Il Canto di Natale di Topolino
Ripartire da un Disco
I primi anni 80 rappresentano una fase importantissima per l'animazione disneyana: è infatti questo il momento chiave in cui vecchia e nuova guardia coesistono all'interno degli studios. Il talento incontenibile degli artisti emergenti viene sapientemente imbrigliato e messo a frutto dai veterani, capaci di guidare e ispirare i propri discepoli a dare il meglio. In questo incredibile humus creativo nasce il capolavoro Mickey's Christmas Carol, che ad oggi rappresenta il punto più alto mai raggiunto in animazione dal cast degli standard characters. La carriera cinematografica di Topolino era stata messa in stand by nel 1953, dopo l'uscita di uno short poco fortunato: The Simple Things. I tempi stavano rapidamente cambiando, e Mickey Mouse, un tempo unico mattatore disneyano, era ormai stato messo in ombra da Pluto e dagli altri suoi comprimari. L'arrivo della televisione nelle case degli americani aveva inoltre spostato l'attenzione degli studios su nuove forme di intrattenimento, facendo difatto cessare la produzione di cortometraggi.
Dopo tre decenni la situazione si era però leggermente evoluta. Lo short rimaneva un formato ormai defunto, utilizzato di rado solo per produzioni sperimentali, ma al suo posto aveva invece preso piede la “featurette” di mezz'ora, capace di raccontare storie più lunghe e articolate. Questi mediometraggi non venivano prodotti con regolarità ma erano delle chicche occasionali, che di tanto in tanto venivano proiettate nei cinema abbinate al lungometraggio di turno. Tale formato avrebbe potuto fornire a Topolino e soci uno spazio adeguato per poter tornare in pista, sfruttando l'opportunità data dai cosiddetti racconti in costume, in grado di donare ai personaggi un respiro più ampio rispetto al passato. L'idea di calare la banda Disney all'interno del più celebre dei racconti di Charles Dickens venne da un disco del 1974, una sorta di “fiaba sonora” nella quale Topolino e soci interpretavano la storia del Canto di Natale. L'idea era quella di realizzare per il grande schermo un fedelissimo adattamento animato di quel microsolco, portandolo all'attenzione di quella fetta di pubblico che per ovvi motivi non aveva potuto conoscerlo. Il titolo dell'incisione originale era An Adaptation of Dickens' Christmas Carol, e annoverava tra i suoi scrittori e interpreti proprio quell'Alan Young che sarebbe diventato ben presto la voce ufficiale di Paperon de' Paperoni (Scrooge McDuck).
Zio Paperone e la Travagliata Carriera Animata
Il ricco magnate di Paperopoli era stato inventato da Carl Barks nel 1947, ispirandosi proprio allo Scrooge delineato da Dickens. Il suo stesso nome costituiva un esplicito richiamo all'anziano e burbero usuraio di A Christmas Carol. Persino il suo addolcimento caratteriale, avvenuto progressivamente storia dopo storia, ricordava per certi versi l'evoluzione a cui Ebenezer Scrooge andava incontro nel corso della vicenda. Calare Paperone nel ruolo del suo ispiratore era a dir poco doveroso, ma niente affatto scontato data la latitanza del più importante personaggio di Barks dagli ambiti non prettamente fumettistici. Non si può infatti dire che all'epoca le apparizioni animate di Paperone fossero frequenti. Negli anni 50 si tentò di portare lo zione sul grande schermo, ma la cosa si risolse in un nulla di fatto perché, secondo Jack Hannah, allo Studio qualcuno era convinto che un personaggio tanto legato al denaro non potesse funzionare in animazione. Questo non era chiaramente vero, ma in quegli anni l'animazione disneyana si era adagiata su schemi narrativi e umoristici molto semplici, privilegiando l'umorismo slapstick e le scaramucce con animali di piccola taglia, per cui è del tutto comprensibile che in tale contesto un personaggio complesso come Paperone potesse apparire fuori posto.
Uncle Scrooge finì comunque per fare un breve cameo nella sigla del Mickey Mouse Club (1955) e nella Camminata Disney (1982) prodotta in Italia da Romano Scarpa. Tuttavia, l'unica produzione animata che lo vide realmente protagonista prima del 1983, fu il simpaticissimo Scrooge McDuck and Money (1967) in cui il suo look venne leggermente reinterpretato dalla sapiente mano di Ward Kimball. Nei sedici minuti di durata di quella featurette, l'anziano magnate danzava e cantava, spiegando ai nipotini con un certo brio le leggi che governano l'economia. A dispetto del titolo, in Mickey's Christmas Carol Paperone è nuovamente protagonista, questa volta di una trama assai più strutturata. Graficamente il suo modello abbandona le bizzarrie di Kimball, per adeguarsi a quello vigente, fatta eccezione per le basette, che vengono colorate di grigio. Curiosamente Alan Young non fu immediatamente chiamato per il ruolo, ma venne a sapere quasi per caso che era stata tratta una sceneggiatura dalla sua storia, e insistette per ottenere la parte. Con l'unica eccezione di Soccermania (1987), sarebbe stato lui a interpretare Paperone in ogni sua incarnazione futura.
Alzando il Registro
Mickey's Christmas Carol segue fedelmente la storia originale di Dickens. In soli venticinque minuti di durata riesce a delineare ottimamente la figura di Ebenezer Scrooge e a raccontare la storia della sua tormentata redenzione, avvenuta la notte della vigilia di Natale. Accompagnato da tre spiriti, l'anziano usuraio si ritroverà a viaggiare nel tempo e nei meandri della sua memoria per ritrovare sé stesso, e salvare la propria anima dalle fiamme dell'inferno. Si tratta di temi sicuramente molto forti, e apparentemente distanti dal registro narrativo al quale siamo abituati ad associare Topolino e soci. A reggere il timone di tutto troviamo però Burny Mattinson, regista e produttore di Mickey's Christmas Carol, un autentico veterano del mondo Disney, in servizio sin dagli anni 50. Mattinson è perfettamente conscio del potenziale inespresso di questi grandissimi personaggi, e riesce a metterlo in scena alla perfezione, senza dare l'impressione di snaturarli, ma nel pieno rispetto dell'originale caratterizzazione di ognuno di loro.
L'idea stessa che il bonario Pippo ricopra il ruolo dell'inquietante spettro di Jacob Marley, che in vita si divertiva a sfruttare le vedove e truffare i poveri, potrebbe suonare a dir poco sacrilega. Lo stesso straniamento potrebbe giungere dall'immagine di Topolino che nei panni di Bob Cratchitt piange la morte del figlio, appoggiando sulla lapide la sua stampella. Eppure Burny Mattinson dimostra che tutto è possibile per questi straordinari attori, a patto di rispettarne la mimica e la corretta interpretazione vocale. Questo metodo di lavoro, perfettamente a metà strada tra tradizione e innovazione, verrà applicato da Mattinson anche nel 2011, al momento di riprendere in mano i personaggi del Bosco dei Cento Acri in occasione del nuovissimo Winnie the Pooh, dimostrando ancora una volta la sua maestria come sceneggiatore.
Altri personaggi che all'interno del cast occupano un ruolo di primo piano sono Paperino, qui nei panni dell'allegro nipote Fred, e persino Paperina, che interpreta la fidanzata di Scrooge, perduta in passato a causa della sua cupidigia. La famiglia di Cratchitt è invece composta da Minni e da tre topolini, nei quali si potranno facilmente riconoscere Tip, Tap e una non meglio identificata nipotina di Minni (Melody o Millie). Un discorso a parte meritano infine i tre spiriti natalizi a cui sarà affidata la redenzione del protagonista. Fra loro soltanto lo Spirito del Natale Presente trova corrispondenza con il personaggio a lui assegnato ai tempi del disco originale: si tratta del gigante Willie già visto in Fun and Fancy Free (1947), qui in una versione decisamente più saggia. Gli altri due vengono opportunamente sostituiti: lo Spirito dei Natali Passati che in origine era Merlino de La Spada nella Roccia (1963) viene rimpiazzato dal Grillo Parlante di Pinocchio (1940), mentre lo Spirito dei Natali Futuri cessa di essere la Strega di Biancaneve e i Sette Nani (1937) e si rivela nei panni di un Pietro Gambadilegno al massimo della forma.
Leggende Disneyane
Sotto il profilo visivo, Mickey's Christmas Carol è assolutamente straordinario. Gli scenari trasportano lo spettatore nell'Inghilterra del tempo che fu, regalando all'insieme un sapore magico e assolutamente natalizio. L'incanto inizia già a partire dai titoli di testa, con la rivisitazione ottocentesca della celebre series card dei corti di Mickey Mouse, seguita da una serie di artwork color seppia, che come antiche e preziose stampe illustrano i contenuti dell'opera.
- Oh What a Merry Christmas Day - Tutto questo avviene sulle note di questa dolcissima e al tempo stesso malinconica canzone, che introduce lo spettatore alle atmosfere natalizie. Il brano è scritto da Fredrick Searles e musicato da Irwin Kostal, che si è occupato dell'intera colonna sonora della pellicola, e che già in passato aveva supervisionato e arrangiato le musiche dei film a scrittura mista Mary Poppins (1964), Pomi d'Ottone e Manici di Scopa (1971), e Elliott il Drago Invisibile (1977), collaborando molto spesso con i fratelli Sherman.
Scorrendo i credits è possibile imbattersi in una grande quantità di figure leggendarie, molte delle quali solo qualche anno dopo scriveranno la storia dell'animazione disneyana. Mark Henn, ad esempio, qui è ancora un semplice animatore, ma riesce a dimostrare il suo valore occupandosi proprio di Topolino, dandogli così l'umanità e la dolcezza che lo contraddistinguono. Glen Keane, anche lui agli inizi della carriera, si è invece occupato di conferire quella grandissima espressività che è il suo “marchio di fabbrica” al gigante Willie e allo spettrale Pippo. A proposito di questa sua incarnazione fantasmatica, va notato come per errore la carnagione intorno ai suoi occhi sia stata resa chiara, anziché nera, probabilmente un refuso dovuto ad una certa insicurezza sulle reali fattezze di Pippo, dopo svariati anni di utilizzo del personaggio per mezzo di differenti alter ego. Ma oltre a questi due animatori leggendari è possibile trovare molte altre future celebrità come Mark Dindal, Dale Baer, Don Hahn e persino John Lasseter. È presente come consulente dell'animazione anche Eric Larson, ultimo dei nine old men rimasto allo studio, con lo scopo di addestrare la nuova generazione di artisti.
Infine Mickey's Christmas Carol rappresenta un importante punto di passaggio anche per il cast vocale. Alan Young non è l'unico mattatore presente: è qui che troviamo l'ultima interpretazione di Clarence Nash nei panni di Paperino, testimone che molto presto verrà ceduto all'erede Tony Anselmo. Di contro la voce di Topolino verrà qui per la prima volta affidata a quello che è storicamente ricordato come il suo terzo interprete dopo Walt Disney e Jimmy MacDonald: il bravissimo Wayne Allwine.
I Cameo
Come si è visto, il cast di Mickey's Christmas Carol non si limita ai soli standard characters, ma attinge ai più svariati universi disneyani. La regola generale è che si tratti di personaggi in qualche modo affini al gruppetto principale di animali antropomorfi, o perlomeno compatibili con Topolino e soci. Non è quindi strano individuare tra la folla i personaggi delle Silly Symphony come Ezechiele Lupo, i tre porcellini e persino i tre lupetti, oppure buona parte del cast di Robin Hood (1973). Dalla sequenza Il Vento tra i Salici tratta da Le Avventure di Ichabod & Mr. Toad (1949) sono invece stati ricavati alcuni personaggi che nella trama hanno una certa importanza: Topos e Talpino interpretano i due addetti alla raccolta delle offerte che Scrooge mette alla porta, mentre le beffarde faine si occupano di scavare la sua tomba nell'agghiacciante sequenza conclusiva. Il cavallo Cirillo Belsedere, poi, traina con la sua esuberanza la carrozza di Paperino, e non manca ovviamente un cameo di McTass. Taddeo Rospo infine veste i panni del vecchio Fezzywig, il primo datore di lavoro di Scrooge nella sequenza ambientata al passato, in cui si svolge la festa.
È proprio in questa scena che gli artisti spingono sul pedale dell'acceleratore, omaggiando la tradizione disneyana a 360°, inserendo personaggi da ogni provenienza come lo Zio Reginaldo da Gli Aristogatti (1970), gli orsi di Bongo e i Tre Avventurieri (1947), il sindaco del pollaio di Chicken Little (1943) e addirittura il pennuto che assiste il re in Pomi d'Ottone e Manici di Scopa (1971). Sembra quasi di trovarsi di fronte a Chi Ha incastrato Roger Rabbit?, con ben cinque anni di anticipo. Infine una menzione la meritano alcuni importanti standard characters che appaiono tra la folla della festa di Fezzywig: Cip e Ciop, Chiquita, Orazio e Clarabella, Patrizio e Patrizia, Qui, Quo, Qua, Ciccio e Nonna Papera. Il cameo di quest'ultima è particolarmente importante, visto che segna la sua seconda apparizione animata dopo l'esordio nelle sequenze di raccordo dello special televisivo This is Your Life, Donald Duck (1960).
Il Classico dei Natali Futuri
Mickey's Christmas Carol uscì nell'ottobre del 1983 nel Regno Unito, abbinato ad una riedizione de Il Libro della Giungla (1966) e due mesi dopo approdò finalmente negli USA in tempo per Natale, accompagnando il ritorno nelle sale di Le Avventure di Bianca e Bernie (1977). La featurette si guadagnò la nomination agli Oscar come miglior cortometraggio di quell'anno, e in men che non si dica riuscì ad entrare nei cuori del pubblico, diventando così un classico natalizio istantaneo. Il segreto di una riuscita così buona probabilmente sta in un mix di fattori: che si tratti della sua magica atmosfera, dei dialoghi brillanti, dello straordinario carisma dei personaggi o molto più semplicemente di uno storytelling conciso ed efficace, ad oggi questo gioiello viene considerato una delle migliori fra le innumerevoli trasposizioni della storia di Dickens, e un riferimento assoluto per quanto riguarda l'utilizzo vincente del cast degli standard characters.
Quest'opera meravigliosa fece scuola e nel 1990 arrivò nei cinema una seconda featurette in costume prodotta sulla sua falsariga, Il Principe e il Povero, confermando quindi che la via dei racconti in costume poteva essere un modo intelligente di tornare ad utilizzare Topolino e soci.
Zio Paperone prese tuttavia una strada diversa: l'ultimo utilizzo di Scrooge McDuck da parte dei WDAS si ebbe nella featurette del 1987 Sport Goofy in Soccermania, dopodiché il personaggio venne adottato dal neonato reparto televisivo e portato sul piccolo e sul grande schermo sotto le insegne della serie tv Duck Tales. La Walt Disney Television Animation volle tuttavia omaggiare Mickey's Christmas Carol all'interno del progetto Mickey Mouse Works, inserendo un Paperone dotato di basette grige all'interno dei due episodi Around the World in Eighty Days e A Midsummer Night's Dream, che adattavano rispettivamente le opere di Verne e Shakespeare, riallacciandosi allo spirito di quell'indimenticabile gemma prodotta anni prima.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Mickey's Christmas Carol
- Anno: 1983
- Durata:
- Produzione: Burny Mattinson
- Regia: Burny Mattinson
- Storia: Alan Dinehart, Ed Gombert, Don Griffith, Tony L. Marino, Burny Mattinson, Alan Young
- Basato su: A Christmas Carol di Charles Dickens
- Musica: Irwin Kostal, Frederick Searles
- Supervisione dell'Animazione: Eric Larson
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Dale Baer | Animazione |
David Block | Animazione |
Jack Boyd | Effetti d'Animazione |
Jim Coleman | Fondali |
Bob Davies | Animazione |
Charles Dickens | Storia Originale (A Christmas Carol) |
Mark Dindal | Effetti d'Animazione |
Alan Dinehart | Storia |
Gary M. Eggleston | Layout |
Ed Gombert | Storia; Animazione |
Don Griffith | Direzione Artistica; Storia |
Edward Hansen | Direzione di Produzione |
Mark Henn | Animazione |
Jeff Howard | Effetti d'Animazione |
Glen Keane | Animazione |
Ted Kierscey | Effetti d'Animazione |
Irwin Kostal | Musica; Musica (Oh What a Merry Christmas Day) |
Tia W. Kratter | Fondali |
Eric Larson | Supervisore all'Animazione |
Tony L. Marino | Storia |
Burny Mattinson | Produttore; Regista; Storia |
Michael Peraza | Layout |
Sylvia Roemer | Layout |
Frederick Searles | Musica (Oh What a Merry Christmas Day) |
Brian Sebern | Fondali |
Kathleen Swain | Fondali |
Donald A. Towns | Fondali |
Alan Young | Storia |