Zio Paperone l'Incredibile Avaro Miniaturizzato

Azione in Miniatura

In questa nuova avventura, Don Rosa costruisce venticinque tavole ricche di azione frenetica, alternata a sapienti battute e gag fisiche piuttosto decise, raffigurando germi, pidocchi e personaggi in precarie condizioni igieniche. Lo spunto di partenza è ancora una volta il sequel di un classico barksiano, Zio Paperone e il Riduttore Atomico, tuttavia Don Rosa preferisce farne una variazione sul tema. Questa volta il riduttore non solo rimpicciolisce, ma destabilizza la struttura molecolare degli elementi che irradia, facendone diminuire progressivamente le dimensioni.

Paperone e Paperino diventano sempre più piccoli, vignetta dopo vignetta, incartandosi di continuo, e trovando ostacoli via via più enormi. La coppia funziona molto bene, e presenta una chimica perfetta: i due si spalleggiano a vicenda, con dinamiche realistiche. È l’occasione per Don di giocare con la fisica ancora una volta, e di proporre una serie di improbabili prospettive sulla realtà con effetti sempre più distorcenti. In questo modo, l’Avaro Miniaturizzato si inscrive a pieno titolo nel filone scientifico/tecnologico piuttosto che in quello dei seguiti barksiani.

Riduttori Comparati

La vicenda ha luogo nel giorno delle grandi pulizie del Deposito, luogo in cui Paperone conserva sia i suoi tesori più preziosi, ma anche il ciarpame che non intende buttare via, concetto che tornerà in una delle sue ultime storie, Un Tesoro tra i Rifiuti. Nelle prime vignette compaiono così molteplici oggetti provenienti da storie sia di Barks che dello stesso Don, nel classico gioco di riferimenti tipico dell’autore. Paperino per errore accende il riduttore, e da lì comincia una corsa contro il tempo per evitare la propria scomparsa: vediamo i paperi correre tra monete giganti, perdersi tra i peli della barba di un Bassotto e finire in una tasca piena di mostruosi microbi.

Rosa inoltre tende a rendere l’azione sempre più tecnica e meno banale: anche il Deposito viene infatti sottoposto al riduttore, ma ad una diversa intensità. Di conseguenza il suo decremento avviene ad un ritmo differente rispetto ai Paperi, che muovendosi al suo interno si ritrovano a dover gestire un continuo cambio di proporzioni, inciampando su ostacoli improvvisi e rischiando di venir stritolati dalle pareti. In questa ridda di azioni e di ambienti, si vede il diverso approccio con il maestro Barks. Se nell’originale barksiano il rimpicciolimento portava ad una scaramuccia con le formiche e la tensione era piuttosto stemperata, nella versione di Don Rosa c’è un fortissimo senso del pericolo. In più di un dialogo tra zio e nipote viene sottolineata la minaccia, portando il lettore a sentire il loro stesso senso di urgenza. E in questo aspetto si può dire che l’artista di Louisville abbia dimostrato la capacità di superare il proprio maestro.