Topolino e la Meraviglie del Domani

Vestito di Tutto Punto

Con Topolino e le Meraviglie del Domani avviene l’ultimo restyling grafico del Topo disneyano. Quando esce, nel luglio del 1944, il Mickey cinematografico ha già iniziato da qualche anno a dismettere i suoi celebri calzoncini rossi, apparendo in sempre più occasioni completamente vestito. In Pluto and the Armadillo (1943) glieli vediamo indossare un’ultima volta, prima di passare definitivamente ad un abbigliamento più maturo e meno sbarazzino. La striscia non può che adeguarsi, e così si utilizza uno stratagemma analogo a quando in Topolino e Robinson Crusoe si era passati al nuovo taglio degli occhi.

Se all’epoca la cosa era stata giustificata con l’idea del set cinematografico, salvo poi lasciare le cose immutate una volta finita l’avventura, qui avviene qualcosa di molto simile: Topolino riceve per posta un mantello invisibile che lo proietta in una versione futuristica della sua quotidianità, una sorta di utopico dopoguerra ad alto tasso di tecnologia. Appena indossato, il suo abbigliamento si modernizza e diventa quello con cui lo conosciamo oggi, pantaloni lunghi e maglietta, ma a storia finita non verrà ripristinato il precedente e si continuerà così, come se niente fosse.

Antico Futuro

L’idea di trasportare Mickey in una sorta di futuro è per certi versi speculare a quella della storia precedente, in cui Walsh e Gottfredson lo portavano a visitare l’epoca dei pirati attraverso un viaggio dal sapore onirico. Il principio di partenza sembra essere ancora una volta quello di evadere a tutti i costi da un presente a tinte fosche, portandosi però dietro tutte le angosce e le inquietudini che la guerra ha generato nell’immaginario americano. Il futuro visitato da Topolino rispecchia nell’estetica molta fantascienza dell’epoca, e sembrerebbe esser stato ispirato dalle suggestioni dell’Esposizione Mondiale di New York tenutasi nel 1939, con la sua fiducia verso un avvenire tanto tecnologico quanto consumistico.

Dei tre mesi su cui si dipana la storia, buona parte vengono usati da Walsh come di consueto per mostrare bizzarrie e semplici gag legate al nuovo scenario: macchine volanti, scuole cinematografiche, case sospese, frutta liofilizzata, viaggi istantanei in Cina, maschere di bellezza trasformanti, bambini prodigio. Alcune trovate si rivelano particolarmente creative, ma in genere la sensazione è che gli stessi artisti vedano con un certo scetticismo il decantato progresso: la maggior parte delle invenzioni sono ridondanti, inutili sfoggi di tecnologia che non cambiano granché la condizione umana. Lo stesso Topolino, spettatore stupito di tanta meraviglia, si ritrova ben presto ad avere a che fare con una versione di Minni e di Gambadilegno che sebbene aggiornati al nuovo scenario, si comportano come se fossero quelli di sempre.

Mimì

Non viene mai chiarito da parte di Walsh come vada intesa questa permanenza di Mickey nel futuro: a tratti sembra che il suo approdo in questa versione della realtà debba essere definitivo, con lui che si abitua al nuovo contesto, ma ovviamente così non sarà e entro la fine verrà ristabilito in modo drastico lo status quo. Prima però c’è il tempo per uno scontro con il Pietro futuristico, che rapisce Minni e minaccia di attaccare il mondo con un esercito personale di robot. Non si tratta di uno scontro fra i più epici, tuttavia lascerà il segno nell’immaginario artistico di alcuni autori successivi come Romano Scarpa e Andrea Castellan, che nelle loro storie non perderanno occasione di mostrarci Pietro alla guida di bizzarri eserciti, in preda a dittatoriali manie di grandezza. La presenza di una tale minaccia è indice di un forte pessimismo storico, e sembra essere un’ispirazione piuttosto diretta a quello che nel frattempo sta avvenendo nel mondo.

A spiccare però tra le fila di Pietro sono due figure decisamente interessanti: il replicante malvagio di Topolino e la bella robottina pin-up Mimì, che si rivelerà un’inaspettata alleata. Del primo stupisce l’uso che ne fa Walsh, scrivendolo come un cattivo in piena regola, ma lasciando spazio ad un momento di cameratismo, quando Topolino lo vedrà in preda alle pene d’amore: una versione tossica e distorta delle dinamiche del Re Sorcio. Di Mimì si ricorda invece la crudele morte, raccontata in modo brutale e senza reticenze. Walsh utilizza una donna vista come oggetto, solo nella sua bellezza erotica, la smonta e ne fa una persona innamorata e capace di uccidere i suoi stessi compagni, pur di salvare il suo amato. Un personaggio a tutto tondo, il cui sacrificio risulta essere un piccolo colpo al cuore per il lettore. L’impegno e l’empatia provata da Mickey nei confronti degli abitanti di questa realtà cozza leggermente col modo veloce con cui poi Walsh se ne disfa, una volta finita l’azione. Quanto fossero da ritenersi “reali” non è dato sapersi, e come sempre viene lasciato il dubbio nel lettore che sia stato tutto un sogno o meno: nell’arte di Walsh la trovata estemporanea prevale sempre sulla logica.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Mickey Mouse in the World of Tomorrow
  • Anno: 1944
  • Durata:
  • Storia:
Nome Ruolo
Floyd Gottfredson Disegni
Bill Walsh Storia