I Favolosi Anni di Fine Secolo

Sapersi Distinguere

In una produzione all'ingrosso come quella dei cortometraggi Disney dell'epoca d'oro, è perfettamente normale trovare un gran numero di short piuttosto ordinari, che ricalcano cliché e formule consolidate. Sono però le eccezioni quelle che rimangono realmente impresse nella memoria: corti che si distaccano dallo schema vigente e puntano invece a mostrare qualcosa di diverso, donando alla filmografia disneyana alcuni preziosissimi guizzi artistici. The Nifty Nineties rientra fra queste gloriose eccezioni, regalando a Topolino uno dei cortometraggi più atipici e meravigliosamente riusciti di tutta la sua carriera. Come si è visto, nei primi anni 40 agli studi Disney si stavano cercando nuove strade per rimediare al calo di popolarità che aveva investito Mickey Mouse. Dopo un primo restyling, il grandissimo Fred Moore ne aveva immediatamente messo in cantiere un secondo, dando a Topolino un look molto diverso: orecchie concave e in prospettiva, un corpo più sottile e un atteggiamento pazzerellone e un po' dandy. Nel frattempo Pippo, Paperino e Pluto stavano portando avanti le loro carriere soliste, concentrandosi sull'umorismo slapstick, ed era dunque necessario far imboccare a Mickey una strada che lo distinguesse, lasciando alla sua serie il ruolo di ammiraglia. I corti di Topolino di questa fase sono pochi, e non seguono uno schema fisso, proponendo invece situazioni molto difformi. In questa cornice non stupisce quindi, da parte dello staff di Walt, l'idea di realizzare un cortometraggio così diverso, ambientato negli anni 90 dell'800, per raccontarci “come il nonno ha conosciuto la nonna”.

Passeggiando nel Parco

The Nifty Nineties è una sorta di dagherrotipo in movimento, un sorprendente musical animato che prende Topolino e Minni e li immerge completamente nelle atmosfere di un'epoca ormai passata, costituendo un affettuoso e divertito omaggio alla generazione precedente. Già avevamo seguito le gesta di Topolino in cortometraggi in costume ambientati in epoche diverse, ma qui non si tratta certo di avventura. Sin dall'apertura seguiamo infatti il nuovo Mickey Mouse che passeggia al parco con fare sbarazzino, imbattendosi in una Minni abbigliata secondo l'usanza dell'epoca: ombrellino, cappellino e persino un cuscinetto a forma di cuore collocato sul fondoschiena. Mickey dal canto suo mantiene le movenze con cui l'abbiamo visto in The Little Whirlwind, snodato e gommoso, rivelando un certo divertimento da parte dello stesso Moore. Tutto intorno a loro trasuda omaggi e riferimenti all'epoca appena conclusa: l'album fotografico da cui tutto prende vita, le auto d'epoca, e persino un cartellone che pubblicizza una squadra di baseball tutta al femminile, segnando una tappa importante nel percorso di emancipazione della donna. La vecchia canzone di Ed Haley The Fountain in the Park accompagna l'azione in modo eccellente, descrivendo con nostalgia quanto avviene sulla scena. La colonna sonora del cortometraggio presenta infatti svariati brani preesistenti, fra cui fa eccezione la canzone presente nei credits d'apertura, The Gay Nineties.

Caro Papà...

Poche cose sono in grado di raccontare la storia dell'umanità quanto l'arte e le opere di intrattenimento prodotte nel corso dei secoli. La seconda sequenza dunque ci mostra la coppia entrare in un teatro, per assistere ad uno spettacolo di varietà. È l'occasione quindi per ricordare il vaudeville, e il tipo di divertimento che l'epoca offriva, prima dell'arrivo del cinema. A dire il vero, lo spettacolino cui Minni e Topolino assistono è un diretto precursore del cinematografo: sullo schermo vengono proiettate delle diapositive, mentre in parallelo si esegue un brano musicale, Come Home, Father di Henry Clay Work, che ne racconta la vicenda. Il segmento, intitolato Father, Dear Father è un'arguta e graffiante parodia del melodramma, un genere all'epoca molto in voga, e famoso per le sue trame strappalacrime. Una bambina povera cerca in tutti i modi di riportare a casa un padre dedito alla gozzoviglia, perché torni a occuparsi della famiglia. In quella che sembra più una baracca, lo aspettano infatti una madre disperata e un bambino malato e prossimo alla morte. Questo “corto nel corto” potrebbe a prima vista sembrare qualcosa di molto lontano dallo stile leggero tipicamente disneyano, tuttavia la storia raccontata è così grottesca e deprimente da fare il giro completo e rendersi esilarante. Lo stile caricaturale con cui è tratteggiato il padre degenere, con la sua fissa per l'alcool, il gioco e le donnacce, è infatti volutamente esagerato, e persino il lieto fine, che giunge solo tramite “post-scriptum”, appare poco credibile e messo apposta per accontentare il pubblico sempliciotto di allora.

Fred & Ward

Il secondo numero dello spettacolo vede l'esibizione dei due barzellettieri Fred & Ward - Two Clever Boys from Illinois, che irrompono in scena, danzando sulle note di Old Folks at Home (Stephen Foster) e There'll Be a Hot Time in the Old Town Tonight (Theodore August Metz). Si tratta questa volta di una parodia del cabaret e della comicità di avanspettacolo tipica dell'epoca, fatta di semplici freddure destinate ad un pubblico di bocca buona. La sequenza è notevole perché i due personaggi sono in realtà le autocaricature di due animatori di punta degli studios, che per l'occasione daranno anche la voce ai loro rispettivi alter ego. Fred è il già citato Fred Moore, responsabile del restyling di Topolino e “patrono stilistico” dell'animazione disneyana di questa fase artistica. Ward invece è l'incontenibile Ward Kimball, che con il suo stile pazzerello diventerà uno dei più importanti animatori della storia, entrando a far parte della cerchia dei nine old men, i veterani che accompagneranno Walt fino alla fine. Purtroppo Moore non riuscirà ad essere annoverato tra i nove, a causa della sua prematura morte in un incidente, avvenuta qualche anno dopo. Va notato che in questa fase gli artisti Disney provano un certo gusto ad auto-omaggiarsi: gli annunci pubblicitari sul tendone del teatrino riportano infatti dei nomi di persone che all'epoca lavoravano veramente allo studio, e non va dimenticata la sfilata di caricature viste due anni prima in Ferdinand the Bull (1938).

Romanticismo Corale

L'ultima sequenza di The Nifty Nineties scorre invece sulle note della canzone In the Good Old Summer Time (George Evans, Ren Shields), mentre assistiamo alla romantica scampagnata della coppia a bordo di un'auto d'epoca. Gli artisti non resistono a prendere bonariamente in giro i limiti dei motori di allora, la cui scarsa velocità era però in grado di regalare un brivido ai loro passeggeri. È l'occasione per regalare dei cameo agli altri personaggi della banda Disney: vediamo infatti Pippo su un velocipede, e Paperino guidare un tandem a cinque posti con a bordo i nipotini e Paperina, qui alla sua seconda apparizione. Questa parentesi corale anticipa quello che sarà il tema della serie da qui in avanti: il successivo remake di Orphan's Benefit, e i meravigliosi Mickey's Birthday Party e Symphony Hour, in arrivo l'anno dopo, mostreranno infatti il cast di personaggi al gran completo. Infine, è impossibile non ripensare al turbolento esordio di Topolino in Plane Crazy, quando nella sequenza conclusiva i due perderanno il controllo del mezzo, coinvolgendo nella loro folle corsa una mucca che pascolava nelle vicinanze. In un certo senso dunque, The Nifty Nineties chiude idealmente il cerchio, facendo un romantico e appassionato omaggio del tempo che fu. Non un semplice cortometraggio dal retrogusto culturale ma un manuale di storia e di umorismo disneyano, in grado di spiccare come una della più pregevoli gemme della filmografia di Mickey Mouse.

Nota: rivedremo questa versione d'epoca di Topolino e Minni in occasione del loro cameo all'interno del cortometraggio Crazy Over Daisy (1950), seguito ideale di The Nifty Nineties.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: The Nifty Nineties
  • Anno: 1941
  • Durata:
  • Produzione: Walt Disney
  • Regia: Riley Thomson
Nome Ruolo
Walt Disney Produttore
Riley Thomson Regista