The Opry House
Allestire uno Spettacolo
The Opry House è un cortometraggio fondamentale per l'evoluzione di Topolino. La musica, dopo l'introduzione del sonoro, sta prendendo sempre più piede negli short di Walt, e il ritmo produttivo di lì a poco aumenterà, mettendo gli artisti in condizione di dover trovare formule collaudate per produrre un gran numero di cortometraggi in poco tempo. Viene così inaugurato un fortunato filone, quello degli spettacolini, che vedrà Topolino e soci allestire di volta in volta degli show sempre diversi, quasi sempre con pochi mezzi. The Opry House è il primo corto di questa tipologia, e come già aveva fatto Oswald in Bright Lights, parodizza il genere del vaudeville (varietà), molto in voga in quegli anni. Minni non appare, se non in un poster appeso all'esterno dell'edificio, dove troviamo Topolino intento a spazzare l'ingresso. Una delle caratteristiche del giovane Mickey è infatti quella di mettersi in gioco, sperimentando lavori sempre diversi. Lo ritroveremo infatti più tardi come interprete unico di ogni numero dello show. Una delle caratteristiche di questo filone infatti è che i cortometraggi saranno spesso suddivisi in singole scenette, presentando materiale anche molto eterogeneo.
Arrivano i Guanti
Dopo l'introduzione orchestrale in cui vengono eseguiti pezzi dalla Carmen di Bizet, troviamo infatti Topolino nel ruolo di incantatore di serpenti, “danzatrice” del ventre e pianista focoso, capace di suonare il suo strumento prendendolo a pugni. Uno dei brani suonati da Topolino è la celebre Rapsodia Ungherese n. 2 di Listz, che in futuro sarà colonna sonora di sequenze animate analoghe, tra cui l’esibizione del gatto Tom in Cat Concerto (1947, MGM) e il duello pianistico tra Paperino e Duffy Duck in Chi ha incastrato Roger Rabbit?. Questa varietà di situazioni dà agli artisti campo libero per sbizzarrirsi con trovate visive anche molto differenti, e spesso politicamente scorrette, come ad esempio la gag del grassone che non riesce a passare attraverso la porta e viene quindi sgonfiato da Topolino con un chiodo, oppure le frequenti parodie delle minoranze, in questo caso riguardanti arabi ed ebrei. La vena surreale degli artisti dell'epoca non risparmia nemmeno gli oggetti: non sarà infatti l'ultima volta che vedremo pianoforti e sgabelli prendere vita e ribellarsi al musicista. Va notato che in The Opry House Topolino acquista il suo look definitivo, aggiungendo al suo guardaroba un paio di guanti. Non li ha dall'inizio del corto ma appaiono non appena iniziano le sue esibizioni: servivano infatti ad evidenziare i movimenti delle dita, che altrimenti nella scena del pianoforte sarebbero sembrate una massa nera indistinta. Questa necessità momentanea avrebbe poi caratterizzato il futuro del personaggio, che da questo momento avrebbe smesso di circolare “a mani nude”.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: The Opry House
- Anno: 1929
- Durata:
- Produzione: Walt Disney
- Regia: Walt Disney
- Musica: Carl Stalling
- Animazione: Ub Iwerks
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Walt Disney | Produttore; Regista |
Ub Iwerks | Animazione |
Carl Stalling | Musica |