Atlantis - L'Impero Perduto
Animazione a Fumetti
Nel 2001 il pubblico rimane sbalordito nel vedere gli studios Disney abbandonare completamente la rassicurante formula che li aveva resi celebri negli anni 90, per proporre invece un lungometraggio di taglio assolutamente differente. Il genere avventuroso non era mai stato veramente esplorato dal cinema d'animazione occidentale, almeno fino all'anno precedente, quando Titan A.E., che portava la firma di Don Bluth, si rivelò un pesantissimo flop al botteghino. Con i WDAS (allora chiamati ancora Walt Disney Feature Animation) nel pieno della loro fase sperimentale, i registi Gary Trousdale e Kirk Wise trovarono modo di avventurarsi sulla strada del film d'azione dal sapore verniano, che già col miyazakiano Laputa aveva dimostrato tutto il suo fascino. Adventureland era dopotutto una parte importante della filosofia Disney, e aveva in passato offerto capolavori come 20.000 Leghe Sotto i Mari, per cui sarebbe potuto essere interessante provare a innestare questo filone anche nel cinema animato, da sempre ostaggio di Fantasyland. I due autori avevano già firmato due lungometraggi animati diversi fra loro ma dal taglio drammatico come La Bella e la Bestia e Il Gobbo di Notre Dame, e sentirono quindi il bisogno di fare qualcosa di diverso, di mettersi alla prova adottando per questo loro progetto lo scherzoso mantra “meno canzoni, più esplosioni”. Anche lo stile avrebbe dovuto discostarsi dalle tradizionali linee rotonde, abbracciando una spigolosità che avrebbe restituito quel sapore da comic book, assicurato anche dal coinvolgimento nel progetto del celebre fumettista Mike Mignola in forza allo sviluppo visivo. I fumetti sarebbero stati inoltre un ottimo canale per espandere l'esperienza, ed è per questo che venne lanciata una miniserie di tre albi, che approfondivano la storia raccontandone il prima, il durante e il dopo. La miniserie venne realizzata da artisti del calibro di Francesco Artibani e Claudio Sciarrone, alcune fra le più grandi firme della scuola Italiana, già responsabili del rivoluzionario Pk – Paperinik New Adventures, che aveva portato il fumetto Disney su quella stessa strada che con Atlantis l'animazione avrebbe voluto percorrere.
L'Avventura di Milo
Il film racconta dell'avventuroso e scanzonato viaggio del giovane cartografo/linguista Milo alla ricerca di Atlantide, e presenta la tipica struttura dei film di viaggio che l'anno successivo vedremo applicata anche a Treasure Planet. La trama è infatti lineare fino al raggiungimento della meta, dopodiché l'intreccio si infittisce, e iniziano le rivelazioni e i capovolgimenti, che culminano in un dirompente climax finale. Diversamente da quanto realizzato finora, l'aspetto narrativo prevale su tutto, pur non eliminando la componente emotiva e il bel messaggio, che invita a battersi per le proprie idee, anche in un mondo totalmente ostile al nuovo.
L'ossatura del film è però costituita dai divertentissimi e ironici scambi tra i personaggi. Tra gli sceneggiatori spicca infatti Joss Whedon, famoso da sempre per il suo approccio spiritoso all'avventura, che ci regala alcuni dialoghi veramente unici. Malgrado il protagonista sia Milo, Atlantis è infatti soprattutto un film corale, in cui a spiccare è l'equipaggio di folli e strampalati avventurieri che riescono a trovare tutti il loro spazio per esprimere la loro dirompente personalità. Alcuni si rivelano personaggi più approfonditi di altri, come il Dottor Dolce (Dr. Sweet), mentre altri come la Signora Packard e Vincenzo Santorini svolgono perfettamente il loro ruolo di macchiette umoristiche, sfoggiando dei tempi comici pressoché perfetti.
La sfida alla base di Atlantis consisteva nel riuscire ad adattare allo storytelling disneyano, basato sulla sintesi e sulla chiarezza, le caratteristiche del cinema action, caotico e narrativamente più complesso. I registi sono riusciti a condurre la barca in porto piuttosto bene, realizzando un film che è un ottimo compromesso tra queste due anime, ma nel farlo hanno ovviamente dovuto optare per delle semplificazioni. La mitologia, la lingua e la storia di Atlantide sono state infatti realizzate con grande cura, ma è materiale narrativo che nel prodotto finito filtra solo relativamente. Non ci sono veri e propri spiegoni, ma rapidi cenni che ci fanno capire che narrativamente parlando Atlantis nasconde molto più di quanto sia arrivato su schermo. Parte di queste informazioni aggiuntive si possono reperire nel primo numero della serie a fumetti sopracitata, ma le questioni relative al funzionamento del cristallo, e alla precisa storia di quel mondo rimangono dietro le quinte.
Virtuosismi Spigolosi
Come si è visto, Atlantis è uno dei Classici Disney graficamente più atipici. Sfondi e architetture sono ispirate allo stile di Mignola (Hellboy), che ha partecipato attivamente al film, aiutando a dargli quel look fumettistico, tanto adatto a raccontare una storia avventurosa. Si tratta inoltre del primo Classico Disney dai tempi di Taron e la Pentola Magica ad essere stato realizzato in Cinemascope, formato panoramico che pone l'accento sulla spettacolarità.
Per il resto prevale lo spigolo. Gli animatori si sono divertiti ad esasperare la natura grafica del loro lavoro, estremizzando in tale direzione le fattezze dei personaggi. Il risultato è un tripudio di guizzi e virtuosismi, per certi versi anche eccessivo (il Milo di John Pomeroy ha spesso delle movenze esagerate), ma artisticamente ineccepibile. Anche personaggi come Preston Whitmore e Cookie, entrambi animati da Shawn Keller, pur rimanendo in scena per poco tempo, riescono a catturare l'attenzione con la loro recitazione caricaturale e nel contempo raffinatissima.
Il meglio però lo offrono i personaggi principali. Il mercenario Rourke, animato da Michael Surrey (Timon, Clopin, Terk, Ray) sfoggia un grandissimo carisma recitativo e un design davvero ricercato, con quel magnetico mix di cerchi e angoli che è tipico dello stile dell'animatore.
Il lavoro fatto sui personaggi femminili va oltre ogni limite. Kida, una delle principesse Disney più ingiustamente dimenticate, è un personaggio straordinario, tanto nelle movenze quanto nell'aspetto. La anima Randy Haycock (Clayton, Naveen, Ih-Oh) conferendole una certa tridimensionalità nella sua stessa spigolosità. Infine abbiamo Helga Sinclair, opera di Yoshimichi Tamura, una sorta di femme fatale dal design duro e totalmente distante da qualsiasi altro personaggio disneyano realizzato in precedenza. Vedere un modello così atipico muoversi seguendo le regole della morbida full animation di stampo disneyano è un piccolo miracolo, che fa rimpiangere l'epoca in cui questi artisti della matita avevano la completa padronanza dei personaggi che avrebbero fatto muovere sullo schermo.
Meno Canzoni, Più Esplosioni
La colonna sonora di Atlantis è stata composta da James Newton Howard, qui alla seconda di tre collaborazioni Disney (le altre due sono Dinosauri e Il Pianeta del Tesoro). Si tratta di una bellissima partitura, composta da brani strumentali movimentati e dal sapore epico. Sia il tema principale del sottomarino che quello della camera dei cristalli rimangono veramente impressi, e dimostrano l'incredibile capacità di Howard di infondere una buona dose di magia Disney a questo genere, apparentemente tanto distante dalle rotte abituali.
Nel film però sono assenti le canzoni. Non è la prima volta che accade, dato che già con Taron e la Pentola Magica e Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri la tradizionale struttura musical era stata messa da parte. L'anno precedente questo era nuovamente capitato con l'atipico Dinosauri, per cui sembrava questa la strada scelta per il futuro. A dire il vero una canzone c'è, ma è presente unicamente nei titoli di coda:
- Where the Dream Takes You - Si tratta di una ballata pop scritta dallo stesso Howard e interpretata da Mya, il cui testo non fa altro che ripetere la morale del film. Musicalmente parlando non si tratta di un brano assai memorabile, ma il suo motivo viene parzialmente ripreso all'interno del film nella partitura strumentale, per commentare le scene in cui i personaggi ricordano con commozione il nonno di Milo.
Privarsi di un elemento tanto distintivo della tradizione Disney, in occasione di un salto tanto audace si rivela un azzardo non da poco. Tuttavia con l'avventura prevista per l'anno successivo, gli artisti sarebbero tornati sui propri passi, inserendo in Treasure Planet quell'I'm Still Here, che sarebbe diventata la scena migliore del film.
Perché Tanto Odio?
Atlantis fu un flop piuttosto pesante, che gettò una luce sinistra sugli studios proprio in uno dei momenti di massima espressione artistica. Le iniziali intenzioni della company erano quelle di sfruttare il più possibile il brand, ed era infatti già stata messa in cantiere una serie tv firmata Disney Television che proseguisse le avventure di Milo e soci, ma la delusione al botteghino convinse la dirigenza a fermare i lavori, montando il poco materiale rimasto in una sorta di sequel fittizio (Atlantis: Milo's Retun), da far uscire il prima possibile in home video, prima di chiudere per sempre e con vergogna la pratica Atlantis.
Cos'era successo di tanto spaventoso da causare una simile damnatio memoriæ? Alcuni puntarono il dito sulle evidenti similitudini con l'anime Nadia – Il Mistero della Pietra Azzurra (ispirato a sua volta proprio al Laputa di Miyazaki). Atlantide, il cristallo e un protagonista occhialuto erano elementi sufficienti a legittimare le accuse di plagio, ma di certo non fu questa la causa del flop, altrimenti la stessa sorte avrebbe dovuto colpire anche Il Re Leone. La verità è che in quegli anni la Disney stava subendo un generale calo d'immagine, che stava toccando tutti gli ambiti produttivi. Ma soprattutto, cosa ancor più grave, non era mai davvero esistito un pubblico per Atlantis.
Il fandom disneyano era infatti composto da puristi, e soprattutto da pubblico femminile, che di fronte ad un prodotto tanto diverso rimasero spiazzati, rigettandolo. Da Disney ci si aspettavano le formule consolidate, un tipo di cinema più semplice e universale, nulla che uscisse dal seminato. Un seminato che durante la seconda metà degli anni 90 era stato paradossalmente molto criticato.
D'altro canto gli appassionati di avventure, i normalissimi fruitori di cinema live action e persino gli esperti di manga e anime, non videro di buon'occhio questo tentativo di sconfinamento da parte della Disney. I compromessi e le semplificazioni escogitate per ricondurre gli stilemi del cinema action all'estetica narrativa disneyana, vennero visti come una forma di castrazione. Ai loro occhi Atlantis non era un coraggioso esperimento ma la pallida emulazione di un vero film d'azione, la cui componente artistica passò totalmente inosservata.
L'anno successivo Il Pianeta del Tesoro avrebbe tentato una strada più soft, proponendo una reinterpretazione più tradizionalista di questo stesso filone avventuroso, ma i risultati al botteghino sarebbero stati pure peggiori. In qualsiasi direzione gli artisti Disney guardassero, avrebbero trovato il biasimo del pubblico e della critica per molti anni ancora.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Atlantis - The Lost Empire
- Anno: 2001
- Durata:
- Produzione: Don Han
- Regia: Gary Trousdale, Kirk Wise
- Soggetto: Tab Murphy, Gary Trousdale, Joss Whedon, Kirk Wise, Bryce Zabel, Jackie Zabel
- Sceneggiatura: Tab Murphy
- Storia: Dean Deblois, Kevin Harkley, Todd Kurosawa, John Sanford, Chris Ure, Kelly Wightman
- Musica: James Newton Howard
- Supervisione dell'Animazione: Anne-Marie Bardwell, Michael Cedeno, Anthony De Rosa, Russ Edmonds, Randy Haycock, Ron Husband, Shawn Keller, Mike Moe Merell, John Pomeroy, Dave Pruiksma, Mike Surrey, Yoshimiki Tamura
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Georges Abolin | Animazione (Misc) |
Marco Allard | Animazione (Helga) |
Jennifer Ando | Fondali |
John Armstron | Effetti d'Animazione |
Barry Atkinson | Fondali |
Etienne Aubert | Effetti d'Animazione |
Thomas Baker | Supervisione Pianificazione Scene |
Anne-Marie Bardwell | Animatore principale (Audrey); Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Jeff Beazley | Layout |
David Berthier | Animazione (Princess Kida) |
Olivier Besson | Fondali |
Peter Bielicki | Layout |
Allen Blyth | Effetti d'Animazione |
Bruce D. Buckley | Supervisione TD Modeling |
Dave Burgess | Animazione (Milo) |
David M. Camley | Fondali |
Scott Caple | Layout |
Michael Cedeno | Animatore principale (Atlantean King); Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Thierry Chaffoin | Supervisione agli Effetti d'Animazione (Paris) |
Dan Chaika | Effetti d'Animazione |
Matt Codd | Production Design |
Karen Comella | Supervisione Ink & Paint |
Fred Craig | Layout |
Mike D'Isa | Animazione (Mrs. Packard, Mr. Harcourt) |
Jay N. Davis | Animazione (Leviathan) |
Anthony De Rosa | Animatore principale (Moliere) |
James DeV. Mansfield | Effetti d'Animazione |
Dean Deblois | Storia |
Ricardo Delgado | Production Design |
Gregory Alexander Drolette | Fondali |
Deb Du Bois | Fondali |
Russ Edmonds | Animatore principale (Vinny) |
Jean-Paul Fernandez | Fondali |
Danny Galieote | Animazione (Roruke) |
Ed Ghertner | Supervisione Layout |
Jean Gillmore | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
David Goetz | Direzione Artistica |
Steven Pierre Gordon | Animazione (Milo) |
Brian Wesley Green | Animazione (Leviathan) |
Joe Haidar | Animazione (Milo) |
Don Han | Produttore |
Kevin Harkley | Storia |
Randy Haycock | Animatore principale (Princess Kida) |
Bruce Heller | Effetti d'Animazione |
Brad Hicks | Fondali |
Marcus Hobbs | Supervisione TD Lighting; Supervisione Look |
Richard Hoppe | Animazione (Princess Kida) |
Jason Horley | Fondali |
George Humphry | Fondali |
Ron Husband | Animatore principale (Df. Sweet) |
Jay Jacson | Animazione (Milo) |
Michael Kaschalk | Supervisione agli Effetti d'Animazione (CG) |
Lisa Keene | Supervisione Fondali; Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Shawn Keller | Animatore principale (Preston Withmore, Cookie) |
Igor Khait | Direzione di Produzione |
Ted Kierscey | Effetti d'Animazione |
Mark Koetsier | Animazione (Roruke) |
Doug Krohn | Animazione (Milo) |
James Kuo | Effetti d'Animazione |
Michael Kurinsky | Fondali |
Todd Kurosawa | Storia |
Dorse A. Lanpher | Effetti d'Animazione |
John Lee | Fondali |
Dan Lund | Effetti d'Animazione |
Rick Maki | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
James J. Martin | Fondali |
Jim E. Martin | Production Design |
Kent Melton | Maquette |
Mario Menjivar | Animazione (Milo) |
Mike Moe Merell | Animatore principale (Leviathan) |
Mike Mignola | Production Design |
Patricia Millerau-Guilmard | Fondali |
Don Moore | Fondali |
Steve Moore | Effetti d'Animazione |
Gary Mouri | Layout |
Tab Murphy | Sceneggiatura; Soggetto |
Mark Myer | Effetti d'Animazione |
Cynthia Neill Knizek | Effetti d'Animazione |
James Newton Howard | Canzoni; Musica |
Masa Oshiro | Effetti d'Animazione |
Mouloud Oussid | Effetti d'Animazione |
Ralph Palmer | Animazione (Milo) |
Pierre Pavloff | Fondali |
David Moses Pimentel | Animazione (Princess Kida) |
Sai Ping Lok | Fondali |
John Pomeroy | Animatore principale (Milo) |
Robb Pratt | Animazione (Milo) |
Dave Pruiksma | Animatore principale (Mrs. Packard, Mr. Harcourt) |
Tonya Ramsey | Effetti d'Animazione |
Mia Raynis | Fondali |
Bill Recinos | Animazione (Misc) |
Joaquim Royo Morales | Supervisione Fondali (Paris) |
Joaquin Royo Morales | Supervisione Layout (Paris) |
Robh Ruppel | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
John Sanford | Supervisione Storia |
Chris Sauve | Animazione (Misc) |
Jim Schlenker | Layout |
Tom Shannon | Layout |
Andrea Simonti | Animazione (Princess Kida) |
Matsune Sukuki | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Mike Surrey | Animatore principale (Roruke) |
Matsume Suzuki | Effetti d'Animazione |
George Tailor | Fondali |
Allen Tam | Layout |
Yoshimiki Tamura | Animatore principale (Helga) |
Maryann Thomas | Fondali |
Oliver Thomas | Animazione (Milo) |
Marshall Toomey | Supervisione Cleanup |
Gary Trousdale | Regista; Soggetto |
Chris Ure | Storia |
Raffaello Vecchione | Maquette |
Kristoff Vergne | Animazione (Princess Kida) |
Marcelo Vignati | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Chris Wahl | Animazione (Roruke) |
Bill Waldman | Animazione (Milo) |
Marlon West | Supervisione agli Effetti d'Animazione |
Joss Whedon | Soggetto |
Larry White | Animazione (Milo) |
Kelly Wightman | Storia |
Dougg Williams | Animazione (Milo) |
Kirk Wise | Regista; Soggetto |
Bryce Zabel | Soggetto |
Jackie Zabel | Soggetto |