Elephant in the Room
Apoteosi Cromatica
Il tredicesimo corto della collezione Short Circuit è diretto da Brian Scott e costituisce un erede diretto di quella forma di ibridismo nata in Paperman (2012) e proseguita con Feast (2014), che vedeva nel software Meander la base per mettere insieme animazione tradizionale e computer grafica. Questo principio è stato poi ereditato da quasi ogni short del programma sperimentale, ma con Elephant in the Room viene nello specifico replicato l’approccio grafico di Feast. I personaggi infatti risultano bidimensionali grazie al tipo di colorazione a tinte piatte che li fa somigliare ai color test usati come concept art nel cinema d’animazione. Cromaticamente siamo però di fronte ad un lavoro anche migliore: i colori brillanti e le loro calde tonalità conferiscono alle immagini un fortissimo appeal. La storia, inoltre, è un po’ più articolata rispetto allo standard della serie, e copre un lasso di tempo più lungo.
Cemento Musicale
Nelle giungle dell’India un ragazzino trova un elefantino disperso e lo adotta: il padre vorrebbe che l’animale lo aiutasse nel suo lavoro alla piantagione di banane, il bambino lo vuole come compagno di giochi mentre il cucciolo desidera tornare dalla sua famiglia. Alla fine della storia tutti riescono in qualche modo ad ottenere quello che vogliono, ma per accorgersene sarà importante osservare l’epilogo narrato attraverso le immagine statiche dei titoli di coda, uno stratagemma sempre più in voga da quelle parti. Meraviglioso sul fronte visivo, con una citazione allo stile di John Lounsbery nel design degli elefanti adulti, articolato dal punto di vista narrativo e avveniristico nell’uso del colore, Elephant in the Room utilizza come collante una romantica canzone firmata da Toft Willingham che ne attraversa l’intero svolgimento. Arte disneyana al suo meglio, in grado di trovare il giusto punto d’incontro fra discipline artistiche molto diverse.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Elephant in the Room
- Anno: 2020
- Durata:
- Regia: Brian Scott
Credits
Nome | Ruolo |
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Brian Scott | Regista |