Il Pianeta del Tesoro
Musker e Clements ad Adventureland
John Musker e Ron Clements costituiscono il più importante duo di registi dei Walt Disney Animation Studios. È a loro che si devono due capisaldi del rinascimento anni 90 come Aladdin e La Sirenetta, ma anche i meno celebri Basil, Hercules e La Principessa e il Ranocchio, film molto differenti fra loro ma accumunati da un certo amore per la caricatura, l'umorismo raffinato e una buona dose di sentimento. Uno dei loro migliori lavori è però paradossalmente anche uno dei peggiori flop degli studios. Si tratta del Pianeta del Tesoro, bizzarro adattamento dell'Isola del Tesoro di Stevenson, rielaborato però in salsa spaziale. Era da molti anni che il progetto frullava nella mente dei due registi, i quali dopo aver revitalizzato l'animazione disneyana a suon di musical fiabeschi, desideravano andare oltre, aprendo nuove frontiere per gli studios. L'occasione per realizzare Treasure Planet arrivò con il nuovo secolo: gli studios avevano infatti intrapreso un percorso differente, improntato alla sperimentazione. La formula anni 90 prevedeva che i film avessero al loro interno un po' tutti gli ingredienti dei più importanti generi cinematografici, legati insieme da un sottilissimo equilibrio. Col nuovo millennio questo l'equilibrio venne volontariamente spezzato e furono realizzati film sbilanciati verso la commedia (Le Follie dell'Imperatore, Lilo & Stitch) o verso l'azione (Atlantis). Treasure Planet appartiene a quest'ultimo filone ma, ancor meglio di Atlantis, fornisce una proiezione convincente di quella che potrebbe essere l'avventura in salsa Disney.
La Storia di Silver e Jim
Se Atlantis, tanto nei toni quanto nello stile adottato, costituiva una leggera “ribellione” nei confronti del cinema disneyano, preso nella sua accezione più stereotipata, Il Pianeta del Tesoro tenta una strada più soft, contaminandosi meglio con la tradizione. Probabilmente questo è dovuto alle radici letterarie dell'opera, o al DNA puramente disneyano di Musker & Clements, fattostà che la componente psicologica e sentimentale prevale nettamente su quella action.
La storia segue abbastanza fedelmente la struttura dell'originale: l'adolescente Jim Hawkins si ritrova protagonista di una caccia al tesoro, ma nel corso del viaggio dovrà fare i conti con un ammutinamento guidato dall'ambiguo cuoco-pirata Long John Silver.
Il rapporto tra questi due personaggi viene valorizzato al punto da diventare l'autentico nucleo attorno a cui ruota la narrazione. Jim è infatti un credibilissimo adolescente problematico, che ha vissuto in giovane età il trauma dell'abbandono da parte del padre, ed è cresciuto senza più credere in niente. Da parte sua Silver costituisce per lui un punto d'appoggio, una sorta di padre putativo che nel corso del viaggio ricostruirà da zero il ragazzo, portandolo con orgoglio verso l'età adulta. Il fatto che Silver si riveli essere anche il villain della storia, con tutte le implicazioni etiche che questo comporta, non fa che aumentare il coinvolgimento dello spettatore, trascinandolo in una girandola di emozioni contrastanti. Le personalità di Jim e Silver e le loro sfumature di grigio portano lo storytelling disneyano in una direzione inesplorata, valorizzandolo infinitamente, al punto che qualsiasi altra cosa passa in secondo piano.
Ma in posizione periferica rispetto al rapporto tra questi due immensi personaggi c'è pur sempre ottimo materiale narrativo. L'avventura descritta viene valorizzata dal setting spaziale, dando modo ai registi di mettere in scena trovate visivamente spettacolari e per niente banali. Unico appunto si potrebbe fare sullo humor, sicuramente sottotono rispetto ai loro lavori passati. Sotto il profilo umoristico, il Dottor Doppler ad esempio si rivela un personaggio fin troppo garbato e poco incisivo, mentre al contrario il folle robot B.E.N., rientra nella schiera delle tipiche spalle comiche invasive e isteriche. Fortunatamente quest'ultimo ha poco screen time, e non compromette le dinamiche di un lungometraggio assolutamente impeccabile sotto gli altri aspetti.
Vette Visive
Uno dei punti di forza di Treasure Planet è senza dubbio l'estetica adottata. Fra i film di Musker & Clements si tratta senza dubbio di quello visivamente più elaborato, in cui le caricature e le stilizzazioni lasciano il passo ad animazioni più complesse e sfondi assolutamente ricercati. Gli scenari fanno un grande uso di computer grafica, che qua e là mostra i segni del tempo, tuttavia la resa pittorica e cromatica compensa molto bene, dando al tutto un effetto veramente appagante. Tale resa è ottenuta per mezzo di tecnologie come il deep canvas, software che in Tarzan permetteva di muovere i personaggi all'interno di scenari tridimensionali, che sembravano dipinti a mano. I colori all'interno di edifici e imbarcazioni sono molto caldi, tendenti al rosso, e creano un ottimo contrasto con il blu intenso dello spazio. Una scelta cromatica felice che scalda notevolmente le atmosfere del film. Il verde è invece il colore del “pianeta del tesoro” che dà il titolo al film, ed è pressocché assente prima dell'arrivo alla meta. Notoriamente un colore rilassante, arriva al momento giusto, quando la storia del film viene rimessa in moto, mettendo lo spettatore in condizioni di godersi al meglio un secondo atto più avventuroso.
Inoltre ogni location, ogni abito, ogni oggetto presente in scena segue una regola ben precisa: il rapporto tra la componente fantascientifica e quella più puramente settecentesca di ogni elemento è rigorosamente di 30-70%. L'atmosfera retrò dunque prevale per una precisa scelta autoriale, donando al film un sapore classico che non ci si aspetterebbe da un'avventura spaziale. Un perfetto esempio di questa sintesi è la R.L.S. Legacy, l'enorme vascello-astronave con cui i protagonisti solcano i mari galattici.
Ma a rendere indimenticabile Treasure Planet è soprattutto l'abilità dei suoi immensi animatori, primo fra tutti Glen Keane, supervisore di Silver, e uno dei più grandi artisti della storia Disney. Nell'animare il cyborg, Keane scatena tutto il suo talento, dando vita ad un personaggio indimenticabile, un duro dal cuore tenero, incredibilmente in equilibrio tra saggezza e ipocrisia. Le espressioni del viso, la mimica facciale e i suoi movimenti imprimono nella memoria ogni singolo fotogramma in cui questo meraviglioso personaggio appare, valorizzando ancor di più gli sforzi per integrare la sua componente biologica, con la ferraglia in CGI che lo completa. Silver è senza dubbio una vetta della storia dell'animazione, ma anche il lavoro fatto da John Ripa su Jim non è da meno. Questo quindicenne sbandato risulta molto credibile nel suo ruolo, e a suo modo incredibilmente tenero: una delle maggiori finezze è la mascherina d'ombra sui suoi occhi che ne sottolinea il carattere cupo e che scompare solo nel finale, a maturazione avvenuta. Un altro personaggio che si ricorda molto volentieri è il capitano Amelia, carismatica ed elegante, doppiata dalla stessa Emma Thompson che anni dopo userà la stessa ironia interpretando Pamela Travers in Saving Mr. Banks. Interessanti anche il graficamente elaboratissimo Dottor Doppler e soprattutto la mamma di Jim, fisicamente simile ad Ariel, ma davvero unica nel suo collocarsi a metà strada tra spensieratezza e depressione. Decisamente meno ispirati sono i buffi alieni dell'equipaggio.
I'm Still Here
Un altro elemento che contamina di tradizione la natura action di Treasure Planet è senza dubbio la colonna sonora. Dopo Tarzan i musical vennero accantonati, in quanto parte dello scenario anni 90 che la nuova stagione di sperimentazioni voleva lasciarsi alle spalle. La musica continuò ad essere parte del cinema disneyano sotto altre forme: Dinosauri e Atlantis avevano solo partitura strumentale, Lilo & Stitch presentava per la maggior parte musica preesistente. Treasure Planet sfoggia delle magnifiche strumentali dal sapore marinaresco e trasognato, scritte dal bravissimo James Newton Howard, che già con Dinosauri e Atlantis aveva dato prova di saper trovare musicalmente il punto d'incontro tra azione e sentimento. Per il film sono però state scritte un paio di canzoni anche da John Rzeznick: una accompagna i titoli di coda, mentre l'altra... ha trovato inaspettatamente posto nella narrazione, regalando al lungometraggio la sua scena migliore.
- I'm Still Here - Una canzone, sia pur fuori campo, all'interno di un film d'avventura era l'ultima cosa che ci si sarebbe aspettati di vedere in quegli anni, specialmente dopo il cambio di regole dettato da Atlantis. Cantata dalla voce sporca di Rzeznick (in italiano si tratta invece di Max Pezzali), I'm Still Here dà voce ai pensieri di Jim, durante l'evolversi del suo rapporto con Silver. Le immagini descrivono un presente in cui Jim sta trovando un nuovo punto di riferimento per maturare, alternandolo con un triste passato vissuto all'ombra di un padre assente. La sequenza tocca il suo apice nel drammatico momento in cui Jim bambino rincorre disperato il padre che se ne sta andando di casa, mentre alla sua figura si sovrappone quella di Silver, raggiante e rassicurante. I'm Still Here è in assoluto una delle migliori sequenze della storia dell'animazione Disney, e un unicum se si pensa che a volerla nel film per dirigerla personalmente è stato lo stesso Glen Keane.
- Always Know Where You Are - La seconda canzone accompagna i titoli di coda, benché l'ultima scena del film ne anticipi le prime note. Anche questa molto bella, con il suo andamento da rock melodico, chiosa il film nel migliore dei modi, dicendo l'ultima parola sul rapporto tra il ragazzo e il pirata.
Il Flop Definitivo
Il Pianeta del Tesoro fu un pesante insuccesso, quello che portò la dirigenza a staccare la spina all'animazione tradizionale. I due film successivi, Brother Bear e Home on the Range, vennero infatti completati in tutta fretta, con questa triste consapevolezza. Come possa un film così bello aver avuto una sorte tanto immeritata è una cosa che può spiegarsi solo analizzando il contesto dell'epoca: nel 2002, quando il film uscì nelle sale, pochi sapevano della sua esistenza. La campagna pubblicitaria c'era stata, eppure questo gioiello passò in sordina, snobbato da un mercato che non vedeva più di buon occhio il marchio Disney. Erano gli anni in cui i WDAS (allora WDFA) producevano anche due Classici all'anno, e questi andavano troppo spesso confusi con i lungometraggi a marchio Pixar, o gli scadenti “cheapquel” prodotti dal reparto televisivo, e spesso mandati anche nelle sale. Il proliferare di prodotti tanto diversi, usciti con una tale frequenza, disorientò fortemente il pubblico che aveva ormai smesso di fidarsi di una Disney che cambiava faccia e stile ogni sei mesi. Era venuto meno l'evento, era venuta meno la riconoscibilità, e a farne le spese furono proprio gioiellini come Treasure Planet, brutalmente ignorati, pur avendo dimostrato che era possibile innovare rimanendo nel solco della tradizione.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Treasure Planet
- Anno: 2002
- Durata:
- Produzione: Ron Clements, Roy Conly, Peter Del Vecho, John Musker
- Regia: Ron Clements, John Musker
- Soggetto: Ron Clements, Ted Elliot, John Musker, Terry Rossio
- Sceneggiatura: Ron Clements, Rob Edwards, John Musker
- Storia: Francis Glebas, Kirk Hanson, Ken Harsha, Barry Johnson, Kaan Kalyon, Mark Kennedy, Sam Levine, Alex Mann, Frank Nissen
- Basato su: Treasure Island di Robert Louis Stevenson
- Musica: James Newton Howard, John Rzeznik
- Supervisione dell'Animazione: Jared Beckstrand, Nancy Beiman, Eric Daniels, Ken Stuart Duncan, Adam Dykstra, Brian Ferguson, T. Daniel Hofstedt, Glen Keane, Sergio Pablos, John Pomeroy, John Ripa, Michael Show, Marc Smith, Oskar Urretabizkaia, Ellen Woodbury
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Jennifer K. Ando | Fondali |
Sean Applegate | Effetti d'Animazione |
Mark Anthony Austin | Animazione (B.E.N.) |
Rasoul Azadani | Supervisione Layout |
Dale Baer | Animazione (Doctor Doppler) |
Thomas Baker | Supervisione Pianificazione Scene |
Doug Ball | Fondali |
James Baxter | Animazione (Jim Hawkins) |
Jeff Beazley | Layout |
Jared Beckstrand | Animatore principale (Sarah) |
Nancy Beiman | Animatore principale (Billy Bones) |
Doug Bennet | Animazione (B.E.N.) |
David Block | Animazione (Doctor Doppler) |
Kennet Brain | Supervisione TD Lighting |
Michael Cedeno | Animazione (Jim Hawkins) |
Dan Chaika | Effetti d'Animazione |
Peter Clarke | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Ron Clements | Produttore; Regista; Sceneggiatura; Soggetto |
Hye Young Coh | Fondali |
Karen Comelia | Supervisione Ink & Paint |
Roy Conly | Produttore |
Ian J. Coony | Effetti d'Animazione |
Dan Cooper | Supervisione Fondali |
Eric Daniels | Animatore principale (John Silver - CG) |
Anthony De Rosa | Animazione (John Silver) |
Peter De Séve | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Peter DeMund | Effetti d'Animazione |
James DeV. Mansfield | Effetti d'Animazione |
Peter Del Vecho | Produttore Associato |
Robert Espanto Domingo | Animazione (Doctor Doppler) |
Ken Stuart Duncan | Animatore principale (Captain Amelia, Scroop) |
Adam Dykstra | Animatore principale (Silver's Crew) |
Rob Edwards | Sceneggiatura |
Craig Elliot | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Ted Elliot | Soggetto |
Scott Fassett | Fondali |
Colbert Fennelly | Effetti d'Animazione |
Brian Ferguson | Animatore principale (Onus) |
Jean-Paul Fernandez | Fondali |
Thierry Fournier | Fondali; Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Danny Galieote | Animazione (Jim Hawkins) |
Andy Gaskill | Direzione Artistica |
Tom Gately | Animazione (John Silver) |
Francis Glebas | Storia |
Ian Gooding | Direzione Artistica |
Kirk Hanson | Storia |
Ken Harsha | Storia |
Randy Haycock | Animazione (Jim Hawkins) |
Bruce Heller | Effetti d'Animazione |
Craig L. Hoffmann | Effetti d'Animazione |
T. Daniel Hofstedt | Animatore principale (Mr. Arrow) |
Richard Hoppe | Animazione (John Silver) |
Daniel Hu | Layout |
Chris Hubbard | Animazione (John Silver) |
Nathan Huges | Fondali |
Ron Husband | Animazione (John Silver) |
Jay Jacson | Animazione (Morph) |
Barry Johnson | Supervisione Storia |
Carl Jones | Fondali |
Kaan Kalyon | Storia |
George Katanics | Supervisione Sviluppo Software |
Clay Kaytis | Animazione (Scroop) |
Glen Keane | Animatore principale (John Silver) |
Lisa Keene Robledo | Fondali |
Shawn Keller | Animazione (Jim Hawkins) |
Mark Kennedy | Storia |
Jin Kim | Animazione (Jim Hawkins) |
Bert Klein | Animazione (John Silver) |
Bill Konersman | Effetti d'Animazione |
David Krentz | Layout |
Doug Krohn | Animazione (Jim Hawkins) |
John Lee | Fondali |
Kevin Lee | Effetti d'Animazione |
Sam Levine | Storia |
Buck Lewis | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Kara Lord | Direzione di Produzione |
Jerry Loveland | Fondali |
Brian Lutge | Effetti d'Animazione |
Rick Maki | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Alex Mann | Storia |
James J. Martin | Fondali |
Kelly McGraw | Fondali |
James Menehune Goss | Effetti d'Animazione |
Mario J. Menjivar | Animazione (Jim Hawkins) |
Gregory C. Miller | Fondali |
Mark Alan Mitchell | Animazione (Captain Amelia) |
Emil Mitev | Layout |
John Musker | Produttore; Regista; Sceneggiatura; Soggetto |
Mark Myer | Effetti d'Animazione |
Kevin Ichan Nelson | Layout |
James Newton Howard | Musica |
Alex Nino | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Frank Nissen | Production Design; Storia |
Kyle Odermatt | Supervisione CG |
Joe Oh | Animazione (Captain Amelia) |
Steven Olds | Production Design |
Masa Oshiro | Effetti d'Animazione |
Sergio Pablos | Animatore principale (Doctor Doppler) |
Vera Pacheco | Supervisione Cleanup |
Eric Pigors | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
David Moses Pimentel | Animazione (Doctor Doppler) |
John Pomeroy | Animatore principale (Captain Flints and his Crew) |
Nik Ranieri | Animazione (Doctor Doppler) |
Daniel Read | Fondali |
John Ripa | Animatore principale (Jim Hawkins) |
Leonard Robledo | Fondali |
Terry Rossio | Soggetto |
Bobby Alcid Rubio | Animazione (Jim Hawkins) |
John Rzeznik | Canzoni |
Michael Show | Animatore principale (Morph) |
Andrea Simonti | Animazione (Doctor Doppler) |
Marc Smith | Animatore principale (Hands); Animazione (John Silver) |
Michael Spooner | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Robert Louis Stevenson | Storia Originale (Treasure Island) |
Michael Stocker | Animazione (Jim Hawkins) |
Kee Nam Suong | Effetti d'Animazione |
Oliver Thomas | Animazione (Jim Hawkins); Animazione (Captain Flint and his Crew) |
Umakanth Thumrugoti | Supervisione TD Lighting; Supervisione Look |
Dave Tidgwell | Supervisione agli Effetti d'Animazione |
Oskar Urretabizkaia | Animatore principale (B.E.N) |
Christophe Vacher | Fondali |
Phillip Vigil | Effetti d'Animazione |
Bill Waldman | Animazione (Jim Hawkins) |
Doug Walker | Layout |
Dean Wellins | Animazione (Jim Hawkins) |
Larry White | Animazione (Silver's Crew) |
Dougg Williams | Animazione (Jim Hawkins) |
Rowland Wilson | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Rebecca Wilson Bresee | Animazione (John Silver - CG) |
Anthony Wong | Animazione (Jim Hawkins) |
Ellen Woodbury | Animatore principale (Silver's Crew) |
Jerry Yu Ching | Animazione (Jim Hawkins) |
Gil Zimmerman | Supervisione TD Modeling |