Zio Paperone e il Tesoro di Re Creso
Un Tesoro Fuori Scena
Il 1995 si apre con una storia che testimonia il raggiungimento della piena maturità grafica di Don Rosa. Il lavoro sulla Saga è stato il suo ideale punto di partenza per un percorso stilistico che manterrà alto il livello fino al termine del decennio, salvo poi entrare nella sua “fase senile” caratterizzata da un tratto via via più legnoso. Il Tesoro di Creso funziona ottimamente sia sul versante narrativo, sia su quello grafico, con un felice incontro tra il dettaglio donrosiano e il dinamismo disneyano. La storia è una classica caccia al tesoro, che in apparenza potrebbe sembrare del tutto indipendente da qualsivoglia riferimento barksiano pregresso.
In realtà, il racconto nasce per mettere una toppa sulla prima opera di Don Rosa: nelle prime tavole del Figlio del Sole, tra i tesori alla mostra fa infatti capolino una teca con parte del tesoro di Creso, inserito lì all’ultimo momento per sostituire il Bombastium, visto come poco credibile da esporre al museo. Il motivo della presenza di questo “tesoro mai narrato” è da ricercarsi nella barksiana Paperino e il Tesoro della Regina, in cui il tesoro di Creso veniva citato con disinvoltura, come se fosse stato trovato fuori scena. Considerata la forma mentis di Don Rosa, era solo questione di tempo prima che arrivasse il turno di raccontare anche questa caccia al tesoro, colmando un buco, mischiando storia e mitologia greca e infine ponendo il personaggio di Amelia sotto una nuova luce.
Paperino Groucho e Amelia Circe
La vicenda si apre dove tante altre finiscono, con uno spettacolare e caotico attacco stregonesco, realizzato sul saggio suggerimento di Byron Erikson, l’editor di Don, per poi proseguire a suon di viaggi e dettagli storici. Si tratta del consueto Rosa nozionistico, preciso, accurato, ricco di informazioni ma non per questo meno divertente. Veniamo quindi a scoprire maggiori dettagli su Creso, finanziatore del tempio di Artemide ad Efeso e ricco re della Lidia. Proprio a questo particolare si aggancia l’autore per alleggerire il tono: memore di un film dei fratelli Marx, At the circus (1939), Paperino continua a cantare a squarciagola un classico sketch comico di Groucho Marx, la canzone delirante Lydia the Tattooed Lady, con un effetto surreale e divertente.
Dopo un’emozionante caccia al tesoro condotta tra colonne, epigrafi e sconcertanti rivelazioni, il cerchio si chiude proprio nel covo di Amelia sul Vesuvio, dove Don Rosa inquadra sotto una luce nuova i poteri magici della strega e il Tocco di Mida che da sempre va ricercando. Nel finale Paperino porta una luce razionale nel confronto tra Amelia e Paperone, prendendosi la scena in modo decisamente rilevante rispetto al passato: finalmente, dopo diverse pagine di alienazione, il marinaretto riprende la posizione che merita.
L’Erede di Creso
Non manca il tipico villain dalla faccia da maiale tipico delle storie di Barks, anche se qui abbiamo un twist narrativo. Infatti il turco professor Owatta Pigayam (gioco di parole che significa “Sono proprio un maiale”) non è altri che un appassionato studioso che cerca di non far perdere al suo paese un eccezionale ritrovamento archeologico, cosa peraltro già accaduta con il tesoro di Troia. In questo passaggio, all’apparenza minore, vi è tutto il realismo e l’afflato satirico donrosiano, ricco di personaggi caratterizzati con diverse sfumature di grigio. Dall’altro lato vi è un Paperone tenace, prepotente, molto capitalista, forte di un diritto acquisito da tempo, ma ciò nonostante pronto a tutto pur di metter mani su quel tesoro.
Non c’è solo volontà di arricchimento, ma desiderio di scoprire cosa fosse più caro all’uomo più ricco dell’antichità. Paperone di fatto è un fan di Creso, allo stesso modo di quanto Don Rosa sia fan di Barks, e vuole saperne il più possibile, entrando addirittura in competizione con lui. In questo senso vanno lette l’appassionante scena dell’esercito turco, oppure la scoperta finale, con un’inquadratura sempre più ravvicinata in piccole vignette, che portano alla paradossale scoperta di quanto Paperone sia simile al mitico re. In fondo, dopo averne scritto la miglior biografia, Don Rosa può permettersi di portare Paperone ancora più in alto, ed inscriverlo, a buon ragione, nel mito, sia che si tratta di antica Grecia, sia che si tratti della moderna America.
di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Uncle Scrooge - The Treasury Of Croesus
- Anno: 1995
- Durata:
- Storia: Don Rosa
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Don Rosa | Disegni; Storia |