Paperone e il Denaro
Compartimenti Stagni
È molto raro che il fumetto e l'animazione Disney incrocino le proprie strade. Nel corso dei decenni questi due ambiti hanno spesso ragionato a compartimenti stagni, dissociandosi sempre di più. Questo ha chiaramente avuto effetti negativi sulla percezione del mondo Disney come un'entità compatta, e ad oggi esiste tutto un universo di personaggi che, nato sulla carta, non ha mai avuto il privilegio di apparire in animazione. Un'illustre eccezione in tutto questo è costituita da Zio Paperone, nato dalla fantasia di Carl Barks nel 1947 e diventato nel giro di pochi anni la principale star fumettistica disneyana. Questo facoltoso self made man della vecchia America era infatti riuscito a imporsi all'attenzione del reparto animazione, che a metà degli anni 50 l'aveva omaggiato con un breve cameo nella sigla animata del Mickey Mouse Club (1955). Di più non era stato fatto e, benché ci fossero dei piani per un suo eventuale debutto negli short, l'idea venne accantonata. La scusa ufficiale fu che in tale contesto il personaggio non sarebbe stato abbastanza divertente. Nel 1967, a pochi mesi dalla morte di Walt e proprio nell'anno del ritiro di Barks, a Zio Paperone viene data un'altra opportunità. Lo scenario è del tutto diverso da prima: l'epoca dei cortometraggi è oramai tramontata e, insieme a loro, anche l'umorismo slapstick legato alle dispute con piccoli animali.
Il Paperone di Ward Kimball
Questo mutamento è paradossale, se si pensa che il progetto che qualche anno prima aveva bloccato la carriera di Paperone lo vedeva alle prese con un topo intento a rosicchiargli le banconote. Adesso a finire sul grande schermo sono produzioni occasionali, più lunghe di un normale short, e spesso e volentieri dal retrogusto didattico. L'idea infatti è quella di distribuirle dapprima (o in primis) come materiale d'intrattenimento, destinandole in un secondo momento al circuito privato in formato 16 mm. Zio Paperone viene dunque ingaggiato per un atipico cartone animato di sedici minuti, il cui scopo è fornire al pubblico alcuni rudimenti di economia. Per l'occasione, il personaggio viene affidato al reparto animazione e sottoposto alle cure di artisti del calibro di Art Stevens e, soprattutto, di Ward Kimball. Ne esce una versione leggermente diversa da quella che siamo abituati a vedere nei fumetti, ma sostanzialmente rispettosa della sua essenza. Il Paperone di Scrooge McDuck and Money ha infatti degli occhiali dotati di stanghette, un paio di guanti gialli e dei lineamenti facciali che lo avvicinano all'altra grande creazione dell'epoca Xerox: il professor Pico de Paperis. Nella personalità e nei movimenti il personaggio si dimostra però il simpatico istrione di sempre, cui si aggiunge un bonus niente affatto secondario: un irresistibile accento scozzese.
Lezione di Economia
Il regista è Hamilton Luske, mentre nella colonna sonora troviamo le canzoncine di Mel Leven, che in quegli anni si occupava spesso di “musica didattica”. Il suo stile tipicamente jazz qua e là si sente ma, rispetto alle precedenti prove, questa volta il materiale è decisamente più fresco e orecchiabile. Tali note si mescolano inoltre ad altre influenze melodiche che includono le cornamuse, un evidente richiamo alle origini dello zione. Dopo sei anni da The Litterbug (1961) tornano in scena Qui, Quo e Qua, che si rivolgono (per la prima volta!) allo zio per chiedergli come si fa a diventare ricchi. Paperone inizia così un'estrosa dissertazione, mostrando loro i primissimi metodi di pagamento, tra cui il sale (da cui deriva il termine salario). Si passa poi ad una retrospettiva sull'evoluzione del commercio, dal baratto alle moderne carte di credito, in cui vediamo un gruppo di personaggi umani piuttosto caricaturali esibirsi con canti e balli. Terminata la parentesi, Paperone passa in rassegna altri argomenti, spiegando l'ammontare effettivo di un miliardo di dollari (a billion), cosa sia l'inflazione e persino alcune utili norme di economia domestica: il segreto per controllare le proprie finanze risiede tutto nel concetto di budget, ovvero nella capacità di distribuire in maniera sensata le proprie entrate.
Capitali Fluidi
Dopo una doverosa parentesi sul ruolo delle tasse nella nostra società, Paperone enuncia la morale dell'intero film, e cioé che il denaro non può rimanere chiuso nelle casseforti, ma deve circolare. Potrà sembrare un po' strana come affermazione data la natura avara del personaggio, tuttavia è comprensibile che si sia voluto dipingere lo zione come un economista illuminato, anziché un ottuso accumulatore di capitale. Il finale vede Paperone spiegare ai nipotini il funzionamento di una società per azioni, mostrando il proprio modus operandi e arrivando addirittura a presentare una parcella per la sua lezione, dato che niente di buono è gratis. Sebbene la materia trattata possa sembrare ostica, il cartone animato è veramente piacevole e leggero, merito della lungimirante scelta di realizzarlo in forma di musical. Le canzoni sono brevi e numerose, ma di difficile identificazione, dato che vengono presentate in modo fluido, senza soluzione di continuità. L'effetto però è magnifico: Paperone canta, balla e si diverte, intrattenendo lo spettatore senza far avvertire minimamente il peso della sua lezione. Dopo il suo esordio cinematografico, il personaggio sarebbe stato messo da parte fino agli anni 80, per poi tornare in Mickey's Christmas Carol (1983) e Soccermania (1987). Sarebbero stati i reparti televisivi però ad adottarlo definitivamente, in occasione del serial tv DuckTales (1987).
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Scrooge McDuck and Money
- Anno: 1967
- Durata:
- Produzione: Walt Disney
- Regia: Hamilton Luske
- Storia: Bill Berg
- Cast: Bill Thompson
- Musica: Mel Leven, Franklyn Marks
- Animazione: Jack Boyd, Chuck Downs, Ward Kimball, Art Stevens, Julius Svendsen
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Bill Berg | Storia |
Jack Boyd | Animazione |
Walt Disney | Produttore |
Chuck Downs | Animazione |
Joe Hale | Layout |
Ward Kimball | Animazione |
Mel Leven | Canzoni; Musica |
Hamilton Luske | Regista |
Eustace Lycett | Effetti Speciali |
Franklyn Marks | Musica |
Elmer Plummer | Fondali |
Art Stevens | Animazione |
McLaren Stewart | Direzione Artistica |
Julius Svendsen | Animazione |
Bill Thompson | Cast (ScroogeMcDuck) |