Attenti al Raffreddore
George Geef
Il personaggio di George Geef era nell'aria da un po' di tempo. La volontà degli artisti Disney all'inizio degli anni 50 era infatti quella di focalizzarsi sulla satira sociale: utilizzare Pippo, uno dei personaggi più versatili del cast disneyano, come avatar per mettere in burletta l'uomo medio poteva essere una via percorribile. Nel 1951, dopo una manciata di cortometraggi in cui Pippo aveva progressivamente perso i suoi tipici tratti somatici e caratteriali, si decide di creare appositamente l'identità alternativa di George Geef, per muoversi più liberamente. Il passaggio di testimone si può intravedere già nel precedente Home Made Home, ma è con Cold War che il personaggio riceve questo nome e si inizia a costruire il suo personale microcosmo. George ci viene infatti mostrato nel pieno della sua quotidianità, con tanto di moglie e regolare lavoro d'ufficio. Per differenziarlo ulteriormente da Pippo si decide di rendere la sua carnagione rosata, umanizzandolo ancora di più e rendendolo del tutto autonomo dal modello base. Il risultato è che il personaggio che agisce in Cold War è irriconoscibile da quel Goofy che permane nei credits come titolare di serie.
Raffreddore Identificativo
Non sarà questo il look definitivo del personaggio, però. Infatti, qualche tempo dopo, anche in questa nuova identità torneranno a filtrare i tradizionali tratti somatici di Pippo, mostrando una certa indecisione da parte degli artisti. L'argomento di Cold War, primo corto di questa nuova “vita”, è il raffreddore e come questo piccolo inconveniente sia in grado di sconvolgere le abitudini e la quotidianità di George. Il soggetto in questione viene ostracizzato dal capo in ufficio, si sente abbandonato quando a casa non trova la moglie ad attenderlo, e non sembra nemmeno essere in grado di curarsi da solo. Il meccanismo identificativo in grado di avvicinare il pubblico al personaggio non è mai stato tanto forte. Con l'arrivo a casa della signora Geef, il povero pippide si affiderà alle sue amorevoli cure e lo spettatore lo seguirà lungo il decorso della malattia, fino al suo ritorno in ufficio. La voce narrante degli How To è sempre presente, anche se d'ora in poi sarà meno invasiva, lasciando “la parola” alle situazioni, che si riveleranno di per sé sempre molto eloquenti. Le dinamiche di questo straordinario filone di corti anticipano quelle di alcune future sit-com animate prodotte per la televisione come The Flintstones o The Simpsons, dimostrando una lungimiranza davvero notevole e la volontà di portare i corti Disney verso un territorio inesplorato e decisamente più maturo.
Nota: Da qui in poi, ogni volta che George aprirà la porta di casa, verrà riciclato lo stesso scenario visto nelle sequenze introduttive di Goofy Gymnatics (1949) e Hold That Pose (1950).
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Cold War
- Anno: 1951
- Durata:
- Produzione: Walt Disney
- Regia: Jack Kinney
- Storia: Dick Kinney, Milt Shaffer
- Musica: Joseph S. Dubin
- Animazione: Ed Aardal, Hugh Fraser, Wolfgang Reitherman, John Sibley
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Ed Aardal | Animazione |
Jack Boyd | Effetti d'Animazione |
Walt Disney | Produttore |
Joseph S. Dubin | Musica |
Hugh Fraser | Animazione |
Dick Kinney | Storia |
Jack Kinney | Regista |
Wolfgang Reitherman | Animazione |
Art Riley | Fondali |
Milt Shaffer | Storia |
John Sibley | Animazione |
Al Zinnen | Layout |