Topolino Sosia di Re Sorcio
La Storia Più Lunga
Il processo di crescita qualitativa costante innescato nel 1935 a partire da Topolino Giornalista raggiunge il suo apice nel 1937 con Topolino Sosia di Re Sorcio, probabilmente la storia più ambiziosa mai realizzata da Floyd Gottfredson. Lascia sbalorditi la sua lunghezza, ben sei mesi, una mole di strisce raggiunta finora solo da Topolino e i Pirati (1932), che qui viene addirittura superata. E stupisce anche la sua complessità, unita a un’ambizione narrativa che finirà addirittura per avere delle inattese ripercussioni internazionali. Il primo mese di strisce non fa altro che mostrarci le conseguenze di quanto visto alla fine di Topolino e il Gorilla Spettro: il Capitano Radimare ha lasciato a Topolino, Minni e Pippo una vera e propria fortuna, con tutto quello che consegue in termini di trasformazione del loro tenore di vita. In un certo senso la striscia riflette quello che sta realmente succedendo in America sul finire degli anni 30, con la Grande Depressione che inizia a cedere il passo agli effetti positivi del New Deal di Roosevelt.
I personaggi si trovano a ristrutturare le loro case, mostrando al lettore i nuovi stili architettonici di tendenza, e le loro particolari inclinazioni. Spicca ovviamente Pippo, il quale fa costruire la sua nuova casa sopra quella vecchia e scalcinata per non dover rinunciare alla propria identità. Importante inoltre il ritrovato ruolo di Orazio, che era stato momentaneamente messo da parte, e che qui rivediamo in qualità di carpentiere mentre si occupa in prima persona della ristrutturazione della casa di Mickey. Orazio torna ad essere quello che era stato in precedenza: l’amico spaccone versato nelle cose pratiche, intrappolato però nei ruoli di genere e in una visione della vita tipica del vecchio mondo. Mickey invece è l’americano modello: coscienzioso, onesto e disinteressato, la figura perfetta da eleggere a portatrice di nuovi valori in grado di “aggiustare” la vecchia Europa.
Satira Politica
Gottfredson si ispira principalmente al romanzo di Anthony Hope Il Prigioniero di Zenda che in quello stesso anno era stato adattato per il grande schermo, e trasporta Topolino nel fittizio staterello di Gran Tassonia (Medioka), con l’obiettivo di rimettere in sesto le finanze del paese e sventare poi una congiura di corte. Può farlo, dato che risulta essere il perfetto sosia del Re Michele Sorcio (Michael XIV). Si tratta del primo di una serie di cloni di Topolino che vedremo nelle strisce di Gottfredson in futuro (nel 1944, 1945 e, soprattutto, nel 1953), e sicuramente uno dei più memorabili, tanto da costituire una forte ispirazione per il futuro mediometraggio animato Il Principe e il Povero (1990), ispirato al romanzo di Mark Twain. Sorcio è un vero doppelganger, una versione “cattiva”, e quasi caricaturale, di Topolino: arrogante, indisponente, egoista, individualista, spendaccione, superficiale e menefreghista. Lo vediamo maltrattare i suoi sudditi e spendere fiumi di denaro in festini ricchi di alcool e donne, con notevole scorno di Topolino, il quale si ritroverà a vestirne i panni pur rigettandone i valori.
La carriera politica di Topolino a Medioka fornisce a Gottfredson il pretesto per fare vera e propria satira politica. Uno dopo l’altro tutti i vizi del vecchio continente vengono sbeffeggiati, adottando un punto di vista tipicamente americano: stanchi riti, inutili etichette, divise e abbigliamenti barocchi, fastidiosi formalismi e diplomazia fumosa, il tutto condito da una certa prepotenza nobiliare. L’accento straniero utilizzato qua e là ammicca a quello tedesco, e indirettamente si vuole far pensare alla rampante Germania nazista, che in quegli anni si copriva di parate per nascondere violenza e terrore. Ma la costruzione risultò così ben riuscita, e dal sapore così autentico, che la Jugoslavia bloccò la striscia nel bel mezzo della vicenda, dato che si pensava fosse una burla della propria situazione politica interna.
Un Topo Americano
Si tratta probabilmente della storia che più di ogni altra ci mostra la filosofia di cui è permeato il personaggio di Topolino: la parte in cui lo vediamo tagliare le spese per rimettere in sesto le finanze dello stato se presa sul serio risulterà semplicistica, ma narrativamente parlando funziona alla perfezione e spiega molto bene il suo approccio pragmatico e diretto da americano del New Deal. Molti sono i personaggi che arricchiscono e rendono complesso questo intrigo di palazzo, dal malvagio Duca Serpieri, al Conte Micragna, della cui presunta arguzia Gottfredson si prende gioco. Molti di questi personaggi risultano interessanti dal punto di vista grafico, come ad esempio la promessa sposa di Sorcio, una gattina di nome Filina che per certi versi ricorda la fidanzata del coniglio Oswald. A spiccare però è Minni, che con la sua ingenua intraprendenza si rivelerà una risorsa preziosa in grado di risolvere la situazione
Particolarmente interessante è che la storia, una volta conclusa la trama principale, si prenda del tempo per un ultimo colpo di coda: Topolino, pur avendo salvato la nazione, rischia di essere messo a morte per un semplice cavillo legale. Un cavillo che Sorcio non esiterebbe a onorare se non fosse per il Conte Micragna, il quale risolve la situazione con un banale mezzuccio: il messaggio è che per quanto Topolino possa aver esportato il buon senso americano risolvendo momentaneamente la situazione, la vecchia Europa è ancora ben lungi dal prendere coscienza dei propri limiti. Topolino Sosia di Re Sorcio infine si distingue per il lungo epilogo che mostra il ritorno a casa di Topolino e Minni, e che costituisce quasi una storia a sé, sul modello delle antiche “sequenze cuscinetto” dei primi tempi della striscia: i due viaggiano per treno e per nave, toccano varie città europee e si comportano da perfetti turisti per ben due settimane, prima di riabbracciare gli storici amici Orazio e Clarabella.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.
Scheda tecnica
- Titolo originale: Monarch of Medioka
- Anno: 1937
- Durata:
- Storia: Floyd Gottfredson, Ted Osborne
Credits
Nome | Ruolo |
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Floyd Gottfredson | Disegni; Storia |
Ted Osborne | Storia |