Zio Paperone - L'Astuto Papero del Varco di Culebra

Penultima Appendice

Don Rosa torna nel 2001 a ricamare sulla sua Saga, aggiungendo un nuovo capitolo d’appendice: L’Astuto Papero del Varco di Culebra, classificato come il 10bis, sarà il penultimo della sua carriera. Si tratta anche del primo capitolo non realizzato per conto della Egmont, che in quel periodo non voleva altre appendici da parte di Don Rosa, bensì per l’editore francese, che già aveva pubblicato La Moneta e All’Attaaaaacco! La storia nasce dal desiderio di Don Rosa di realizzare un nuovo team-up tra Paperone e il presidente Theodore Roosvelt, che per due volte avevano incrociato le loro strade nel corso della Saga.

Rosa non fa mistero di avere una certa venerazione per questa figura storica, che lui considera analoga a Paperone, per statura e valori, e trova quindi un pretesto per farli incontrare nuovamente. L’anno è il 1906 e lo scenario sono gli scavi del Canale di Panama, che il presidente si trovò a supervisionare personalmente. I due si ritrovano insieme quasi per caso, mentre Paperone è in viaggio con le sue sorelle alla ricerca di un tesoro, e sono costretti ad avviare una collaborazione per impedire un incidente diplomatico.

10bis?

Tuttavia, una storia come questa rende ben evidente quanto sia sbagliato ritenere i capitoli d’appendice delle espansioni effettive della Saga, da inserire nel flusso cronologico dei dodici originali. L’Astuto Papero del Varco di Culebra rende meglio letto a parte piuttosto che come capitolo 10bis di una Saga che vede Paperone incontrare Roosevelt già nel precedente e viaggiare con le sorelle di nuovo nel successivo. Anche volendo ignorare le cornici al presente, con i paperi davanti al baule dei ricordi, per focalizzarsi sugli effettivi flashback, appare lampante come queste storie non nascano per colmare delle effettive lacune formative nel percorso di vita di Paperone, ma siano piuttosto dei divertissement attraverso i quali l’autore si concede di giocare con le sue grandi passioni.

La storia sintetizza a meraviglia le caratteristiche di quest’ultima fase artistica donrosiana, in cui l’autore esaspera i suoi tratti distintivi, concedendosi un sempre maggior numero di vezzi. Fortunatamente Don non manca mai di inserire una buona dose di umorismo in grado di far perdonare certe sue ridondanze: memorabili le gag che giocano sul caratteraccio di Ortensia o la sequenza della terribile chicha che mette KO chiunque la beve. Sono presenti inoltre alcuni gustosi sperimentalismi grafici, come ad esempio la mezza tavola con le vignette in diagonale in cui Paperone e Roosevelt si azzuffano mentre il tempio precipita. La vignetta in cui Paperone sperimenta sul povero presidente la sua presa “Full Mcduck” avrebbe addirittura ispirato una reale mossa di wrestling.

Sorelle e Modelli

Collocandosi qualche anno prima del triste episodio del Gongoro, la storia ci mostra un Paperone all’apice della forma, in grado di rapportarsi con le sorelle con affetto e ironia. Tuttavia qualcosa si sta rompendo, e in sottofondo è possibile già avvertire il retrogusto amarognolo del futuro a cui andremo incontro. Decisamente interessante poter vedere Paperino, nella cornice al presente, ricordare la madre Ortensia con un certo orgoglio, suggerendo vagamente che la papera sia attualmente deceduta.

Ma ovviamente il cuore della storia è tutta nel rapporto tra Paperone e Roosevelt. Sebbene qua e là i due si trovino spesso a battibeccare, Don Rosa ci suggerisce quanto i due si specchino l’uno nell’altro. In un momento di pausa della storia questo aspetto appare del tutto evidente: i due amici parlano al cospetto di una meravigliosa natura, davvero ben realizzata dall'artista del Kentucky, e Paperone pronuncia frasi che Roosevelt chiede il permesso di riciclare, e che ovviamente Rosa ha ricavato dalle effettive trascrizioni dei suoi discorsi. La storia mantiene dunque diversi elementi degni di nota e riesce a mantenere sia pur con qualche difficoltà quell’equilibrio compositivo che purtroppo andrà perdendosi strada facendo.

di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Oncle Picsou - The Sharpie of the Culebra Cut
  • Anno: 2001
  • Durata:
  • Storia:
Nome Ruolo
Don Rosa Disegni; Storia