Bearly Asleep

Humphrey il Reietto

Nel 1955 il Cinemascope si è ormai affermato come standard per i corti di Paperino, e Bearly Asleep non fa eccezione, sfruttando con buoni risultati il formato panoramico. Si tratta della terza apparizione dell'orso Humphrey, personaggio che si sta rivelando il vero mattatore di questa fase terminale della serie di Donald. Il goffo plantigrado sembra star crescendo sempre più nei cuori del pubblico e degli stessi animatori, che si divertono moltissimo a riproporlo. Non è difficile capire perché: Humphrey è un vero e proprio pagliaccio, una figura scomposta e infantile che tende a perdere nel confronto con Paperino, laddove gli insettini e i piccoli roditori usati in precedenza riuscivano invece ad avere la meglio. Insomma, dopo anni di comprimari teneri e carini, Humphrey costituisce una variante non da poco, dato il suo essere intrinsecamente buffo. In questa occasione, il personaggio ci viene dipinto come un vero e proprio disadattato, incapace di integrarsi con gli altri orsi, persino durante il letargo: il poveretto viene infatti esiliato dal gruppo a causa del suo russare, ed è costretto a cercare riparo nella casetta di Paperino, sperando di scroccargli un posto dove stare.

Paperino Ranger?

Siamo di fronte all'ennesima bomba comica, ricca di gag straordinarie e dai tempi comici perfetti. Bearly Asleep presenta però un'incongruenza con il resto dei corti dedicati ad Humphrey: non vi è traccia del ranger Ocarina, il cui ruolo viene invece momentaneamente rubato da Paperino. Chiaramente all'epoca non si dava molta importanza al concetto di continuity, ma si preferiva puntare invece sulla funzionalità. Nel giro di pochi anni però le cose sarebbero cambiate e, in occasione di un episodio della serie televisiva antologica Disneyland, si preferì spiegare questo passaggio di consegne con una scenetta di raccordo, realizzata ad hoc. Un'ulteriore singolarità è che Humphrey usa il suo stesso nome per riferirsi ad un fantomatico orso che secondo lui l'ha infastidito, lamentandosene con Paperino. Probabilmente in quella fase non c'era ancora la sicurezza che Humphrey sarebbe diventato il nome definitivo del buffo orso. Visivamente inoltre, l'artista dei fondali Ray Huffine adotta di nuovo quello stile minimalista ma efficace mutuato da Mary Blair, e arricchito da quelle texture realistiche già usate anche da Eyvind Earle. L'orso sarebbe tornato nel corto successivo, Beezy Bear, per vivere la sua quarta e ultima contesa con Paperino.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Bearly Asleep
  • Anno: 1955
  • Durata:
  • Produzione: Walt Disney
  • Regia: Jack Hannah
  • Storia: ,
  • Musica: Oliver Wallace
  • Animazione: Bob Carlson, Al Coe, Volus Jones
Nome Ruolo
Al Bertino Storia
Bob Carlson Animazione
Al Coe Animazione
Dave Detiege Storia
Walt Disney Produttore
Yale Gracey Layout
Jack Hannah Regista
Ray Huffine Fondali
Volus Jones Animazione
Oliver Wallace Musica