Topolino e l'Elefante
Animali Ingombranti
Era dai tempi di Piedidolci, nel 1933, che Topolino non viveva un’avventura più urbana e tranquilla, con un personaggio animale a far da perturbatore. Questo filone zoologico negli anni darà a Gottfredson numerosi spunti per portare avanti la serie, e così troveremo spesso Topolino nel ruolo di tutore/vittima di stravaganti animali (un cavallo, uno struzzo, una leonessa e così via). In questa storia, più breve del solito, è la volta dell’elefantino Bobo, un animale ingombrante, le cui involontarie marachelle finiscono per pesare sulla reputazione e sul bilancio di Topolino. Non si tratta di una storia d’azione, ma le gag slapstick di cui è protagonista Bobo forniscono l’ideale movimento alla vicenda, in modo non dissimile da quello dei futuri cortometraggi di Paperino. Il meccanismo comico è dato in questo caso dalla massa fisica della bestiola, i cui atti maldestri sconvolgono l’ambiente tranquillo.
Topolino in tutto questo si dimostra un modello di equilibrio: non reagisce mai in modo particolarmente negativo, e dimostra affezione a Bobo, pur sapendo di doversene liberare al più presto. Interessante in tutto questo è il ruolo dei comprimari: Minni proverà sincero affetto per l’elefantino, mentre Pippo non perderà occasione per fargli degli scherzi di cattivo gusto, mostrando un inedito lato malevolo che ritroveremo anche in seguito quando lo vedremo confrontarsi con lo struzzo Oscar o con Eta Beta. Orazio sarà però il personaggio che reagirà in modo più interessante, mostrando verso Topolino un atteggiamento protettivo, offrendosi di aiutarlo dal punto di vista pratico. Indimenticabile l’umanità che dimostra quando occulta l’elefante per metterlo al sicuro e poi suggerisce a Topolino l’accaduto tramite ammiccanti giri di parole.
Eli Squick
La storia è fra le più tranquille mai uscite dalla matita di Gottfredson, tuttavia si vivacizza quando entra in scena il villain, ovvero Eli Squick (Eli Squinch), personaggio destinato ad essere ripreso successivamente. Sembra che il suo inventore sia nientepopodimenoche Walt Disney, il quale ne suggerì l’inserimento a Gottfredson, probabilmente ispirandosi ai gretti uomini d’affari incontrati all’inizio della sua carriera (Charles Mintz, Pat Powers). Ci sono infatti forti punti di contatto con l’altro villain fumettistico inventato da Walt, l’azzeccagarbugli Silvestro Lupo: Squick in questa prima storia ha un atteggiamento brusco e antipatico, tutt’altro che affettato, ma incarna alla perfezione lo stereotipo del vecchio avaro, del burocrate micragnoso incapace di atti buoni. Il nome, in parte, fa l’occhiolino alla tradizione ebraica, mentre l’abbigliamento – basettoni, bombetta, occhialini – risulta in linea con il carattere austero del personaggio.
Ci sarà il tempo in futuro per dare a Squick un’aria maggiormente melliflua e addirittura delle ambizioni criminali, ma per adesso il suo scopo è “soltanto” impadronirsi di Bobo, per impiegarlo come forza motrice della sua segheria. Topolino si contende con lui il possesso dell’elefantino, portando avanti una battaglia combattuta a colpi di schermaglie dialettiche e di carte bollate. Grazie ai dialoghi di Ted Osborne, la storia fila via con scioltezza: Squick ci appare come un vecchio gretto e malvagio, ancor più azzeccato nel suo essere una figura potenzialmente comune, purtroppo rintracciabile nella vita quotidiana. E in questo si dimostra l’erede ideale di Lupo, a cui ben presto soffierà la partnership con Pietro Gambadilegno.
Il Futuro di Bobo
Il successo del personaggio di Bobo è tale che in Disney si decide di affrancarlo dalla sua incarnazione fumettistica e farlo esordire sul grande schermo, dopo un opportuno restyling. Nel 1936, due anni dopo la storia di Gottfredson, un elefante con questo nome debutterà nel corto Mickey’s Elephant: il suo aspetto sarà però molto diverso, presentando caratteristiche più infantili e in linea con l’estetica tondeggiante e tenera che nel frattempo artisti come Fred Moore stavano sviluppando. Anche le sue origini saranno in contrasto con la storia di Gottfredson, dato che Bobo sarà presentato come il dono di un marajà.
In quell’occasione sarà però Pluto a rubargli di continuo la scena, mettendo lo staff di Walt nella condizione di voler risarcire Bobo, dedicandogli una manciata di cortometraggi aggiuntivi e meditando di affiancarlo anche a Paperino. Ma ancora una volta i piani andranno in fumo e nessuno di questi corti vedrà mai la luce verde. Tutto ciò che rimane di questo revival sfumato sarà l’apparizione del nuovo Bobo nella serie a strisce dedicata a Paperino, nata nel frattempo per mano di Bob Karp e Al Taliaferro. Il suo ruolo non sarà però dissimile dal resto del serraglio con cui Taliaferro farà interagire il papero, dal sanbernardo Bolivar allo struzzo Hortense, e la sua presenza si protrarrà per poche settimane, dopodiché il tenero elefantino verrà definitivamente messo nel dimenticatoio.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.
Scheda tecnica
- Titolo originale: Bobo the Elephant
- Anno: 1934
- Durata:
- Storia: Floyd Gottfredson, Ted Osborne
Credits
Nome | Ruolo |
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Floyd Gottfredson | Disegni; Storia |
Ted Osborne | Storia |