Un Weekend con Papà
George Geef e la Satira Definitiva
Con Father's Weekend possiamo dire di essere di fronte al cortometraggio di George definitivo, quello in cui la satira sull'uomo medio tocca vette altissime, focalizzandosi su uno dei “problemi” più comuni nei quali ci si può imbattere nella propria routine familiare: il week-end. È interessante notare come il personaggio non smetta mai di oscillare, andando incontro a frequenti cambi di impostazione grafica e caratteriale: qui la sua carnagione è di nuovo rosata, mentre la personalità perde nuovamente la surreale goffaggine vista in Father's Day Off, per abbracciare il modello umoristico precedente, basato sulle reazioni esasperate alle frustrazioni di cui è vittima. Junior dal canto suo continua ad essere caratterizzato in modo ingenuo, ma recuperando in parte quel temperamento conflittuale degli esordi. Il corto abbraccia in tutto e per tutto la struttura degli How To, ripercorrendo insieme a George ogni momento della sua infernale domenica, uno sketch dopo l'altro. Ce ne sono alcuni veramente memorabili: ne è un perfetto esempio la scena in cui, andando a prendere il giornale, gli si strappa il fondoschiena del pigiama e si vede apparire di colpo l'intero vicinato in vena di saluti.
Una Domenica da Incubo
Si coglie poi l'occasione per fare satira sulle ipocrisie e le banalità del nostro tempo, come nella graffiante scenetta in cui George si autoconvince che stiano arrivando ospiti e, senza nemmeno sapere chi siano, si prepara ad accoglierli con uno sfoggio di frasi fatte e convenevoli. Nella seconda parte si cambia scenario, e Mr. Geef si ritrova costretto a portare il figlioletto alla spiaggia e poi al luna park. Si tratta dello stesso parco divertimenti che è stato teatro di altri divertenti corti come Straight Shooters (1947) e Hold That Pose (1950). Curiosamente è qui che vediamo George farsi tatuare per errore sul torace quello stesso galeone che avevamo visto in Cold War (1951). Infine, non bisogna dimenticare il grandissimo spazio dato alle gag visive, anche loro del tutto improntate alla satira. Bellissimo il momento in cui George recupera l'auto nel parcheggio per evitare l'ora di punta e in quello stesso momento ogni auto si incastra in maniera improbabile con le altre. Father's Weekend è in definitiva uno dei migliori corti della serie, e l'ultimo di questa fase produttiva a mostrarci George nel suo “rassicurante” contesto familiare, dato che i successivi How to Dance e How to Sleep saranno invece incentrati unicamente su di lui.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Father's Week-End
- Anno: 1953
- Durata:
- Produzione: Walt Disney
- Regia: Jack Kinney
- Storia: Dick Kinney, Brice Mack
- Musica: Joseph S. Dubin
- Animazione: Ed Aardal, Hugh Fraser, George Nicholas, John Sibley
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Ed Aardal | Animazione |
Al Dempster | Fondali |
Walt Disney | Produttore |
Joseph S. Dubin | Musica |
Hugh Fraser | Animazione |
Dick Kinney | Storia |
Jack Kinney | Regista |
Brice Mack | Storia |
George Nicholas | Animazione |
George Rowley | Effetti d'Animazione |
John Sibley | Animazione |
Al Zinnen | Layout |