Donald and the Wheel
Gli Spiriti del Progresso
Nel 1961 si chiude la carriera cinematografica di Paperino, con l'uscita sul grande schermo dei suoi ultimi due lavori. Il primo è un film di diciotto minuti dall'impostazione analoga a quella del bellissimo Donald in Mathmagic Land (1959). Negli ultimi tempi il papero si era dimostrato particolarmente adatto ad essere usato in produzioni di carattere divulgativo. Si può dire che questo Donald and the Wheel nasca da “una costola” di quanto espresso nel mediometraggio di due anni prima: il suo scopo è spiegare l'importanza della ruota nella storia dell'uomo, e come questa elementare figura geometrica si applichi alla maggior parte degli oggetti di uso quotidiano. Presentatori del programma sono i due spiriti del progresso, uno smilzo ragazzetto e un vecchio dalla voce baritonale, ripresi in live action e rigorosamente in silhouette. Lo scopo di questi due personaggi è rintracciare nelle pieghe della storia il creatore della ruota e ispirargli tale prodigiosa invenzione. Dopo la scenetta introduttiva in cui i due celebrano i pregi della ruota, ci si sposta nella preistoria, dove la scelta ricade su un clone neanderthaliano di Donald.
Visioni dal Futuro
Il papero delle caverne riscontra delle evidenti difficoltà legate ai trasporti, e così i due spiriti gli mostrano uno scorcio del futuro attraverso tre sequenze esplicative. Nella prima ovviamente il tema sono i veicoli: dal carretto all'automobile, passando per il treno, vediamo tutte le relative applicazioni della ruota. Successivamente, l'argomento viene affrontato da un punto di vista spiccatamente geometrico, e si parla di come la terra, la luna e le rispettive orbite siano appunto rotonde, si paragona il tutto ad ingranaggi di un congegno meccanico e, per dar maggior incisività alla dissertazione, si mette di fronte a Paperino una ballerina in live action, facendo danzare entrambi sopra un disco. Nell'ultima parte il papero verrà portato ai giorni nostri per vivere una giornata tipo dell'era moderna, notando come la ruota sia ovunque intorno a lui. Tutto questo si rivelerà decisamente troppo per il suo cervello e, paradossalmente, al termine del film Paperino deciderà di non inventare la ruota, lasciando la responsabilità a qualcun altro, con notevole scorno dei due spiriti.
Musica Didattica
Donald and the Wheel rappresenta il primo utilizzo di Paperino nell'epoca della xerografia, tecnica che permetterà all'animazione Disney di tornare a risplendere. Le animazioni che lo riguardano sono infatti strepitose e la mimica di Donald viene ottimamente declinata anche in salsa preistorica, come si nota nella sequenza di danza in cui lo vediamo muoversi in modo scimmiesco. Per illustrare i concetti con chiarezza viene comunque fatto uso di animazione ridotta o schematica, di riprese live action e addirittura del rotoscopio. Per quanto riguarda la musica, le strumentali di Buddy Baker riproducono alla perfezione quell'atmosfera mistica che tanto aveva impreziosito il precedente mediometraggio, ma vengono del tutto sacrificate per far spazio alle canzoni dei due spiriti, scritte da Mel Leven con la sua tipica impostazione jazz.
- Wheel - È il tema principale, che parla delle meravigliose possibilità della ruota. Funge da numero introduttivo, e ritorna nel finale per un lungo reprise.
- On Wheels of Progress - Si tratta della canzone che accompagna l'excursus sull'evoluzione dei veicoli nella storia dell'uomo.
- The Principle of the Thing - Spiega il motivo per cui ingranaggi più piccoli sembrano ruotare più velocemente, ed è un ottimo esempio di capacità Disney di istruire divertendo. Fra tutte è sicuramente la canzone più orecchiabile, e l'unica davvero memorabile.
Una Spanna Sotto
Esattamente come Donald in Mathmagic Land, anche Donald and the Wheel ricevette un adattamento a fumetti, disegnato da Tony Strobl e uscito come comic book one-shot. Sebbene le affinità fra i due progetti siano evidenti, non si può dire che questo secondo film didattico con Paperino abbia molto a che spartire col predecessore in termini qualitativi. Il minutaggio è inferiore di quasi dieci minuti, e di conseguenza anche il respiro. L'argomento preso in esame è decisamente più limitato, e alcune infelici scelte artistiche non lo aiutano a superare indenne la difficile prova del tempo. In particolare, le canzoni di Mel Leven sono datate e fin troppo legate al periodo, togliendo universalità e dunque freschezza al prodotto. La vera nota stonata però sono i due spiriti in live action: ne vediamo solo le sagome, eppure tanto basta a farli apparire grotteschi e puerili, simili coi loro stucchevoli balletti a conduttori di un programma prescolare. Tutt'altro effetto ha invece la componente animata, come sempre inossidabile e in grado di percorrere i decenni senza perdere un briciolo della sua efficacia.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Donald and the Wheel
- Anno: 1961
- Durata:
- Produzione: Walt Disney
- Regia: Hamilton S. Luske
- Storia: Bill Berg
- Musica: Buddy Baker, Mel Leven
- Animazione: Les Clark, Hal King, Fred Kopietz
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Buddy Baker | Musica |
Bill Berg | Storia |
Les Clark | Animazione |
Walt Disney | Produttore |
Don Griffith | Layout |
Hal King | Animazione |
Fred Kopietz | Animazione |
Mel Leven | Canzoni |
Hamilton S. Luske | Regista |
Eustace Lycett | Effetti Speciali |
Joshua Meador | Effetti d'Animazione |
Art Riley | Colore / Styling |
McLaren Stewart | Art Styling |