza rendersi conto che ciò che Anna desidera di più è prendersi cura di lei. Ma c'è di più. Lo stratagemma del filo di lana, che Anna si ritrova a seguire per tutta Arendelle, imbattendosi nei vari regali che Elsa le farà trovare sulla strada, è una fonte infinita di gag visive e di riferimenti a Frozen. Siamo di fronte ad un revival in piena regola: che si tratti di Oaken, Hans e Marshmallow, oppure di porte aperte, biciclette e argute citazioni (sandwiches!), praticamente ogni personaggio, scenario o leit-motiv del primo film viene qui sapientemente ricollocato. In questo virtuoso gioco a incastro in cui musica, parole e immagini compongono un unico cocktail estetico, non passa certo in secondo piano l'animazione. Da tempo ormai la CGI dei WDAS ha trovato una strada per animare la figura umana, permettendosi quegli stessi virtuosismi che caratterizzavano l'animazione tradizionale. In Frozen Fever questo si sente. Il fatto che l'intero team di animatori del lungometraggio sia ora all'opera su un corto di sette minuti aumenta la densità artistica del tutto: dalla tenera scena del risveglio di Anna fino alla dolce conclusione, le due ragazze volteggiano sulla scena con bellissime coreografie, dimostrando costantemente il livello di cura con cui questi artisti ne hanno cesellato le movenze.
Al di là delle amare considerazioni che si possono fare sulla direzione che prenderà in futuro lo studio, ora che è nuovamente nel mirino delle strategie commerciali della Company, Frozen Fever è la dimostrazione che ai WDAS il know how non si è ancora perduto e che l'arte della personality animation e della narrazione in musica sono ancora ben presenti nel cuore degli artisti.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Frozen Fever
- Anno: 2015
- Durata:
- Produzione: Peter Del Vecho, John Lasseter
- Regia: Chris Buck, Jennifer Lee
- Musica: Kristen Anderson-Lopez, Robert Lopez
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Kristen Anderson-Lopez | Musica |
Chris Buck | Regista |
Peter Del Vecho | Produttore |
John Lasseter | Produttore Esecutivo |
Jennifer Lee | Regista |
Robert Lopez | Musica |