Topolino e il Misterioso Corvo

Guerra!

Finalmente, nell’agosto 1942 la striscia di Topolino, dopo aver fatto riferimento alla situazione internazionale in svariate occasioni, tocca esplicitamente il tema bellico. D’altronde, gli Stati Uniti d’America erano entrati in guerra ufficialmente solo dopo l’attacco di Pearl Harbor del 7 dicembre 1941, e bisognava aspettare i tempi tecnici perché Gottfredson e la sua squadra potessero scrivere trame connesse con la realtà attuale. La guerra stava penetrando completamente il mondo dell’intrattenimento, lambendo anche il fumetto: celebre la cover di Capitan America che lotta contro Hitler, o il deragliamento narrativo di Terry and the Pirates di Milton Caniff. Gli studi Disney non furono da meno, ritagliandosi un ruolo di primo piano nella narrazione propagandistica di quegli anni.

La collaborazione tra il team di Walt e il dipartimento militare diede il via ad una messe di corti animati a tema, di materiale educational e addirittura un lungometraggio, Victory Through Air Power, di natura documentaristica. E sebbene sul grande schermo spettasse a Paperino narrare a modo suo la vita militare, nelle strisce di Gottfredson si trovò il modo di usare in modo analogo Topolino, cominciando però dal cosiddetto “fronte interno”. Molti cittadini non poterono aiutare il proprio paese in maniera diretta per limiti fisici e di età e il loro punto di vista poteva essere facilmente raccontato dal giovane Topolino e dal goffo e dinoccolato Pippo. Topolino e il Misterioso Corvo ce li mostra impegnati come braccianti, data l’impossibilità di raggiungere le linee del fronte.

L’Ultima Carriera

Il ciclo narrativo di tre mesi è anche l’ultimo che Gottfredson realizza con la collaborazione di Merrill De Maris, prossimo alla pensione. E’ di scena uno dei migliori Mickey Mouse di sempre, perfettamente bilanciato tra le diverse anime che in questo momento si stanno intersecando nella sua caratterizzazione: c’è il Topolino mattacchione e saltellante, retaggio del restyling animato di questi primi anni 40, e c’è anche il ragazzo di belle speranze, ingegnoso e intraprendente che abbiamo imparato a conoscere nel filone di storie “carrieristiche” in cui lo vediamo sgomitare per farsi valere all’interno di un nuovo contesto che tenderebbe a sottovalutarlo.

E, a sorpresa, spunta anche un suo lato più timido e impacciato, quando lo vediamo interagire con la seduttiva contadinella Kitty, per la quale in assenza di Minni si prende una sbandata. Per il resto il canovaccio è quello noto di questo genere di racconti: dopo aver faticato per dimostrare il suo ingegno e il suo valore, Mickey arriva a salvare le fattorie della zona dal misterioso sabotatore del titolo. E’ probabilmente una delle ultime volte in cui possiamo gustare un Topo a tutto tondo, dal momento che dal dopoguerra in poi il personaggio andrà incontro ad un progressivo imborghesimento e finirà per diventare sempre più uno spettatore passivo di eventi surreali. Lo stesso tratto di Gottfredson inizia qui il suo percorso verso una sintesi sempre maggiore, dopo aver toccato nelle storie precedenti la vetta della sua fase rotondeggiante.

La Fossa di Hitler

Nella storia si fa più volte riferimento al lavoro dei campi come ad un lavoro altrettanto nobile e vitale per il funzionamento della struttura rispetto a quello del soldato. Nella striscia del 28 agosto si spiega come ogni colpo di vanga aiuti a scavare la fossa di Hitler. La retorica bellica è ormai totale, ma del resto l’intero immaginario era ormai partecipe degli eventi. Interessante poi il momento in cui Mickey vede un contadino dai tratti somatici orientali, e si fa rassicurare del fatto che non si tratti di un pericoloso nemico giapponese. Il paese è in preda alla psicosi, e questa nera figura che si aggira a bruciare i campi si preannuncia come una fosca minaccia.

La storia del corvo si rivelerà tuttavia un giallo piuttosto semplice e dal sapore action, con Topolino che investiga per conto suo e che affronta persino un soldato per sventare un attentato alla diga. La confessione in un commissariato di campagna ricorda quella di Macchia Nera, ma l’esito è del tutto diverso. Il corvo viene decisamente ridimensionato, e in maniera quasi surreale si rivela un semplice hater della società contadina. Ma in fondo potrebbe essere una sorta di ammiccamento alla paura che attanagliava il paese, e ad una persistente follia latente. E, in qualche modo, è una sorta di prologo alle tematiche che Bill Walsh utilizzerà in maniera sapiente di qui a breve.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Mickey Mouse in The Black Crow Mystery
  • Anno: 1942
  • Durata:
  • Storia: ,
Nome Ruolo
Merrill De Maris Storia
Floyd Gottfredson Disegni; Storia