Destino
Walt Disney e Salvador Dalì
Destino è senza dubbio uno dei cortometraggi Disney più leggendari, con una storia alle spalle davvero unica. Negli anni 40 Walt Disney entrò in contatto con il pittore surrealista Salvador Dalì, emigrato in America per sfuggire alla seconda guerra mondiale. I due pensarono di unire i loro talenti per realizzare insieme un'opera capace di portare avanti il discorso artistico iniziato con Fantasia. Era il periodo in cui Walt era ancora intenzionato a realizzare successive edizioni del suo concerto filmato, integrandole con brani nuovi. La prima mossa di Disney fu quella di affiancare a Dalì l'artista degli storyboard John Hench, del quale si fidava moltissimo. I due lavorarono a lungo sul progetto. Sembra che l'obiettivo fosse quello di rappresentare una sorta di storia d'amore, nonché una riflessione sull'incomunicabilità tra i sessi, sugli errori della vita che portano a non capirsi ma ad aver ugualmente bisogno gli uni degli altri. Immerso in uno scenario onirico e allucinato, Destino avrebbe dovuto rappresentare il grande incontro tra due geni dell'epoca ma il tutto si concluse con un nulla di fatto. Il motivo non è chiaro. Negli anni sono state date versioni differenti di come andarono i fatti: c'è n'è una più “maligna” in cui si dice che Walt si era stufato di veder Dalì continuare ad aggiungere idee su idee, cambiando le carte in tavola ogni giorno, senza mai arrivare a qualcosa di concreto e così lo congedò. Ma questa versione non collima con quanto si sa del rapporto tra i due, rimasti buoni amici fino alla vecchiaia. Una spiegazione più plausibile è che, a causa della guerra, le attenzioni dello studio furono rivolte a progetti propagandistici, e non appena finita si volle tornare a produrre lunghi e corti come un tempo. Economicamente parlando divenne difficile far rientrare in tale scenario un progetto tanto complesso.
Fantasia 2006
Destino rimase negli archivi Disney per decenni, dimenticato da tutti, tranne che da Roy Disney. Il nipote di Walt decise infatti di riprenderne in mano le redini per dare finalmente compimento al progetto, affidandolo alla succursale francese dei Walt Disney Animation Studios (all'epoca chiamati ancora Walt Disney Feature Animation). Non è certo un mistero che Roy non si trovasse in linea con le idee della dirigenza dell'epoca, e in special modo con Michael Eisner. Fantasia 2000 era stato per Roy un modo per portare avanti la sua crociata, ricollegandosi alla tradizione voluta da suo zio, ma adesso si voleva andare oltre, realizzando un terzo atto che potesse portare gli artisti a dare vita a brani musicali non appartenenti per forza al repertorio classico. Fantasia 2006 (o Fantasia World, o The Music Project, come a un certo punto venne chiamato) sarebbe stato il contenitore ideale per valorizzare Destino, abbinandolo ad altri segmenti realizzati ad hoc come Lorenzo, One by One e The Little Matchgirl. L'idea di un terzo Fantasia venne però respinta dalla dirigenza, e i brani già pronti uscirono come cortometraggi indipendenti, andando incontro ad alterne fortune.
Incomunicabilità tra i Sessi
Completare Destino fu difficilissimo. Bisognava decifrare le vecchie carte, dare loro una parvenza di senso, integrando il tutto con materiale nuovo che potesse essere in linea con quanto già prodotto. Ne è uscito un corto assolutamente eccezionale, che costituisce un unicum nella filmografia Disney. Sulle note di una vecchia canzone spagnola (Destino, appunto) ricavata da un'incisione d'epoca, prendono forma le figure immaginate da Dalì: una giovane donna, che danza e si muove confusa in un angosciante deserto, un uomo che si libera dalla sua prigionia in un tempio consacrato... al tempo, e sono presenti addirittura le due inquietanti tartarughe, unico test d'animazione realizzato all'epoca, i cui profili avvicinandosi formano l'immagine della ballerina. L'uomo e la donna, secondo quanto immaginato all'epoca, sembrano volersi incontrare ma tra una cosa e l'altra finiscono divisi, trasfigurati in modi sempre diversi. Le difficoltà di comunicazione tra i sessi, l'impossibilità di relazionarsi gli uni agli altri in modo sereno, tutte idee che all'epoca Hench e Dalì avevano fissato sulla carta, vengono riprodotte fedelmente per mezzo di suggestioni visive efficacissime (lei cammina su delle cornette telefoniche giganti, lui si trasforma in un giocatore di baseball mentre lei in una ballerina e via dicendo). La chiave interpretativa funziona, ma ovviamente non può spiegare tutto, visto che gran parte del resto è evidentemente costituito da svarioni, interpretabili in modo diverso e personale. L'animazione è molto particolare: a volte è molto fluida, altre volte invece realizzata tramite dissolvenze, stratagemma utilizzato sia per risparmiare (si parla pur sempre di un progetto portato avanti quasi in conflitto con la dirigenza), sia per restituire quel disturbante sapore onirico che Dalì voleva infondere al progetto. La computer grafica è inoltre presente in dosi massicce, senza che risulti granché integrata al resto, elemento che accentua lo straniamento visivo.
Il risultato è molto buono, e ha ricevuto pure la benedizione dello stesso Hench: il veterano aveva le memorie piuttosto confuse, e si stupì di come gli artisti francesi erano riusciti a rendere giustizia al progetto originale, integrandolo dove serviva e rispettandone le idee di fondo.
Il Destino di Destino
Completare Destino non fu abbastanza perché quest'opera arrivasse finalmente al pubblico. Il cortometraggio ebbe infatti un percorso travagliato anche dopo la sua realizzazione. Uscì ufficialmente nel 2003 esclusivamente al Festival Internazionale di Annecy, dove venne premiato. Nel 2004 venne nominato agli Oscar, e negli anni successivi non riuscì mai a ricongiungersi con gli altri tre segmenti prodotti per il nuovo Fantasia, nemmeno in home video. Con la morte del progetto, lo stop imposto all'animazione tradizionale e la fuga di Roy dalla Disney di Michael Eisner, il corto cadde nuovamente nel dimenticatoio.
Per anni si vociferò di una sua uscita su dvd all'interno della collana dei Disney Treasures, o come parte della compilation Fantasia World, ma la fine di questa agonia si ebbe solo nel 2010, quando Destino finalmente raggiunse il pubblico come contenuto speciale dell'edizione Blu-Ray di Fantasia 2000, accompagnato da un documentario lungo un'ora e mezza che ne analizza ogni retroscena. Destino venne così finalmente riscoperto, e in tale occasione gli autori italiani Roberto Gagnor e Giorgio Cavazzano omaggiarono il cortometraggio realizzando la storia celebrativa Topolino e il Surreale Viaggio nel Destino. Dopo tanti anni questo piccolo grande gioiello ha finalmente avuto giustizia.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Destino
- Anno: 2003
- Durata:
- Produzione: Baker Bloodworth, David A. Bossert, Roy Edward Disney
- Regia: Dominique Monfery
- Storia: Salvador Dalì, Donald W. Ernst, John Hench
- Musica: Armando Dominguez, Ray Gilbert, Michael Starobin
- Animazione: David Berthier, Dominique Monfery, Yoshimiki Tamura
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Cent Alantar | Sviluppo Visivo |
David Berthier | Animazione |
Olivier Besson | Supervisione Fondali |
Baker Bloodworth | Produttore |
David A. Bossert | Produttore Associato |
Thierry Chaffoin | Supervisione agli Effetti d'Animazione |
Coralie Cudot-Lissillour | Direzione di Produzione |
Salvador Dalì | Storia |
Jeroen Dejonckheere | Supervisione Cleanup |
Roy Edward Disney | Produttore Esecutivo |
Armando Dominguez | Canzoni |
Donald W. Ernst | Supervisione Storia |
Thierry Fournier | Production Design |
Ray Gilbert | Canzoni |
John Hench | Storia |
Ivan Kassabov | Supervisione CG |
Nicoletta Marcialis | Supervisione CG |
Zoltàn Maros | Sviluppo Visivo |
Dominique Monfery | Regista; Animazione |
Timothy Jason Smith | Direzione di Produzione |
Michael Starobin | Musica |
Yoshimiki Tamura | Animazione |
Raphaél Vincente | Supervisione Pianificazione Scene |