A Tu per Tu con Winnie the Pooh

Tigro, il Protagonista

Con Winnie the Pooh and Tigger Too! il progetto di Walt sull'orsetto giunge al suo naturale capolinea. Questo terzo mediometraggio arriva però soltanto nel 1974, in una fase di passaggio della storia degli studios, motivo per cui è possibile riscontrare delle lievi differenze stilistiche, sia nello storytelling che nel comparto grafico. Questa volta a venir adattati (e invertiti) sono due capitoli tratti dal secondo libro di Milne in cui Tigro è protagonista assoluto, ma c'è spazio anche per una breve sequenza tratta dal primo volume. Stranamente non sono presenti nuovi numeri musicali, se si escludono ovviamente il tema principale Winnie the Pooh, che come di consueto apre il mediometraggio, e un reprise di The Wonderful Thing About Tiggers, tema ufficiale di quello che stavolta è a tutti gli effetti il protagonista. Il motivo di questa anomalia è probabilmente il ritiro dei Fratelli Sherman, che avevano curato le precedenti colonne sonore, ma che negli anni 70 avevano ormai abbandonato lo studio.
Le sequenze che compongono questa featurette sono ancora una volta due. Nella prima Tappo organizza un brutto scherzo ai danni di Tigro, per mortificarlo e fargli perdere l'abitudine di saltare. Il piano consiste nel fingere di abbandonarlo nel profondo della foresta, stratagemma che chiaramente gli si ritorcerà contro. È bene ricordare che sebbene nel mondo infantile dei personaggi di Milne sia assente la malizia, questo non significa che i personaggi non possano assumere comportamenti negativi, come dimostra la totale amoralità con cui Winnie e Pimpi decidono di appoggiare il piano di Tappo, senza porsi alcun dubbio. La seconda parte è ambientata in inverno, e vede Tigro rimanere vittima della sua mania, che lo porterà in cima ad un albero dal quale non riuscirà più a scendere. Va sottolineato che in questa sequenza vediamo Tigro stringere un rapporto speciale con il piccolo cangurino Roo, facendogli un po' da fratello maggiore, rapporto che verrà esplorato anche in alcune produzioni successive firmate dai reparti televisivi.
Vecchio e Nuovo

La terza parte del progetto Winnie Pooh è sicuramente valida, pur perdendo un po' il confronto con il magnifico Winnie the Pooh and the Blustery Day, specialmente nell'edizione definitiva del 1977 in cui i due segmenti vengono abbinati in maniera un po' anticlimatica. Anche qui lo stile xerografico si sente parecchio, ricordando il look dei libri originali, ma quella che viene esplorata ancor più è la natura metanarrativa della serie. Come sempre è presente un'introduzione live action, a cui segue l'ingresso all'interno del libro, dove avverranno vicende ancor più surreali che in passato. Nella scena in cui i personaggi si perdono nel bosco girando in tondo li vedremo viaggiare tra un'illustrazione e l'altra ritornando spesso al punto di partenza, e nella sequenza finale il problemino di vertigini del povero Tigro verrà risolto proprio... chiedendo aiuto al narratore, il quale lo farà scivolare sul dorso del muro di testo.
In questo momento della storia degli studios qualcosa sta cambiando all'interno della squadra di animatori conosciuta come i nine old men. Wolgang Reitherman ora figura solo come produttore, mentre la regia passa in mano a John Lounsbery. Come in precedenza, Milt Kahl si occupa di Tigro, mentre Frank Thomas e Ollie Johnston danno vita a Winnie e Pimpi. È presente però anche un manipolo di nuovi artisti, cresciuti sotto l'ala del maestro Eric Larson, fra cui si distinguono Dale Baer e Ron Clements, primi semi di quella che sarà la seconda generazione di animatori. Parallelamente a loro, sta emergendo anche la cerchia di animatori che più tardi si metterà in proprio insieme a Don Bluth, fra cui ricordiamo John Pomeroy e Gary Goldman, il cui stile inizia già a trasparire. Infine una menzione speciale va a Burny Mattinson, che qui figura come animatore e che in futuro sarà sceneggiatore del nuovo Winnie the Pooh (2011), ponendosi come punto d'unione tra il passato e il futuro dello studio.
Il Futuro di un Orsetto

Come si è visto, una volta portato a termine il progetto, i tre mediometraggi vennero finalmente montati insieme in quello che viene considerato oggi il 22° lungometraggio del Canone WDAS. The Many Adventures of Winnie the Pooh collega i tre segmenti tramite un paio di animazioni di raccordo, appositamente realizzate, ma serba anche una sorpresa: una sequenza del tutto nuova, collocata in chiusura, in cui vediamo Christopher Robin dire addio alla propria infanzia. Questo malinconico epilogo altro non è che l'ultimo racconto di Milne, adattato con classe e gran sensibilità. Non si tratta di una scena drammatica o stucchevole, ma di un momento delicato: tutto quello che vediamo è un bambino che con un giro di parole comunica al suo orsetto che nei prossimi tempi avrà meno tempo per frequentare il Bosco. Il narratore spiega al pubblico che il motivo è l'inizio della scuola, tuttavia Winnie non sembra nemmeno rendersi conto di quanto accadrà di lì a poco, e tutto quello che riesce a fare è promettere di non dimenticarlo, nemmeno quando Christopher avrà cent'anni. “Quanti ne avrò io, allora?”, chiede e la poetica risposta che riceve è “Novantanove, sciocco di un orsetto!”. Con questo tenero messaggio di ”sudditanza“ si chiude così il primo film animato visto con l'ottica di un giocattolo.
Il successo di Winnie the Pooh fu travolgente e duraturo, e il personaggio si vide dedicare tra le tante cose, addirittura una striscia sui quotidiani. Nel 1983 venne inoltre realizzato un quarto mediometraggio, Winnie the Pooh and a Day for Eeyore, la cui animazione venne però prodotta esternamente. Sarebbe stato solo l'inizio del lungo periodo apocrifo vissuto dall'orsetto, che nel giro di tre decenni divenne protagonista di un grandissimo numero di lungometraggi e serie animate, prodotti esclusivamente dai reparti televisivi sotto altre etichette. Sebbene alcune di queste animazioni dimostrassero una certa cura, come The Tigger Movie (2000), la qualità complessivamente altalenante di tali prodotti finì tuttavia per affossare il franchise, facendo subire a Winnie un triste declino. La situazione si risolse nel 2011 quando ai Walt Disney Animation Studios venne finalmente commissionato un nuovo lungometraggio canonico con protagonista l'orsetto. Intitolato semplicemente Winnie the Pooh, il 51° Classico Disney riuscì nel difficile compito di ridare lustro all'opera dei nine old men, offrendo l'opportunità a Mark Henn, Andreas Deja, Eric Goldberg e molti altri di portare finalmente avanti l'opera dei loro maestri.


di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica
- Titolo originale: Winnie the Pooh and Tigger Too!
- Anno: 1974
- Durata:
Credits
Nome | Ruolo |
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