Topolino e il Bel Gagà

Il Padre di Minni

Dopo molti mesi passati nel west, Floyd Gottfredson riporta Topolino al suo scenario rurale di partenza, che nel frattempo si sta sempre più urbanizzando: non soltanto fattorie e campi coltivati, quindi, ma piccole attività, casette, banche in muratura e marciapiedi. Questo terzo ciclo di strisce rappresenta idealmente il punto di partenza per il Gottfredson narratore, non più chiamato a completare trame altrui, ma finalmente al timone della nave. Si parte da una situazione molto semplice: Topolino mette su un’attività di minigolf con i suoi amici animali della fattoria, poi pian piano le cose si complicano con l’arrivo di Felice (Mr. Slicker), un personaggio esterno, che porterà la trama su un binario diverso, passando dalla commedia romantica al dramma proletario, senza dimenticare un tocco di giallo e l’onnipresente umorismo slapstick.

La storia è pienamente calata nell’America post-crisi del 29, uno scenario in cui famiglie e micro-imprese venivano travolte da un’improvvisa povertà e qualsiasi piccolo ostacolo poteva portarle alla rovina. Conosciamo qui il personaggio di Marcus Mouse che tira avanti insieme alla moglie una piccola fattoria, perseguitato da mutui da pagare, rate da saldare e prestiti da restituire ad ambigui personaggi incravattati. L’atmosfera è a tratti pesante e addirittura Gottfredson inserisce in più occasioni lo spettro personificato del Fato Crudele, che dal cielo sovrasta con la sua ombra la sventurata fattoria. Sorprende l’assenza di Topolino in molte di queste sequenze, improntate alla denuncia sociale e in cui Gottfredson - forte di un tratteggio molto pesante - riesce a trasmettere il tetro umore dell’epoca. Il lettore moderno infine rimarrà sorpreso del fatto che Marcus e signora siano i genitori di Minni, che qui vediamo calata in un tradizionale contesto familiare, caso più unico che raro nel fumetto Disney, perlomeno fino all’avvento di Don Rosa.

Il Suicidio di Topolino

Dopo una manciata di strisce incentrate sul divertente minigolf di Topolino, è la trama romantica a prevalere: Minni si ritrova insidiata da Mr. Slicker, un rattone dai modi galanti e dal linguaggio forbito che le fa una corte serrata, cercando di sfruttare a suo vantaggio i guai economici del padre. Slicker con il suo aspetto vagamente antipatico creerà un precedente grafico per i futuri rivali in amore del topo e si inserisce perfettamente in quella tradizione di figure losche dal muso all’ingiù, iniziata proprio con Lupo. La semplicità campagnola di Mickey non regge il confronto con la complessità del suo concorrente cittadino e così, nel giro di poche strisce, temendo di aver perso Minni, il topo arriverà a meditare il suicidio. Per un’intera settimana, dal 18 al 24 ottobre 1930, vediamo Topolino tentare di togliersi la vita in svariati modi: si lancia da un ponte, tenta di impiccarsi, riempie di gas la stanza, prova a fucilarsi, ma tutto ovviamente finisce in burla.

Fu lo stesso Walt a suggerire a Floyd di usare un tema così delicato in maniera ironica: secondo lui sarebbe stato divertente e avrebbe sottolineato lo spirito indomito e sempre pronto a ricominciare di Topolino. Effettivamente la sequenza, carica di delizioso humour nero, funziona molto bene, e fornisce al Topo la motivazione giusta per riprendersi e mettere in moto gli eventi della seconda parte della storia. Scivoliamo così nel giallo, in cui vediamo Mickey indagare, raccogliere indizi e appostarsi vicino al pollaio per scoprire come Slicker sia in realtà implicato nel tracollo economico di Marcus. Salta all’occhio la maturità narrativa di Gottfredson, che inserisce indizi ed elementi in grado di dare coesione alla storia e coerenza alla striscia: una banconota strappata che inizialmente sembrava una semplice gag diventa invece una prova, ci si preoccupa di rendere la situazione congruente con l’eredità di Zio Mortimer della storia precedente, ma soprattutto viene predisposto il campo per il futuro, introducendo Sgozza (Butch) sgherro di Slicker del quale Mickey riesce a conquistare la fiducia, dopo essersi infiltrato nella banda. La trama evolve di continuo, ma senza arrendersi alla totale improvvisazione.

Rivali Futuri

La sequenza finale è un’altra prova della felice scrittura di Gottfredson. Mentre Topolino è alle prese con Butch e i suoi complici, Marcus è costretto a dare in sposa Minni al bel gagà che, con i suoi modi melliflui e galanti, si è conquistato anche il favore di Clarabella e di Patrizia Porcelli (Patricia Pig, apparsa in Mickey’s Follies e qui al suo esordio fumettistico). Minni, pur di salvare la famiglia dal tracollo economico, si piega al matrimonio. Parte così una serrata corsa contro il tempo, caratterizzata da un montaggio sincopato: la striscia si divide in due, raccontando da un lato i tentativi di Mickey di arrivare al più presto in città, mentre dall’altro vediamo i preparativi matrimoniali. La regia di Gottfredson è ottima, cui si aggiunge una trovata da commedia boccaccesca, con Topolino che si traveste da donna e finge di aver avuto un figlio da Mr. Slicker, interrompendo la funzione e risolvendo la faccenda.

Il finale, con tutti gli amici riuniti intorno alla tavola apparecchiata, diventerà presto un elemento ricorrente della serie, un po’ come avverrà nei finali delle storie di Asterix . La buffa storia campagnola si è evoluta in un vivace giallo, ricco di trovate umoristiche ma in cui drammatici graffi di realtà collocano il tutto in un contesto verosimile. I genitori di Minni, se escludiamo un cameo in Topolino Boxeur , non compariranno mai più, lasciando spazio alla generazione successiva, un cast di personaggi dalla caratterizzazione sempre più strutturata. Sgozza verrà invece ripreso molto presto, diventando per qualche mese la spalla di Topolino. Formalmente invece Mr. Slicker verrà messo da parte, ma l’idea di un rivale in amore per Mickey farà di nuovo capolino in futuro. Si pensi infatti a Bubbo Rodinì di Topolino e l’Illusionista ma soprattutto alla figura di Topesio (Mortimer Mouse) che sarà presentato nel corto Mickey’s Rival ma saprà farsi strada fino a oggi, su carta e su schermo, diventando a tutti gli effetti un membro ricorrente del cast di Topolinia.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Mr. Slicker and the Egg Robbers
  • Anno: 1930
  • Durata:
  • Storia:
Nome Ruolo
Earl Duvall Disegni
Floyd Gottfredson Disegni; Storia