Star Wars: Episodio II - L'Attacco dei Cloni
La Guerra Farlocca
Tre anni dopo l'uscita de La Minaccia Fantasma, George Lucas porta finalmente sul grande schermo il secondo episodio della grande saga di Star Wars. L'Attacco dei Cloni è dunque il capitolo centrale di questa trilogia prequel, un ruolo piuttosto difficile da ricoprire per qualsiasi pellicola, non potendo contare su quelli che sono di solito i punti forti di qualsiasi storia, ovvero l'incipit e la risoluzione. D'altro canto non fu facile nemmeno per Lucas tornare a scrivere della galassia lontana lontana, dopo la pessima ricezione avuta dal film precedente. Non senza un certo sarcasmo, il regista decise di dare al film un titolo di lavorazione che scherzasse sull'accaduto: Jar Jar's Big Adventure. Il gungan tanto odiato dai fan, tuttavia, avrebbe avuto solo una piccola parte negli eventi, colmi invece di rimandi e parallelismi più o meno sottili ai film originali. Non si trattava soltanto di semplice fanservice inserito ad arte per calmare i fan più agguerriti, bensì di un modo per dare alla saga il feeling di un poema epico in versi, fatto di frasi e tematiche ricorrenti, di analogie e contrasti posizionati secondo precise simmetrie. Questo non significava tuttavia che Lucas fosse intenzionato a tornare sui suoi passi: l'autore decise di mantenere la nuova impostazione stilistica, portando avanti la sua visione della mitologia di Star Wars, fatta di toni aulici e atmosfera romantica.
Il film venne ambientato in un momento cruciale della storia della Repubblica, ovvero l'inizio di quelle Guerre dei Cloni che erano state nominate di sfuggita in Una Nuova Speranza. Quello che nelle prime bozze era semplicemente il grande evento che cambiò l'assetto politico della galassia, venne trasformato in qualcosa di meno banale: le “Clone Wars” divennero così un conflitto costruito su misura, una machiavellica trappola ordita da Darth Sidious, allo scopo di indebolire la Repubblica e attuare un colpo di stato. I Cloni stessi, da semplici alieni antagonisti, divennero invece l'esercito della Repubblica, commissionato con l'inganno proprio dai Sith, per spingere gli eventi verso il punto di non ritorno. In questo tumultuoso scenario assisteremo ai primi passi di Anakin (Hayden Christensen) verso il lato oscuro e alla sua drammatica storia d'amore con Padmé Amidala (Natalie Portman), diventata ora una senatrice. Con il suo registro alto, l'atmosfera patinata e i toni vagamente tragici, L'Attacco dei Cloni avrebbe quindi portato la saga ancora una volta su quei binari tanto amati da Lucas e invisi agli appassionati della prima ora. Un'ulteriore elemento di novità fu l'abbandono della tradizionale pellicola, facendo invece uso per la prima volta delle tecniche di ripresa digitali. È paradossale che tredici anni dopo, nel dirigere il settimo episodio, J. J. Abrams abbia invece scelto di abbandonare questa via, per tornare ai vecchi sistemi.
Il Giallo e il Rosa
Sono passati dieci anni dagli eventi de La Minaccia Fantasma e nel frattempo Anakin ha quasi portato a termine il suo apprendistato presso Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor). La Repubblica, guidata dal Cancelliere Palpatine (Ian McDiarmid), si trova in difficoltà a causa della Confederazione dei Sistemi Indipendenti, un movimento separatista capeggiato dal Conte Dooku (Christopher Lee), ex Jedi ora passato nelle file di Sidious. George Lucas mette in scena quindi una situazione molto vicina a quella della Guerra di Secessione che nell'800 aveva messo su fronti opposti gli Stati dell'Unione, facendosi quindi ispirare dalle vicissitudini politiche del suo stesso paese. L'Attacco dei Cloni presenta un menù molto ricco, dal momento che si trova a muoversi su due differenti binari narrativi: all'inizio vediamo infatti Anakin e Obi-Wan agire in coppia a Coruscant, immersi in un'atmosfera un po' alla Blade Runner, ma ben presto le loro strade si dividono, dando vita a storie molto diverse. Il ricongiungimento del cast si avrà soltanto alla fine, nella battaglia di Geonosis, evento che darà ufficialmente inizio alle Guerre dei Cloni.
La sotto-trama di Obi-Wan rappresenta qualcosa di nuovo rispetto a ciò che la saga ha proposto fino a quel momento: una detective story in piena regola. Ewan McGregor, ora dotato di una barba congruente all'interpretazione di Sir Alec Guinness, dà vita ad un personaggio molto interessante, di sicuro uno dei più carismatici della nuova trilogia. La sua indagine lo porterà dai sordidi bassifondi di Coruscant alle asettiche atmosfere di Kamino, andando così a scoprire che la Repubblica dispone di un esercito pronto all'uso, di cui nessuno era mai stato a conoscenza. Gli elementi d'interesse sono moltissimi, e vanno dal suo incontro con Jango e Boba Fett, alla nebulosa rivelazione, da parte di Dooku, che la Repubblica è inconsapevolmente sotto il giogo di un Signore dei Sith. Non mancano però alcune ombre, dovute ancora una volta alle difficoltà di esposizione di Lucas, che non padroneggia alla perfezione il suo complesso intreccio politico. Molte spiegazioni si rivelano infatti piuttosto lacunose, e non è per niente chiara la natura del complotto né quali siano le motivazioni e il grado di consapevolezza dei diversi personaggi coinvolti. Christopher Lee ci consegna uno splendido Conte Dooku negli stessi anni in cui dà vita al tolkieniano Saruman nell'esalogia di Peter Jackson, ma la sua backstory viene interamente sacrificata, né si capisce quanto sia coinvolto nella faccenda il maestro Syfo-Dias, usato come prestanome per commissionare l'armata di cloni.
Per quanto concerne il personaggio di Anakin, la scelta di Lucas è di tenerlo in disparte per fargli compiere il suo percorso personale. Viene quindi dedicato molto tempo alla storia d'amore con Padmé, sviluppatasi a Naboo, e successivamente al suo tour delle memorie che lo vede tornare a Tatooine per dare un ultimo addio alla madre. Ancora una volta è il pianeta desertico a giocare un ruolo determinante, fungendo da fulcro per gli eventi della saga: è lì che ritroviamo un Watto invecchiato, oppure le versioni giovani di Owen e Beru Lars, che abitano alla fattoria di umidità dove un giorno vivrà Luke. Non manca C-3PO che finalmente dà inizio alla sua amicizia con R2-D2 e ovviamente i predoni Tusken, che favoriranno il primo vero passo di Anakin verso il lato oscuro. Anche in questo caso è presente un neo piuttosto fastidioso, capace di rovinare l'atmosfera: la recitazione di Christensen. Il giovane attore ci consegna infatti un Anakin piuttosto sgradevole, e in certi casi persino ridicolo. Questo si vede in special modo nelle scene amorose, in cui il ragazzo cerca in tutti i modi di darsi un tono, assumendo pose tragiche ma finendo invece per risultare imbarazzantemente vicino allo stile recitativo delle soap o dei telefilm adolescenziali. Fortunatamente si tratta di una fase transitoria: sia l'attore sia il personaggio avranno modo di evolvere nei successivi tre anni, proponendo ne La Vendetta dei Sith una performance nettamente migliore.
Il Tour Completo della Galassia
Come si è visto, L'Attacco dei Cloni è un film ricco di ambientazioni e quindi molto interessante anche sul profilo artistico. I luoghi già conosciuti ne La Minaccia Fantasma vengono tutti quanti rivisitati e mostrati sotto una nuova luce. Coruscant ad esempio viene notevolmente “ampliata”, portando lo spettatore a conoscere nuovi aspetti dell'immenso pianeta-città: la vita notturna, i locali malfamati, addirittura gli spacciatori di “spaccacervelli”, la droga locale. Degne di nota sono anche le sequenze diurne, come quella in cui Obi-Wan va a trovare il suo amico Dexter Jettster al bar, per chiedergli alcune informazioni, o quella in cui lo ritroviamo a studiare in biblioteca. L'ambientazione metropolitana avvicina moltissimo l'atmosfera della saga a quella del nostro stesso mondo e questo effettivamente può lasciare straniti, tuttavia si tratta di un lato di Star Wars che fino a quel momento era rimasto celato, ma che di certo non poteva non esistere. Interessante è anche il ritorno a Naboo: se i film precedenti avevano spesso e volentieri un ritmo concitato, ne L'Attacco dei Cloni i tempi narrativi sono più dilatati e ci si permette quindi di seguire Anakin e Padmé in quella che è a tutti gli effetti una vacanza. La Spagna e l'Italia sono ancora una volta il modello su cui vengono basate le scene a Naboo, vera e propria culla culturale della galassia. In particolar modo sono le sequenze sul lago di Como a imprimersi nella memoria per il loro sapore romantico e trasognato.
Chiaramente non si può fare a meno di soffermarsi su Tatooine, la costante della saga. Il pianeta desertico non è che una tappa piuttosto breve, ma è probabilmente quella più densa di elementi capaci di solleticare l'amore verso l'intera epopea. Tra il recupero di vecchi personaggi e ambientazioni, e l'interessante cammino intrapreso da Anakin dopo la morte della madre, non c'è proprio da lamentarsi per come tale scenario sia stato utilizzato. I pianeti nuovi invece sono essenzialmente due: Kamino è di sicuro il più originale, dato che consiste in una grande massa d'acqua dalla quale sorgono dei bizzarri edifici, i cui interni sono completamente bianchi. I kaminoani che vi risiedono sono figure enigmatiche e vagamente eteree, capaci di lasciare il dubbio su quale sia la natura del loro lavoro e a chi vada realmente la loro fedeltà. L'altro pianeta è Geonosis, un territorio caratterizzato da canyon rossastri, situato in territorio separatista e in cui vive una peculiare specie di insettoni antropomorfi. Si tratta di un setting decisamente meno originale, data la sua affinità con Tatooine, ma interessante abbastanza da sostenere l'ultima parte di film.
Se già La Minaccia Fantasma aveva fatto meraviglie nel campo degli effetti speciali, con L'Attacco dei Cloni si va oltre, mettendo in scena numerosi nuovi personaggi. Jar Jar appare molto meno, anche se il suo ruolo rimane comunque determinante, dato che sarà lui in qualità di senatore a conferire a Palpatine poteri speciali per affrontare l'emergenza. In compenso vediamo molte altre creature aliene, la maggior parte delle quali sono i Jedi che nel finale accorrono in massa su Geonosis. In questa occasione vediamo finalmente in azione molte figure che fino a quel momento erano state relegate sullo sfondo, primo fra tutti il possente umano Mace Windu (Samuel L. Jackson), dotato della sua particolarissima spada laser viola. Non va dimenticato in tutto questo l'utilizzo massiccio del green screen, sistema ideato in quegli anni che permetteva al reparto effetti speciali di integrare al meglio attori umani e effetti digitali. Il risultato più interessante di tutti è però la creazione del primo Yoda completamente in CGI, che nel finale del film vedremo finalmente affrontare in prima persona il Conte Dooku con un duello a base di spade laser. L'effetto è contemporaneamente esilarante e spettacolare.
Amore Attraverso le Stelle
Ancora una volta è John Williams a scrivere la colonna sonora di questo secondo episodio della saga. Il suo stile sinfonico rimane inconfondibile, capace di aggiungere quella componente epica e fiabesca che rende Star Wars diverso da qualsiasi altro progetto a base di astronavi. La maggior parte dei temi precedenti rimane ben presente nella partitura, pronti a far capolino qua e là per comunicare particolari sensazioni, ma fra tutti spicca il nuovissimo brano Across the Stars che per l'occasione viene addirittura distribuito come videoclip musicale. Si tratta del tema d'amore di Anakin e Padmé, uno straordinario componimento capace di passare con disinvoltura dall'epicità alla malinconia. Si può dire che grazie alle sue note Williams riesca a restituire alla tresca tra i due quella patina di sacralità che l'ingenua interpretazione di Christensen le aveva sottratto. La melodia è probabilmente una delle migliori della saga, capace di commuovere, esaltare e farsi nel contempo portatrice di luttuose promesse, accentuando il tono tragico della vicenda.
Non meno interessante è la rielaborazione dei temi già conosciuti, fra cui si ricorda il Duel of Fates, punta di diamante de La Minaccia Fantasma. Le concitate note che avevano incorniciato il duello con Darth Maul tornano qui per accompagnare la corsa disperata di Anakin nella distese desertiche di Tatooine in cerca della madre. E ancora una volta il significato è chiaro: saranno proprio le sue angoscie, frustrazioni e paure a condurre il giovane verso il suo tetro destino. Questa scelta fa inoltre del Duel of Fates la costante dell'intera trilogia prequel, dato che il brano avrà modo di tornare anche nel terzo episodio.
Il tocco più interessante e utile a capire il modus operandi di Williams è però il graduale svelamento della Marcia Imperiale. Già nel precedente film ne erano state inserite di straforo alcune note all'interno del Tema di Anakin, suggerendo gli sviluppi futuri della sua storia personale. Qui viene fatto decisamente di più, e infatti la Marcia viene utilizzata più volte. La sentiamo accennata nei momenti immediatamente precedenti alla strage dei Tusken, poi per la prima volta in maniera chiara nella scena in cui Anakin confessa a Padmé ciò che ha fatto. Infine, il tema esplode in tutta la sua prepotenza nella sequenza conclusiva, in cui vediamo sfilare l'esercito della Repubblica pronto a scendere in guerra, sotto gli occhi desolati dei Jedi. Il messaggio è chiaro: sebbene a marciare siano ”i buoni”, il male ha ormai infettato irrimediabilmente i romantici giorni repubblicani. Le armature dei cloni richiamano infatti quelle dei futuri Stormtrooper imperiali e la stessa struttura nelle navicelle sta progressivamente acquisendo quella forma triangolare per cui diventeranno tristemente famosi gli Star Destroyer.
Clonare le Clone Wars
Come ogni film della saga di Star Wars, anche L'Attacco dei Cloni ebbe degli incassi molto alti. Non furono però abbastanza alti da superare La Minaccia Fantasma, che a dispetto dalla sua cattiva fama rimaneva comunque una hit di tutto rispetto. Curiosamente il secondo episodio passò invece alla storia del cinema come quello che fece la peggior performance al botteghino, sicuramente un contraccolpo dovuto al cattivo passaparola del film precedente. La critica fu leggermente più tenera questa volta, anche se non mancarono le voci dissonanti che continuarono a non gradire la direzione seriosa che la space opera di George Lucas aveva preso. Lo stesso Leonard Maltin, convinto sostenitore di tutti gli episodi della saga, si dichiarò leggermente deluso dalla mancanza di dialoghi incisivi, lamentando probabilmente la povertà di scrittura alla base degli scambi fra i due protagonisti. Generalmente però L'Attacco dei Cloni venne considerato un buon passo avanti: la storia si era finalmente avviata verso la sua meta, e qua e là i riferimenti ai film originali aiutavano a orientarsi decisamente meglio di quanto aveva fatto lo straniante primo episodio.
Inoltre, cosa ancor più importante, L'Attacco dei Cloni portava avanti in modo coerente quella riflessione sulle radici del male, di cui Lucas aveva posto le basi ne La Minaccia Fantasma. A condurre Anakin sulla strada sbagliata infatti non era il desiderio di nuocere, bensì la paura, la tristezza, la frustrazione e tutti quei sentimenti negativi che facevano parte del suo bagaglio sin dalla più tenera età. A tutto questo si aggiungeva la scarsa lungimiranza dell'Ordine Jedi, che nel condannare l'attaccamento e promuovere il controllo di certe pulsioni non poteva far altro che trasformare in una bomba a orologeria un soggetto come lui.
Ormai mancava solo un altro film per chiudere il cerchio e ricongiungersi con la pellicola del 1977. In attesa di far uscire La Vendetta dei Sith (2005), la Lucasfilm fece in modo di produrre un'adeguata mole di materiale che potesse colmare questi tre anni di vuoto e raccontare nel dettaglio le Guerre dei Cloni, facendo chiarezza su molti misteri del film. Uscirono dunque numerosi romanzi, fumetti e persino una bellissima serie di short televisivi in animazione tradizionale diretti da Genndy Tartakovsky, in cui si raccontavano in modo virtuoso gli eventi immediatamente precedenti al terzo episodio. Nel complesso si trattava veramente di moltissimo materiale, difficilmente gestibile senza incappare in grosse incongruenze, così in seguito alla scelta di George Lucas di dare la sua ufficiale versione dei fatti nella serie animata in CGI The Clone Wars (2010), tutta la precedente produzione venne scanonizzata e retrocessa al rango di Legends, cadendo in un oblio immeritato. Si trattava di un duro prezzo da pagare, ma il sacrificio diede modo alla Lucasfilm di dare all'universo di Star Wars quella coesione che fino a quel momento era mancata.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Star Wars Episode II: Attack of the Clones
- Anno: 2002
- Durata:
- Produzione: George Lucas, Rick McCallum
- Regia: George Lucas
- Storia: George Lucas
- Cast: Pernilla August, Kenny Baker, Ahmed Best, Rose Byrne, Hayden Christensen, Anthony Daniels, Oliver Ford Davies, Samuel L. Jackson, Jimmy Jimmy Smits, Christopher Lee, Ian McDiarmid, Ewan McGregor, Temuera Morrison, Frank Oz, Natalie Portman, Jack Thompson, Leeanna Walsman
- Musica: John Williams
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Pernilla August | Cast (Shmi Skywalker) |
Kenny Baker | Cast (R2-D2) |
Ahmed Best | Cast (Jar Jar Blinks / Achk Med-Beq (voice)) |
Gavin Bocquet | Production Design |
Rose Byrne | Cast (Dormé) |
Hayden Christensen | Cast (Anakin Skywalker) |
Anthony Daniels | Cast (C-3PO / Dannl Faytonni) |
Oliver Ford Davies | Cast (Sio Bibble) |
Samuel L. Jackson | Cast (Mace Windu) |
Jimmy Jimmy Smits | Cast (Senator Bail Organa) |
Christopher Lee | Cast (Count Dooku / Darth Tyranus) |
George Lucas | Produttore Esecutivo; Regista; Storia |
Rick McCallum | Produttore |
Ian McDiarmid | Cast (Supreme Chancellor Palapatine) |
Ewan McGregor | Cast (Obi-Wan Kenobi) |
Temuera Morrison | Cast (Jango Fett) |
Frank Oz | Cast (Yoda (voice)) |
Natalie Portman | Cast (Queen Amidala / Padmé) |
Jack Thompson | Cast (Cliegg Lars) |
Leeanna Walsman | Cast (Zam Wesell) |
John Williams | Musica |