Oceania
Squadra che Vince
Nella storia dell’animazione Disney è sicuramente a John Musker e Ron Clements che spetta il primato del maggior numero di pellicole dirette. Moana è infatti il settimo lungometraggio a portare la firma dei due registi, dopo Basil, La Sirenetta, Aladdin, Hercules, Il Pianeta del Tesoro e La Principessa e il Ranocchio. Si tratta di un record assoluto se si pensa al contesto produttivo disneyano, in cui la figura del regista rimane spesso in ombra e viene meno percepita rispetto ad altri ambiti. John Lasseter era ben conscio dell’affiatamento dei due e così, sin dai suoi primissimi giorni di gestione, aveva scelto di puntare su Musker e Clements, riportandoli ai WDAS dopo un periodo di allontanamento e affidando loro sia la favola di Tiana che il film successivo. Inizialmente questo lungometraggio avrebbe dovuto essere Mort, l’adattamento di un noto romanzo di Terry Pratchett appartenente al ciclo del Mondo Disco, ideale per sfogare la carica umoristica dei due registi. Il progetto venne però rapidamente archiviato a causa di alcuni contrasti con gli eredi di Pratchett, che avrebbero voluto che la Disney acquistasse in blocco i diritti dell’intera saga, e così Musker e Clements ripiegarono su una storia del tutto nuova, di ambientazione polinesiana. Era la seconda volta che lo studio si immergeva in quelle atmosfere dopo Lilo & Stitch (2002) e la prima in cui veniva data la possibilità di addentrarsi davvero nella mitologia di quei luoghi.
A colpire i registi, durante quei primi giorni di ricerche sulla storia delle isole, fu la scoperta di come tre millenni fa in Polinesia le esplorazioni via mare cessarono di colpo, per poi riprendere soltanto mille anni dopo. L’idea alla base di Moana sarebbe stata spiegare cosa accadde nel mezzo, costruendo su questo mistero un'avventura scanzonata con una nuova protagonista femminile. Particolarmente memorabile fu il viaggio di documentazione dello staff, che toccò nell’ordine le Fiji, Samoa, Tahiti, la Nuova Zelanda e le Hawaii, costituendo una vera e propria folgorazione per gli artisti coinvolti. Alcuni insegnamenti impartiti dalla popolazione locale divennero fondamentali nella concezione del film, come ad esempio il motto “conosci la tua montagna”, per riferirsi all’insieme di conoscenze e relazioni che formano la propria identità culturale. Oppure l’idea alla base del concetto di Oceania, ovvero che il mare non sia solo una massa d’acqua che divide i territori ma un vero e proprio tessuto connettore che permette di raggiungerli. L’Oceanic Story Trust, un team di consulenti esperti della cultura locale, venne formato proprio in seguito a questa esperienza e fornì una risorsa utilissima per gli artisti, accompagnandoli lungo tutta la produzione.
In un primo momento ad occuparsi della sceneggiatura avrebbe dovuto essere il neozelandese Taika Waititi (Thor: Ragnarok, Jojo Rabbit) che venne però successivamente rimpiazzato da Jared Bush, reduce dalla scrittura di Zootopia. A guidare il team dello sviluppo visivo fu invece Ian Gooding, che aveva già ricoperto questo ruolo in Aladdin e La Principessa e il Ranocchio ed era quindi già parte della squadra di lavoro di Musker e Clements. Questo robusto ponte col passato fu molto importante per garantire una continuità stilistica al lavoro dei due registi, dal momento che Moana sarebbe stato il loro primo film in CGI. Dopo l’uscita di Winnie the Pooh il revival dell’animazione tradizionale voluto da Lasseter era nuovamente giunto al termine, e Moana venne dunque sviluppato in forma di kolossal digitale, sulla falsariga di Tangled e Frozen. Una traccia di animazione tradizionale però rimase nel personaggio del semidio Maui, in grado di interagire con una spalla molto particolare: una versione in miniatura di sé stesso tatuata sul suo corpo, e animata proprio dal grande Eric Goldberg. Il progetto di Musker e Clements stava dunque procedendo in una direzione più compatibile con le attuali politiche produttive della Disney Company, e per portare la barca in porto vennero affiancati ai due veterani altri due co-registi: Don Hall e Chris Williams, reduci dal successo di Big Hero 6.
A Musker & Clements Cartoon
Il tema portante del film è essenzialmente quello dell’identità. Moana, la principessa dell’isola di Motunui, si ritrova a dover “conoscere la propria montagna” e dunque a farsi continuatrice di un retaggio nel quale però non si ritrova pienamente. Non si tratta di una protagonista attanagliata da traumi e fobie come le recenti Elsa o Rapunzel: l’approccio di John Musker e Ron Clements è distante da quel gusto per la psicanalisi che caratterizza i WDAS in questa fase e sembra ripercorrere più che altro il leitmotiv della principessa affamata di libertà, come Ariel e Jasmine. Moana ha sete di avventura, è curiosa e vorrebbe scoprire cosa c’è oltre il reef, ma la sua gente ha rinunciato da tempo a tutto questo e si aspetta che lei prenda le redini del loro stile di vita stanziale. Lei invece fugge dall’isola e parte per la sua avventura, ma lo fa solo dopo aver indagato a fondo, andando alle radici della sua “montagna” e scoprendo la grande tradizione di navigazione che il suo popolo si era lasciato alle spalle mille anni prima. Raggiunge così quel delicato equilibrio tra dovere e inclinazione personale: riesce ad autoaffermarsi, trovando la sua via, senza per questo contraddire in alcun modo il suo dna culturale.
Detto questo, il film mantiene la sua promessa di spiegare i motivi del gap che per mille anni ha inibito l’esplorazione di quelle aree, risalendo al semidio Maui e al suo maldestro tentativo di rubare il cuore della dea Te Fiti, che finì per turbare definitivamente l’armonia del mare, rendendolo oscuro e mostruoso. Il viaggio intrapreso da Moana ha come scopo rintracciare Maui e costringerlo a mettere a posto le cose, restituendo il cuore e “aggiustando” così l’Oceano Pacifico. Si tratta di una vera e propria odissea a tappe, durante la quale Moana e Maui si imbatteranno in un gran numero di stranezze, mentre nel frattempo lei cercherà di limare le asperità caratteriali del semidio, mattatore umoristico del film. Siamo ancora una volta lontani dalle sperimentazioni narrative compiute negli ultimi tempi ai WDAS: l’elaborazione del lutto di Big Hero 6, i sottotesti politici di Zootopia, il già citato gusto psicanalitico di Frozen vengono messi da parte, e ci si adagia invece su binari narrativi decisamente classici e ben collaudati.
Il risultato è ottimo: Moana è un’avventura robusta, ricca di buone trovate e pervasa di sense of wonder, ma ossequiosa delle formule già codificate dallo studio negli ultimi tre decenni. Ma soprattutto è il trionfo del divertimento, vera e propria cifra stilistica delle opere firmate da Musker e Clements. Il loro cinema d'animazione si è sempre distinto per i toni scanzonati e una decisa componente umoristica, assorbita durante i loro studi sulla golden age dell’animazione. Quindi anche questa volta non mancano lo slapstick, le caricature e soprattutto i funny animals, fra i quali si distingue il mostruoso e gigantesco granchio Tamatoa, protagonista di una parentesi narrativa decisamente bizzarra. Sotto questa lente non stupisce quindi trovare nel corso dell’intera pellicola diverse concessioni ad uno stile spiccatamente cartoon, e ammirare la perizia di Musker e Clements nel portare il loro cinema d'animazione alle tre dimensioni nel modo più fedele possibile. Moana infatti è un film formalmente ineccepibile: fluido, spontaneo e vivace, ritmato alla perfezione e graziato dai brillanti scambi tra la protagonista e lo stesso Maui, in grado di reggere in piedi da soli l'intera pellicola.
La Bella e il Tatuato
Il lavoro sullo sviluppo visivo di Moana ha inizio con la partecipazione del production designer Ian Gooding al viaggio di ricerca dello staff in Polinesia. Gooding era la figura ideale per guidare il design del film, non soltanto per il suo lavoro pregresso con la squadra di registi, ma per le sue particolari inclinazioni naturalistiche. Dopo aver osservato attentamente il modo in cui la natura “si comporta” in quelle aree del mondo, e aver ricavato alcuni principi artistici ben precisi da applicare poi allo stile del film, Ian Gooding incaricò l’art director degli ambienti Andy Harkness di stabilire le regole di design per l’arcipelago che fa da scenario agli eventi. E sebbene il passaggio alla CGI, aiutata dal nuovo software di rendering Hyperion lanciato con Big Hero 6, abbia dato al lungometraggio una forte patina di realismo, specialmente per quanto riguarda gli effetti, i principi di design che soggiaciono a tutto questo fanno sentire tutta la vicinanza di Moana alla tradizione grafica disneyana. Le isole disegnate da Harkness mantengono infatti un certo grado di stilizzazione: sono sproporzionate, piene di curve accostate a linee dritte che rompono qualsiasi forma di parallelismo. Domina inoltre l’asimmetria, vaste aree spoglie si alternano con zone iperdettagliate, per dare l’idea dell’andamento irregolare della natura. Il lavoro sul colore e sulla luce fanno il resto, mantenendo quell’approccio impressionistico in linea con l'estetica variopinta delle ultime produzioni WDAS.
Per quanto riguarda invece il design dei personaggi umani e animali, il direttore artistico è Bill Schwab, già apprezzato in Wreck-It Ralph e Frozen. A lui dobbiamo la maggior parte delle intuizioni grafiche che hanno dato vita al cast principale di Moana, anche se il merito di averle sviluppate costruendo dei model sheet così complessi da costituire per i modellatori una guida perfetta a cui attenersi è di Jin Kim. Come nei film precedenti Kim riesce a costruire figure mozzafiato, che riescono a mantenere la loro riconoscibilità anche dopo il passaggio alla terza dimensione. Il risultato è incredibile e non si limita alla sola protagonista, assolutamente degna di stare nella stessa categoria di Rapunzel, Anna ed Elsa, ma si estende al coprotagonista Maui, dalle fattezze decisamente originali e dal design ricercato. Questo caricaturale istrione ricorda per certi versi il Genio di Aladdin e porta una ventata di aria fresca nel panorama della CGI, dato che i suoi lineamenti non vengono definiti attraverso protuberanze (nasone, mento sporgente) ma grazie alle rughe d'espressione, una cosa che avevamo già visto in alcuni personaggi di Big Hero 6, e che ci avvicina al territorio del disegno a mano.
Ma come sempre è nell'animazione dei personaggi che la classe degli Studios si mostra in tutta la sua dirompente potenza. Animazione e effettistica in Moana si ritrovano a dover strettamente collaborare, dal momento che alcune figure come il mostro di lava Te Ka o il fluido tentacolo che rappresenta la volontà dell’oceano non sono semplici manifestazioni atmosferiche ma vanno ritenuti personaggi a tutti gli effetti, hanno una loro specifica recitazione che correrebbe il rischio di passare in secondo piano se il realismo degli effetti speciali risultasse d’ingombro. Invece per quanto riguarda la character animation vera e propria, ancora una volta i WDAS ricorrono al sistema che rese grandi i loro precedenti musical in CGI. Alex Kuperschmidt figura accreditato come Technical Animation 2D Lead, mentre al veterano Randy Haycock, già supervisore di personaggi espressivi e complessi come Clayton e Kida, spetta il drawover ovvero il lavoro di correzione sulla protagonista attraverso il disegno a mano, compito che nei film precedenti fu di Glen Keane e Mark Henn. E sempre a proposito di 2D non si può fare a meno di spendere un elogio per la geniale pantomima del Mini Maui, il tatuaggio animato da Eric Goldberg con l’aiuto di Mark Henn. Le scene che lo riguardano sono fra le migliori del film, così ispirate e argute da andare via via aumentando durante il corso della produzione, man mano che gli artisti ci prendevano gusto.
Welcome, Lin-Manuel!
La colonna sonora di Moana vede la collaborazione di un terzetto di artisti d'eccezione. La partitura strumentale è opera di Mark Mancina (Tarzan, Brother Bear), mentre le canzoni vere e proprie sono state scritte da Opetaia Foa'i, leader del gruppo polinesiano Te Vaka, e da Lin-Manuel Miranda, poliedrico compositore/attore divenuto molto famoso a Broadway grazie al musical Hamilton: An American Story. Se Opetaia si è occupato soprattutto dei brani di matrice etnica, a Miranda spettava invece l’arduo compito di raccogliere il testimone di quello stile musical che era stato elaborato da Alan Menken. Come già accaduto con i coniugi Lopez in Frozen, il bersaglio viene ottimamente centrato, regalando a Moana una colonna sonora molto valida. Dopo quest’ottimo risultato, Lin Manuel Miranda continuerà poi a collaborare con Disney, lavorando come attore/doppiatore in DuckTales e Mary Poppins Returns e firmando interamente l’apprezzatissima colonna sonora di Encanto.
- An Innocent Warrior. La prima sequenza musicale di una certa lunghezza altro non è che la rielaborazione di un brano scritto anni prima da Opetaia Foa'i. I toni sono quelli di una dolce ninna nanna, che descrive il primo incontro tra Moana e l'oceano che “la sceglie”, cambiando per sempre il suo destino.
- Where You Are. Con questo pezzo Miranda porta Broadway nel Pacifico. È la quintessenza dell'happy village song, ovvero il genere di canzone in cui viene presentato lo status quo che l'eroe dovrà poi cambiare. È un brano orecchiabile e leggero, che accompagna la fondamentale sequenza in cui vediamo la crescita della protagonista. Funziona molto bene anche nel suo presentare gli altri comprimari: la famiglia di Moana e i suoi animali domestici.
- How Far I'll Go. Non poteva mancare una I want song, scritta su misura per l’eroina. Non si tratta di uno dei testi più originali di sempre, e il desiderio di fuga di Moana è un qualcosa di visto più volte nella filmografia disneyana. Però musicalmente parlando è uno dei brani più intensi del suo genere, una melodia “prepotente” che entra nelle orecchie e nel cuore per non uscirne mai più. Non è strano che il pezzo faccia la parte del leone nella colonna sonora, e ritorni svariate volte, prima in un corposo reprise poi nel climax finale e infine nei credits, rielaborato in versione pop.
- We Know the Way. Uno dei tocchi più originali di questa colonna sonora è la presenza di una controparte dell'happy village song iniziale. Se Where You Are ci mostrava un popolo ormai ripiegato su sé stesso, qui attraverso un magico espediente si viene proiettati in un lontano passato per scoprire che la gente di Moana un tempo era molto diversa. Si tratta di una sequenza potente, suggestiva e che viene ulteriormente valorizzata dalla sua natura di allucinazione, in grado di donarle un retrogusto malinconico. Anche di questo pezzo è presente un reprise, che chiude trionfalmente il film.
- You're Welcome. La canzone di Maui è davvero uno dei momenti musicalmente più interessanti del film. Si tratta del siparietto che presenta il semidio, e quindi non risparmia di fare humor sulle effettive “tall tales” che lo riguardano, un po' come avveniva con le leggende americane portate sullo schermo ai tempi di Walt. L’atmosfera è davvero molto surreale ed è qui che il Mini Maui e i vari tatuaggi animati hanno il maggiore screen time. Qua e là si ha qualche reminescenza della Backson Song di Winnie the Pooh (2011), anch'essa ideata e animata da Goldberg. Il pezzo è inoltre davvero trascinante e fra i più orecchiabili dell'intera pellicola, tanto da venir riproposto in versione pop nei titoli di coda.
- Shiny. Uno dei momenti più bizzarri e allo stesso tempo spettacolari e affascinanti del film, Shiny è un numero musicale che accompagna... un combattimento. A cantare è il crostaceo gigante Tamatoa, che i protagonisti affrontano nel surreale abisso di Lalotai per recuperare l'uncino magico di Maui. Le sensazioni che la canzone riesce a trasmettere sono davvero particolari. Ipnotica e in grado di far venire il mal di mare, Shiny riesce a “colpire” col suo stesso ritornello: quando Tamatoa pronuncia questa parola girando su sé stesso, i suoi avversari vengono abbagliati e storditi da una violenta esplosione di luce. Sono queste singolari associazioni tra musica e immagini a costituire il succo dell'estetica disneyana. Se a questo aggiungiamo che il reveal sulle origini di Maui, un punto focale della trama, è inserito in una strofa della canzone, la sinergia tra le componenti aumenta anche di più.
- Logo Te Pate. Un'altra canzone polinesiana scritta da Opetaia Foa'i, e usata per accompagnare la sequenza in cui Maui insegna finalmente a Moana a navigare. È il pezzo più allegro e scoppiettante dell'intera pellicola, un'infusione di adrenalina che non potrà non rimanere impressa.
- I Am Moana (Song of the Ancestors). Un duetto davvero particolare, dato che consiste in una combinazione di due brani precedentemente ascoltati. La prima parte infatti è un reprise di Where You Are mentre la seconda riprende il tema di How Far I'll Go. Il modo in cui i due pezzi si combinano insieme portando la ragazza a riconciliarsi con sé stessa e col proprio retaggio mostra tutta l'organicità della narrazione musicale disneyana, in cui le canzoni sono elementi della narrazione, capaci di mescolarsi all'occorrenza.
- Know Who You Are. Pur trattandosi di un mero reprise in lingua inglese di An Innocent Warrior, il brano polinesiano che apriva il film, questo brevissimo pezzo merita una certa attenzione perché costituisce un elemento di novità. E’ il pezzo intonato da Moana giunta al cospetto di Te Ka. Se prima si tendeva a mettere da parte le canzoni in vista dello scontro con l'antagonista, qui il cantato lambisce e potenzia lo stesso climax finale, espandendo a 360° l'idea di narrazione in musica da sempre base del cinema disneyano.
Vaiana, Oceania e Altra Zizzania
Col suo brillante umorismo, le tante meraviglie visive, e una narrativa ben costruita, Moana aggiunge un’altra gemma alla ricca filmografia dei Walt Disney Animation Studios. Non un punto di svolta per il cinema animato disneyano ma la piacevole riconferma di un solido know-how e della capacità da parte dello studio di mantenere una media qualitativa davvero invidiabile. Abbinato al geniale cortometraggio Inner Workings, il film giunse nelle sale cinematografiche in tempo per la fine del 2016, riscuotendo un buon successo e sancendo il ritorno dei WDAS alla gloriosa tradizione musicale, dopo due pellicole di stampo “procedurale”. La buona reputazione goduta fino a quel momento dallo studio non fece altro che potenziare il risultato, dando al film la buona nomea di cui gode anche oggi. Moana rappresentò tuttavia il canto del cigno per il duo Musker & Clements che di lì a poco lasciarono la Disney, ma fu un ottimo trampolino per la carriera disneyana di Lin Manuel Miranda che qualche tempo dopo con Encanto avrebbe dato vita ad un’opera ancor più personale e di maggior successo.
L’Oceanic Story Trust costituì inoltre un precedente che modificò il metodo di lavoro sui film animati della Company: da questo momento in poi ogni film Disney o Pixar con protagonisti non caucasici avrebbe avuto la sua squadra di consulenti culturali specializzati. Malgrado questo, risultò singolare da parte dell’ufficio marketing la scelta di modificare il titolo del film per la distribuzione estera. In Europa Moana venne infatti ribattezzato Vaiana per ragioni di copyright, andando per la prima volta a “sdoppiare” il nome della protagonista di un musical Disney. In Italia la situazione fu ancor più paradossale, dato che il nome Vaiana venne mantenuto per il personaggio, probabilmente per evitare associazioni mentali con la celebre pornostar Moana Pozzi, ma il titolo del film venne nuovamente cambiato in Oceania. Purtroppo questa triplice politica di localizzazione ha avuto l’effetto di rompere quella robusta identità tra protagonista, film e marchio, depotenziandone l’iconicità e creando ridondanze semantiche decisamente fuori luogo per un'epoca globalizzata come quella in cui viviamo.
Dal film scaturirono alcune interessanti produzioni derivative, a partire da Gone Fishing, un brevissimo ma gustoso cortometraggio con Moana e Maui inserito come bonus nell’edizione home video del film. Il corto, pur nascendo dalla volontà di rimpolpare alcune animazioni scartate dal film, presentava un brano nuovo, Aoloto, firmato da Opetaia Foa'i e il suo gruppo Te Vaka. Strano a dirsi, il personaggio di Moana tornò al cinema l’anno dopo nel lungometraggio WDAS immediatamente successivo, Ralph Spacca Internet, venendo inclusa nella celebre scena in cui Vanellope visita il sito internet Ohmydisney.com ed entra in contatto con le sue colleghe, in un gioco metanarrativo di rimandi e citazioni che non risparmia nemmeno alcuni riferimenti alla colonna sonora di Miranda. Ma fra le produzioni derivative la più importante sarebbe stata sicuramente l’omonima serie televisiva in sei episodi, prodotta in esclusiva per Disney+. Annunciata alla fine del 2020 insieme a Baymax! , Zootropolis+ e Tiana, la serie Moana sarebbe stata una dei protagonisti di un nuovo modo di espandere i franchise disneyani. Come le altre, a realizzarla non sarebbe stata più la divisione televisiva, ma gli stessi Walt Disney Animation Studios, che per l’occasione avrebbero aperto una nuova succursale in Canada, segnando l’inizio di una nuova fase di espansione. Poetico che a farsene apripista sia stata proprio una principessa navigatrice.
Revisione del 7 Ottobre 2022.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Moana
- Anno: 2016
- Durata:
- Produzione: John Lasseter
- Regia: Ron Clements, Don Hall, John Musker, Chris Williams
- Soggetto: Ron Clements, Don Hall, John Musker, Pamela Ribon, Chris Williams
- Sceneggiatura: Jared Bush
- Cast: Louise Bush, Jemaine Clement, Auli'i Cravalho, Puanani Cravalho, Rachel House, Dwayne Johnson, Oscar Knightley, Temuera Morrison, Alan Tudyk
- Musica: Opetaia Foa'i, Mark Mancina, Lin-Manuel Miranda
- Supervisione dell'Animazione: Kathleen M. Bailey, Carlos Cabral, Joan Francois Coetzee, Iker J. De Los Mozos, Cristopher Evart, Eric Goldberg, Adam Green, Yasser Hamed, Brent Homman, Andrew Jennings, Mack Kablan, John Kahwaty, Daniel Klug, Alex Kupershmidt, Amy Lawson Smeed, Peter Megow, Mike Navarro, Hyrum Osmond, Malcon Pierce, Jason M. Robinson, Matt Steele, Michael Stieber
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Abraham Aguilar | Animazione |
Manar Al Tawam | Animazione |
Manuel Arenas | Sviluppo Visivo |
Salem Arfaoui | Animazione |
Kathleen M. Bailey | Supervisione Animazione Tecnica |
Joaquin Baldwin | Layout |
Rachel R. Bibb | Supervisione Cleanup |
Allen Blaisdell | Layout |
Tony Bonilla | Animazione |
Neysa Bove | Sviluppo Visivo |
Joey Brown | Animazione |
Jared Bush | Sceneggiatura |
Louise Bush | Cast (Toddler Moana) |
Corey Butler | Supervisione TD Lighting |
Sergi Caballer | Progettazione Personaggi |
Carlos Cabral | Animatore principale |
Marisa X. Castro | Direzione di Produzione |
Andrew Chesworth | Animazione |
Youngjae Choi | Animazione |
Jemaine Clement | Cast (Tamatoa) |
Ron Clements | Regista; Soggetto |
Joan Francois Coetzee | Supervisore all'Animazione |
Trent Correy | Animazione |
Auli'i Cravalho | Cast (Moana) |
Puanani Cravalho | Cast (Villager #2) |
Iker J. De Los Mozos | Supervisore all'Animazione |
David G. Derrick Jr. | Story Artist |
Jeff Draheim | Editor |
Kelly Eisert | Direzione di Produzione |
Nathan Engelhardt | Animazione |
Cristopher Evart | Supervisione Animazione Tecnica |
Andrew Feliciano | Animazione |
Isaak Fernandez | Animazione |
Chadd Ferron | Animazione |
Guillaume Fesquet | Sviluppo Visivo |
Jason Figliozzi | Animazione |
Opetaia Foa'i | Canzoni |
Michael Franceschi | Animazione |
Natalia Freitas | Supervisione Look Development |
Jacob Frey | Animazione |
Jorge Garcia | Animazione |
Charlyn Go-Giampa | Direzione di Produzione |
Eric Goldberg | Supervisore all'Animazione (Hand-Drawn) |
Ian Gooding | Production Design |
Adam Green | Supervisore all'Animazione |
Ryan Green | Story Artist |
Don Hall | Regista; Soggetto |
Yasser Hamed | Supervisore Animazione delle Folle |
Jason Hand | Story Artist |
Dave Hardin | Animazione |
Andrew Edward Harkness | Direzione Artistica |
Brandon Holmes | Direzione di Produzione |
Brent Homman | Supervisore all'Animazione |
Rachel House | Cast (Gramma Tala) |
Kendelle Hoyer | Story Artist |
Chris Hubbard | Story Artist |
Kalikolehua Hurley | Direzione di Produzione |
Merdad Isvandi | Sviluppo Visivo |
Andrew Jennings | Supervisore all'Animazione |
Barry Johnson | Storyboard |
Dwayne Johnson | Cast (Maui) |
Mack Kablan | Supervisore all'Animazione |
John Kahwaty | Supervisore all'Animazione |
Morgan Kelly | Animazione |
Brian Kesinger | Story Artist |
Bert Klein | Animazione |
Daniel Klug | Supervisore all'Animazione |
Oscar Knightley | Cast (Fisherman) |
Mark Koetsier | Storyboard |
Alex Kupershmidt | Supervisione all'Animazione 2D |
John Lasseter | Produttore Esecutivo |
Chelsea Lavertu | Sviluppo Visivo |
Andrew Lawson | Animazione |
Amy Lawson Smeed | Animatore principale |
Hyun-Min Lee | Animazione |
Kevin Lee | Layout |
Matt Lee | Layout |
Kira Lehtomaki | Animazione |
Normand Lemay | Story Artist |
Kevin MacLean | Animazione |
Mark Mancina | Canzoni; Musica |
Peter Megow | Supervisore all'Animazione |
Mayka Mei | Direzione di Produzione |
Matthew Meyer | Animazione |
Lin-Manuel Miranda | Canzoni |
Mark Mitchell | Animazione |
Rick Moore | Layout |
Temuera Morrison | Cast (Chief Tui) |
John Musker | Regista; Soggetto |
Mike Navarro | Supervisore all'Animazione |
Prothais Nicolas | Animazione |
Hyrum Osmond | Animatore principale |
Ivan Oviedo | Animazione |
Ryan Page | Animazione |
Zach Parrish | Animazione |
Malcon Pierce | Supervisore all'Animazione |
David Moses Pimentel | Story Artist |
Mitja Rabar | Animazione |
Jeff Ranjo | Story Artist |
Pamela Ribon | Soggetto |
John Ripa | Story Artist |
Jason M. Robinson | Supervisore all'Animazione |
Carlos Alberto Romero | Story Artist |
Nicholas Russel | Direzione di Produzione |
Karen Ann Ryan | Direzione di Produzione |
Scott Sakamoto | Direzione di Produzione |
Bill Schwab | Direzione Artistica |
Brian D. Scott | Animazione |
Chad Sellers | Animazione |
Toby Shelton | Story Artist |
Benson Shum | Animazione |
Jeff Snow | Story Artist |
Matt Steele | Supervisione Animazione Tecnica |
Michael Stieber | Supervisore all'Animazione |
David Stodolny | Animazione |
Wes Storhoff | Animazione |
Ruth Strother | Direzione di Produzione |
Matsume Suzuki | Layout |
Michael Talarico | Supervisione Layout |
Philip To | Animazione |
Alan Tudyk | Cast (Heihei / Villager 3) |
Kendra Vander Vilet | Layout |
Vitor Vilela | Animazione |
David Wainstain | Layout |
Kevin Waldvogel | Supervisione Look - Ambienti |
Chris Williams | Regista; Soggetto |
James Woods | Supervisione Progettazione Personaggi |
Kristin Yadamec | Direzione di Produzione |
Nara Youn | Animazione |
Jennifer Yu | Supervisione TD Lighting |
Shaofu Zhang | Animazione |
Bibliografia
Sul film:
- J. Julius, M. Malone, The Art of Moana (2013: Chronicle Books [US]). li>
Eredità:
- Laura Hitchcock (adapt.), Griselda Sastrawinata-Lemay (ill.), Tony Fejeran (design), Moana – Little Golden Book (2016: Random House [US]).
Home Entertainment
- [1] Moana (2017 BRAY/DVD: Buena Vista Home Entertainment). Ultimate Collector’s Edition (2017 BRAY-3D/BRAY, 2019 4K-UHD/BRAY: Buena Vista Home Entertainment).
Extra
Documentari
- Voice of the Islands [1]
- Things You Didn't Know About… - Ron, John, Auli'I & Dwayne [1]
- Things You Didn't Know About… - Mark, Opetaia & Lin-Manuel [1]
- Island Fashion [1]
- The Elements of… - Mini-Maui [1]
- The Elements of… - Water [1]
- The Elements of… - Lava [1]
- The Elements of… - Hair [1]
- They Know the Way: Making the Music of Moana [1] [Disney+]
- Fishing for Easter Eggs [1]
- Moana - Audio Commentary [1]
Work-in-Progress
- Deleted Scene: Grandmother's Warning/Legend of Maui [1]
- Deleted Scene: Canoe Race [1] [Disney+]
- Deleted Scene: Father, Daughter, Boat [1] [Disney+]
- Deleted Scene: Education of Moana [1] [Disney+]
- Deleted Scene: Discussing Moana's Future [1] [Disney+]
- Deleted Scene: Race the Wind/Ties That Bind [1] [Disney+]
- Deleted Scene: Under the Sea [1] [Disney+]
- Deleted Scene/Song: Warrior Face [1] [Disney+]
Music Video
- How Far I'll Go - Performed by Alessia Cara (Music Video)[1]
- How Far I'll Go Around the World (Multilanguage Reel) [1]
Promozione
- Moana - Official US Teaser Trailer [You Tube]
- Moana - Official Trailer [You Tube]
- Moana - TV Spot [You Tube]
- Casting Moana - Introducing Auli‘i Cravalho [You Tube]
- Alan Tudyk's Heihei Recording Session [You Tube]
- "Grand Theft Tamatoa" ft. Jemaine Clement - Disney's Moana [You Tube]
- "The Way To Moana" Featurette - Moana [You Tube]
- "Mini Dwayne" Featurette - Moana [You Tube]
- "Working With Water" Sneak Peek - Behind The Scenes of Moana [You Tube]