Mother Goose Goes Hollywood
La Terza Volta di Mamma Oca
Con Mother Goose Goes Hollywood la serie delle Silly Symphony compie la sua terza ed ultima incursione nel mondo delle filastrocche di Mamma Oca. Le Mother Goose Rhymes sono un corpus di rime per bambini molto popolari nella cultura anglosassone. Nel corso dei secoli sono state pubblicate svariate raccolte contenenti set sempre differenti di filastrocche, ma alcune di esse sono sempre rimaste costanti e hanno contribuito a diffondere nell'immaginario popolare diverse celebri figure come Bo Peep o Little Boy Blue. Walt Disney non si era certo sottratto al fascino di questo materiale e aveva realizzato due Silly Symphony a tema: Mother Goose Melodies (1931) e Old King Cole (1933), rispettivamente in bianco e nero e a colori. In questi due cortometraggi vedevamo sfilare, sia pur in modo diverso, una lunga serie di personaggi, appartenenti ai diversi componimenti. Alcuni personaggi apparivano in entrambi gli short con lo stesso aspetto, segno che da parte degli artisti Disney c'era la volontà di fornire una versione personale di queste celebri figure. Non bisogna inoltre dimenticare che, in alcune tavole domenicali della serie cartacea delle Silly Symphony, trovavamo il piccolo insetto Buci in viaggio verso il Paese di Mamma Oca, nel quale si sarebbe imbattuto in un gran numero di personaggi visti anche sul grande schermo.
La Consacrazione di Hollywood
Nel 1938 lo staff di Walt decide di riaffrontare questo materiale, sia pur con un taglio radicalmente diverso. I personaggi conosciuti all'inizio del decennio e nell'avventura di Buci vengono messi da parte e i loro ruoli assegnati ad un cast molto speciale. Si tratta infatti delle caricature dei principali attori che al termine degli anni 30 impazzavano ad Hollywood. Non è la prima volta che nella filmografia disneyana troviamo questo tema. Nel 1933 l'animatore Joe Grant aveva infatti realizzato una speciale animazione destinata alla notte degli Oscar in cui sfilavano gli attori che avevano ricevuto quell'anno una nomination. Il suo stile avrebbe ispirato istantaneamente la produzione di Mickey's Gala Premier (1933), e qualche anno dopo di Mickey's Polo Team (1936), due cortometraggi molto particolari in cui Topolino si ritrovava faccia a faccia con la crema di Hollywood, pronta ad accoglierlo. Anche la serie delle Silly Symphony era stata contaminata dalla frenesia hollywoodiana di quegli anni in occasione di Broken Toys (1935), in cui alcuni dei giocattoli protagonisti avevano preso in prestito le sembianze delle celebrità del momento. Mother Goose Goes Hollywood rappresenta una tappa fondamentale in questo filone di cortometraggi perché per la prima volta gli attori famosi diventano a tutti gli effetti i protagonisti dello short.
Sfogliando un Libro
Come i suoi predecessori, il cortometraggio è strutturato come una serie di sketch che prendono in esame una alla volta le diverse filastrocche, mostrando gli attori di turno reinterpretarle in modo comico. Si tratta chiaramente di materiale simpatico ma difficilmente comprensibile per un pubblico moderno e non americano. In apertura troviamo il classico libro di fiabe che si apre, dalla cui prima pagina si erge una Mamma Oca “ruggente”, chiaro riferimento al leone della MGM. Ecco di seguito l'elenco delle successive scenette:
- Little Bo-Peep - Interpretata da Katherine Hepburn, la pastorella che ha perso le sue pecorelle ha uno sketch molto breve, ma apparirà anche in seguito a mo' di tormentone, procedendo con la sua ricerca e invadendo i siparietti altrui.
- Old King Cole - Il personaggio principale dei due short precedenti viene qui reinterpretato da Hugh Herbert, mentre il suo giullare è l'arcigno Ned Sparks, già visto in Broken Toys con tanto di berretto a sonagli. I violinisti convocati dal re sono tre dei Fratelli Marx, mentre Joe Penner gli porgerà una ciotola da cui uscirà una star di Hollywood molto speciale: il disneyano Donald Duck.
- Rub-A-Dub-Dub - La filastrocca dei tre uomini che navigano in una tinozza viene interpretata da Charles Laughton, il capitano di Mutiny on the Bounty (1935), e da Freddie Bartholomew e Spencer Tracy, entrambi presenti in Captains Courageous (1937).
- Humpty Dumpty - Uno dei personaggi più famosi del gruppo, ha qui le fattezze di W. C. Fields. L'attore aveva già interpretato questo ruolo nel film Alice in Wonderland (1933), ed era stato così rappresentato anche in Broken Toys. Al suo fianco troviamo l'irriverente Charlie MacCarty, il pupazzo del ventriloquo Edgar Bergen, molto famoso in quegli anni, che ritroveremo anche nel nono lungometraggio disneyano Fun and Fancy Free (1947).
- Simple Simon - Il sempliciotto Simon e il venditore di torte della celebre filastrocca hanno qui le fattezze di Stan Laurel e Oliver Hardy, due dei comici strettamente connessi al mondo Disney, come si era visto anche in Mickey's Polo Team, in cui avevano avuto molto spazio. Sentiamo qui il loro celebre tema musicale, fischiettato da Oliver Hardy.
- See Saw Margery Daw - Nell'altalena citata nella filastrocca troviamo Edward G. Robinson e la famosissima Greta Garbo, che qui ripete una delle sue frasi più famose: “I want so much to be alone”, pronunciata in Grand Hotel (1932).
- Little Jack Horner - A venir rappresentata in questa sequenza musicale è piuttosto un'altra filastrocca, Sing a Song of Sixpence, intonata da Eddie Cantor. Da una torta gigante escono fuori alcuni musicisti neri, capitanati dallo scatenato Cab Calloway, che era stato caricaturizzato l'anno precedente in Woodland Café. Tra loro è possibile individuare Fats Waller e il flemmatico Stepin Fetchit.
- Little Boy Blue - Questo non è un vero e proprio sketch autonomo ma è interconnesso con il precedente e il successivo. Il personaggio con il volto di Wallace Beery fa una rapida introduzione alla sequenza conclusiva, una vera e propria reunion di tutti i personaggi incontrati fino a quel momento.
- There was an Old Woman Who Lived in a Shoe - Non ci sono riferimenti diretti a questa filastrocca se si esclude lo scenario con una scarpa gigante, lungo la quale troviamo appollaiate tutte le celebrità, pronte per un finale musicale e celebrativo. Tra loro troviamo anche personaggi non ancora visti come Edna May Oliver, Mae West, Zasu Pitts, Clark Gable, George Arliss. Tra loro si distinguono Fred Astaire e infine Martha Raye e Joe E. Brown, i due attori dalle bocche larghe, che duettano nel finale.
A Prova di Futuro?
Quando si realizzano cortometraggi come questo il rischio di renderli in breve tempo incomprensibili, o peggio datati, è veramente molto alto. Sicuramente non siamo di fronte ad uno dei tipici e universali capolavori Disney, ma piuttosto ad un filmato che andrebbe considerato oggetto di studio. Va sottolineato inoltre che nei decenni successivi la censura si abbattè su Mother Goose Goes Hollywood portando la Disney a rimuovere brutalmente ogni sequenza con presenti attori neri, per non scadere nel politicamente scorretto, rendendo di fatto il cortometraggio assolutamente irriconoscibile. I riferimenti a Hollywood sarebbero continuati anche l'anno successivo, con il cortometraggio di Paperino The Autograph Hound (1939) dopodiché tale strada sarebbe stata definitivamente abbandonata dall'animazione disneyana, lasciando il campo libero alla concorrenza che avrebbe invece continuato ancora per molto a giocare questa carta. Mamma Oca avrebbe invece fatto capolino ancora una volta in futuro, in corti come Jack and the Old Mac (1956) o nel particolarissimo The Truth About Mother Goose (1957), mediometraggio prodotto con lo scopo di svelare la storia nascosta dietro alcune delle più famose filastrocche dell'intero corpus di rime.
Nota: Questa è l'ultima Silly Symphony a presentare il logo della serie. The Ugly Duckling, prodotta l'anno successivo e comunemente ascritta al corpus, avrà invece un'intestazione generica.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Mother Goose Goes Hollywood
- Anno: 1938
- Durata:
- Produzione: Walt Disney
- Regia: Wilfred Jackson
- Storia: Leo Ellis, T. Hee, Izzy Klein, Peter O'Crotty, Ed Penner, Dick Rickard, George Stallings
- Cast: Sara Berner, Al Bernie, Thelma Boardman, Ann Lee, Clarence Nash, The Blackbirds, Dave Weber
- Animazione: Jack Campbell, Ward Kimball, Izzy Klein, Grim Natwick, Don Patterson, Bob Stokes
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Sara Berner | Cast |
Al Bernie | Cast |
Thelma Boardman | Cast |
Jack Campbell | Animazione |
Walt Disney | Produttore |
Leo Ellis | Storia |
T. Hee | Storia |
Ferdinand Huzsti Horvath | Sviluppo Visivo |
Wilfred Jackson | Regista |
Ward Kimball | Animazione |
Izzy Klein | Storia; Animazione |
Ann Lee | Cast |
Clarence Nash | Cast |
Grim Natwick | Animazione |
Peter O'Crotty | Storia |
Don Patterson | Animazione |
Ed Penner | Storia |
Dick Rickard | Storia |
George Stallings | Storia |
Bob Stokes | Animazione |
The Blackbirds | Cast |
Dave Weber | Cast |