Paperino e l'Auto a Pezzi

I Vicini Arraffoni

Con Recalled Wreck Don Rosa realizza la sua terza breve di fila, una delle sue storie più libere e autonome. Non appartiene infatti a un filone di riferimento già codificato, questa caccia al tesoro compiuta da un Paperino maniacalmente perfezionista, alla ricerca per tutto il vicinato dei pezzi dell'amata 313, smontata per la revisione annuale. Ritroviamo qui la tipica tendenza a strafare di Donald, che in molte celebri storie di Barks portava il papero alla disfatta, stratagemma che Don utilizzerà in maniera più netta in futuro. Le gag visive si sprecano: memorabili gli improbabili utilizzi delle diverse componenti (griglie del radiatore come strumenti da barbecue e via dicendo).

Ma soprattutto conosciamo le grottesche figure che animano il circondario del tipico sobborgo paperopolese/americano, come i vicini benpensanti di Paperino, che lo conoscono per essere that crazy Donald Duck from across the street. Ancora più sorprendente la “tranquilla” vecchina che ricicla i parafanghi come vasi per le sue orchidee e che, avidissima, strappa al papero parecchi verdoni. Infine, il criminale pluricarcerato che vede nel numero 313 il suo portafortuna, e con cui Paperino ingaggerà una sonora rissa. Rosa svolge queste sequenze con attenta cura agli spazi delle tavole: la vicenda delle targhe dura due tavole esatte, la gag della vecchina non dura più di mezza pagina, scandendo perfettamente il ritmo dell'azione e dando ordine e coerenza all'insieme. La storia si risolve nell'ultima tavola, un vero fulmen in clausola, che riserva a Paperino il solito sferzante finale.

Sotto il Segno di Carl Barks

Anche qui è evidente il piacere di Rosa per il particolare. Gli sfondi urbani rivelano spesso e volentieri gli strani e bizzarri veicoli che Barks usava nelle sue storie, qui in forma di easter eggs. Jones e la sua passione per i tulipani arriva da Zio Paperone e il Tesoro del Vecchio Volpe (1954), mentre la signora che teme per l'incolumità del ragazzino è presa di peso da Paperino e il Feticcio (1949).

Da notare invece una discrepanza di continuity, per quanto riguarda le origini della 313. Nelle prime vignette Rosa fa affermare a Paperino di essere stato lui a costruire la sua automobile molti anni fa, e di pagare un plus annuale per poter mantenere il suo numero di targa. Viene ignorata dunque quella che è ad oggi considerata la “vera” origine della 313, ottenuta in Messico da Paperino dopo aver barattato il suo asinello, come visto nel cortometraggio Don Donald (1937). Ma, come noto, l'artista del Kentuky non accoglie nel suo canone personale informazioni estranee ai fumetti barksiani, preferendo basare la sua “teoria” su una battuta tratta da Paperino in Vulcanovia (1947) in cui si allude alla struttura “composita” del macinino di Paperino.