Re Mida

L'Ultima Regia di Walt Disney

Il ruolo del regista nell'animazione disneyana è sempre stato molto poco chiaro. Sin dagli albori dello studio era evidente che la mente che si occupava di dirigere ogni cortometraggio d'animazione era Walt. Col passare del tempo e la crescita della società, furono i suoi uomini più fidati ad assumere il ruolo di registi dei corti. Nomi come Wilfred Jackson e Burt Gillet si occupavano di controllare che animazione e musica combaciassero, e si assumevano tutti gli altri compiti gravosi e macchinosi che chiaramente non potevano più essere di competenza di Walt, impegnato ad altri livelli. The Golden Touch vede il momentaneo ritorno di Walt in questo ruolo, e ufficialmente sarà l'ultima volta che accadrà. La verità è però più complessa. Se si guarda ai primi lungometraggi animati prodotti a partire dal 1937, si vedrà che non viene quasi mai accreditato un regista unico, ma diversi direttori delle sequenze. Nessuno di loro potrà dire di aver dato la propria impronta a quei primi film, che rimanevano sempre e comunque sotto il controllo di Walt. È difficile riconoscere ad un film come Biancaneve e i Sette Nani un regista diverso da Disney, che si occupò del lungometraggio ad ogni livello, accertandosi che ogni minimo particolare corrispondesse alla sua personalissima visione.

Mida nel Medioevo

Alcuni storici del cinema concordano nel dire che quest'ultima regia di Walt rappresenta per la serie delle Silly Symphony uno scivolone. In realtà The Golden Touch prosegue ottimamente il discorso iniziato con l'arrivo del colore, raccontando un'altra famosa leggenda, quella di Mida, re della Frigia, a cui venne concesso il tocco d'oro. Come accaduto con il mito di Persefone in The Goddess of Spring, anche qui l'originale mito greco viene ripulito dei suoi elementi ellenici e trasformato in una storiella dal sapore medioevale, molto più in linea con lo stile da libro di fiabe europeo che la serie aveva adottato da qualche anno. Dioniso, che nel mito dava a Mida il suo potere, viene così rimpiazzato da un folletto chiamato Goldie, e Mida viene reso molto simile al King Cole visto in Mother Goose Melodies (1931) e in Old King Cole (1933), allineandosi quindi alla schiera di sovrani corpulenti visti fino a quel momento. Avido, arrogante ma con una punta di genuino entusiasmo infantile, Mida è una figura molto simpatica che riesce a reggere bene l'intera durata del cortometraggio. Sebbene in questa Silly Symphony i dialoghi stranamente non siano in rima, sono comunque presenti due diverse canzoni, Gold, Gold, Gold, con la quale Mida si presenta al pubblico, e The Golden Touch che accompagnerà gli euforici momenti che precedono la sua presa di coscienza dell'essere destinato a morire di fame.

E con Cipolla!

La sequenza in cui Mida si rende progressivamente conto di non potersi alimentare è infatti un capolavoro di tensione, il cui angoscioso progredire merita un'analisi dettagliata: inizialmente il re non realizza la cosa e, mentre trasforma in oro la sedia, la forchetta e il tovagliolo, se la ride di gusto. È ancora piuttosto divertito dopo aver toccato direttamente e reso immangiabile un pompelmo, ma la preoccupazione inizierà a salire quando troverà delle monetine all'interno di una banana, pur avendone afferrato solo la buccia. Riflettendo sul da farsi, afferrerà distrattamente un bicchiere d'acqua e finirà quasi soffocato dalle monete, scivolando nella paura. Infine, dopo averlo infilzato con una forchetta, tenterà di afferrare un pollo assicurandosi di utilizzare solo i denti, scoprendo che il solo contatto con parti interne del proprio corpo basta a compiere la metamorfosi. E a questo punto che Mida andrà in tilt, lasciandosi andare a risate isteriche e attacchi di panico. Lo spettatore nel frattempo ha empatizzato sempre di più con lui, avendolo accompagnato nei ragionamenti per aggirare l'ostacolo e potersi nutrire, e lo seguirà dunque nella sua crisi emotiva, fino al climax finale che culminerà con una liberatoria, ironica quanto inaspettata proclamazione di americanità. Per fargli togliere il tocco d'oro da Goldie, infatti, Mida deciderà di rinunciare a tutto ciò che possiede in cambio di un misero hamburger. La trovata è senza dubbio beffarda e paradossale, ma ci sarà tempo per un'ulteriore stoccata finale quando Mida, ormai povero in canna, si vedrà apparire davanti l'agognato hamburger e rimarrà genuinamente estasiato nell'accorgersi che è addirittura con cipolla!

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: The Golden Touch
  • Anno: 1935
  • Durata:
  • Produzione: Walt Disney
  • Regia: Walt Disney
  • Cast: Billy Bletcher
  • Musica: Frank Churchill, Larry Morey
  • Animazione: Norman Ferguson, Fred Moore
Nome Ruolo
Billy Bletcher Cast (Midas)
Frank Churchill Canzoni (The Counting Song); Musica
Walt Disney Produttore; Regista
Norman Ferguson Animazione (Midas)
Fred Moore Animazione (Goldie, Midas around the Castle)
Larry Morey Canzoni (The Counting Song)