Pippo e l'Home Theater
Il Ritorno dei Corti
Pippo e l'Home Theater è sicuramente un evento nella filmografia Disney, visto che rappresenta il ritorno in grande stile degli studios alla produzione regolare di cortometraggi. Negli ultimi decenni infatti erano stati pochi i corti prodotti dagli studios: giusto una manciata, proiettati unicamente ai festival, allegati come extra nei dvd o, nel peggiore dei casi, rimasti sepolti negli archivi senza alcuna possibilità di essere distribuiti. L'arrivo di John Lasseter a capo degli studios coincide con la riattivazione del cosiddetto short program, che sul modello pixariano si ripropone di trovare una nuova collocazione per questo tipo di materiale, abbinandolo finalmente ai lungometraggi proiettati nelle sale. Diretto da Stevie Wermers-Skelton e Kevin Deters, Pippo e l'Home Theater rappresenta inoltre il ritorno del personaggio di Pippo sul grande schermo per mano dei Walt Disney Animation Studios, dopo che negli ultimi anni il personaggio era stato ereditato dai reparti televisivi per apparire in serie televisive e lungometraggi direct to video. Questo ritorno “a casa” del personaggio viene celebrato con un brillante omaggio alla formula degli “How To” che caratterizzava i suoi cortometraggi degli anni 40 e 50, inscrivendosi in una gloriosa tradizione, ma senza apparire minimamente datato.
La Mimesi Perfetta
Pippo e l'Home Theater è infatti un paradossale e meraviglioso anacronismo. Lo stile utilizzato, la presenza di una gran quantità di cloni di Pippo (i “pippidi”), la dimensione sportiva, la seriosa voce narrante, lo humor demenziale ma garbato, sono ingredienti che inducono a credere di star guardando uno dei tanti corti degli anni 40, prodotti in piena golden age. Ad aumentare l'illusione contribuiscono i deliziosi titoli di testa, che riproducono quelli di un tempo, con lo sfondo di tessuto rosso, la storica series card e il tema musicale di Pippo, qui riorchestrato dal grande Michael Giacchino. Per la prima volta viene prodotto un corto in perfetta mimesi con quelli del passato, tanto da ingannare lo spettatore più disattento. Tuttavia la presenza dell'Home Theater, la tecnologia avanzata, alcuni riferimenti all'attualità come la foto di Lasseter sul comodino di Pippo, o semplicemente il formato widescreen, ci rivelano che si tratta di un corto nuovo di zecca. E la cosa più incredibile è come queste due anime convivano in modo totalmente armonioso, senza che lo spettatore avverta alcuno stacco stilistico. Inoltre si rivela vincente l'idea di ironizzare sulla tecnologia moderna, sempre più complessa da maneggiare per l'uomo comune, un problema sentito da molti e nel quale ci si può universalmente identificare.
La Formula Immortale
La prima regola del cinema di Walt Disney era ricercare l'equilibrio perfetto fra tradizione e innovazione. Con questo cortometraggio gli studios si dimostrano capaci di trovare il punto d'unione ideale tra passato e futuro. La magia che ha reso possibile un tale effetto è da ricercarsi nella formula a suo tempo elaborata dal team di Walt, quella degli “How To”, capaci con il loro humor graffiante e satirico di superare la prova del tempo, mantenendo il loro sapore moderno. Il team formato da Andreas Deja, Dale Baer, Mark Henn, Eric Goldberg, Randy Haycock e Alex Kuperschmidt è stato ricompattato da John Lasseter per regalare all'animazione tradizionale un revival. Questi artisti hanno quindi trovato la giusta via di mezzo in grado di divertire il pubblico moderno, senza dimenticare di deliziare gli intenditori. Questa stessa sinergia tra antico e moderno avrebbe creato pochi anni più tardi anche i presupposti per rilanciare nel migliore dei modi anche Winnie the Pooh. Primo cortometraggio a sfoggiare il nuovissimo logo dei Walt Disney Animation Studios, Pippo e l'Home Theater è stato proiettato in patria assieme a National Treasures 2, mentre all'estero è stato invece abbinato alla commediola Cambio di Gioco, senza ottenere quindi la visibilità che avrebbe meritato.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: How to Hook Up Your Home Theater
- Anno: 2007
- Durata:
- Produzione: Tamara Boutcher, Chuck Williams
- Regia: Kevin Deters, Stevie Wermers Skelton
- Storia: Dan Abraham, Kevin Deters, Wilbert Plijnaar, Stevie Wermers Skelton
- Musica: Michael Giacchino
- Animazione: Dale Baer, Andreas Deja, Eric Goldberg, Randy Haycock, Mark Henn, Alex Kupershmidt
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Dan Abraham | Storia |
Dale Baer | Animazione |
Tamara Boutcher | Produttore |
Dan Cooper | Supervisione Fondali |
Peter DeMund | Effetti d'Animazione |
James DeV. Mansfield | Effetti d'Animazione |
Andreas Deja | Animazione |
Kevin Deters | Regista; Storia |
James Finch | Sviluppo Visivo |
Mac George | Sviluppo Visivo |
Michael Giacchino | Musica |
Eric Goldberg | Animazione |
Ian Gooding | Direzione Artistica |
Randy Haycock | Animazione |
Mark Henn | Animazione |
Brian Kesinger | Layout |
Ted Kierscey | Effetti d'Animazione |
Alex Kupershmidt | Animazione |
Daniel Lund | Effetti d'Animazione |
Jenni Magee-Cook | Direzione di Produzione |
Kelly McGraw | Fondali |
Greg Miller | Sviluppo Visivo |
Rick Moore | Layout |
Sai Ping Lok | Fondali |
Wilbert Plijnaar | Storia |
Dan Read | Fondali |
Van Shirvanian | Effetti d'Animazione |
Doug Walker | Layout |
Stevie Wermers Skelton | Regista; Storia |
Marlon West | Supervisione agli Effetti d'Animazione |
Chuck Williams | Produttore Esecutivo |
David Womersley | Supervisione Layout |