Tornare A Casa
Jacob Frey, il Fuorisede
Nella filmografia dei Walt Disney Animation Studios, Going Home è sicuramente una delle opere più peculiari e dalla forte impronta autoriale. Il suo regista, il tedesco Jacob Frey, ha voluto infatti raccontare al pubblico un po’ della sua storia, e l’ha fatto adottando un linguaggio intimo e un registro malinconico. Frey si era fatto conoscere presso il grande pubblico grazie ad un cortometraggio indipendente, il toccante The Present (2014), divenuto nel giro di pochi anni un fenomeno virale sul web. Dopo quella sua prima esperienza di regia, aveva intrapreso una carriera come animatore, lasciando la Germania per trasferirsi brevemente a Parigi e poi negli Stati Uniti, ed entrare a pieno titolo nello staff dei Walt Disney Animation Studios, lavorando a pellicole come Zootopia e Moana.
Il suo ritorno alla regia avviene con il varo del programma sperimentale Shortcircuit di cui Going Home fa parte. Uscito nell’ambito della seconda stagione dell’iniziativa, il cortometraggio è il secondo gioiello della nuova collezione, ed è probabilmente quello che rimane più impresso. Lo stile scelto per il corto è fortemente minimalista, e la tecnica strizza l’occhio agli ibridismi che già sono stati la spina dorsale del programma Shortcircuit: si tratta di CGI, renderizzata però a tinte piatte, con un look bidimensionale molto scarno.
La Strada di Casa
Tutto in Going Home è studiato per suggerire un senso di perdita e di vuoto: nei quasi tre minuti di durata, seguiamo un giovane uomo – alter ego di Frey – lungo il tragitto che porta dalla stazione alla casa dei suoi genitori. Lo scenario intorno a lui però cambia continuamente e in breve lo spettatore si rende conto che non sta assistendo ad un singolo ritorno a casa, ma ad un montaggio di diversi momenti che raccontano anno dopo anno, ritorno dopo ritorno, i cambiamenti nel mondo intorno a lui. Ad accompagnarlo nella strada verso casa è la colonna sonora di Jake Monaco, un triste assolo di pianoforte che raggiunge il massimo picco emotivo durante l’agghiacciante soggettiva finale in cui il ragazzo, camminando dal cancello al pianerottolo, assiste al progressivo invecchiamento e alla morte dei suoi genitori.
Going Home è un capolavoro di poesia e allo stesso tempo un cazzotto nello stomaco, che il positivo accenno finale alla nuova famiglia del protagonista allevia solo in parte. Registicamente molto maturo, e assolutamente perfetto nello sfruttare ogni singolo momento della sua breve durata per gestire la progressione emotiva dello spettatore, è in grado di trasmettere con pochi cenni tutta la sofferenza del protagonista. Di certo è la conferma di come il programma Shortcircuit possa fungere da sfiatatoio per progetti diversi e più lontani dell’anima mainstream per la quale i Walt Disney Animation Studios sono famosi.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Going Home
- Anno: 2021
- Durata:
- Regia: Jacob Frey
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Jacob Frey | Regista |