Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri
L'Anomalia Rinascimentale
Nel 1989 La Sirenetta dà il via a quello che viene comunemente chiamato il “Rinascimento Disney”, stabilendo la formula che verrà seguita per tutto il decennio successivo. Trattare tematiche universali come la vita, la morte e l'amore, rifarsi ad un patrimonio culturale ben radicato nell'immaginario popolare senza sbilanciarsi verso un genere specifico, condensare più elementi possibili accontentando un vasto pubblico: sono queste le regole del nuovo codice non scritto. Le canzoni in questa nuova era faranno inoltre la parte del leone, trasformando ogni nuovo film Disney in un musical in stile Broadway. La rivoluzione non è però istantanea, e la scaletta delle uscite prevede per l'anno successivo un lungometraggio ancora diverso, che si pone come evoluzione di quel genere di film dal sapore contemporaneo, incentrati su rapimenti di bambini e animali, che tanto andavano di moda durante l'epoca xerografica.
Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri è un delizioso film d'avventura dai ritmi serrati, in cui non c'è spazio per numeri musicali. Questo suo netto sbilanciarsi verso il genere action lo rende quindi l'ideale anello di congiunzione tra i film dell'epoca Xerox e la parentesi sperimentale dei primi anni 2000, caratterizzata da opere controverse quali Atlantis e Il Pianeta del Tesoro. Il pubblico dei film Disney non dimostrerà mai un particolare affetto per questo tipo di sperimentazioni, preferendo dare fiducia invece ai musical fiabeschi, e determinando di conseguenza il futuro del cinema animato disneyano. Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri resterà dunque una parentesi anomala, quasi un intruso nell'ideale linea continuativa che collegherà La Sirenetta a La Bella e la Bestia, Aladdin e Il Re Leone.
I Sequel Disneyani
Oltre alla struttura action, Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri ha una seconda peculiarità: si tratta di un sequel di Le Avventure di Bianca e Bernie. Non sono frequenti i seguiti nel canone animato Disney, e del resto Walt aveva più volte espresso un certo disagio a riguardo: “Non posso superare i porcellini con altri porcellini”, sosteneva, negli anni in cui si era trovato a produrre dei seguiti di Three Little Pigs nell'ambito delle Silly Symphony. Paradossalmente durante gli anni 90 Michael Eisner avrebbe utilizzato i reparti televisivi della company per produrre seguiti a basso costo dei Classici Disney, dando vita ad una sottocategoria di sequel ufficiosi e spesso scadenti. Ma se escludiamo questa triste pratica e guardiamo alla reale produzione dei Walt Disney Animation Studios troviamo un panorama sgombro da ritorni: i due film latinoamericani, i due Fantasia, i due Winnie the Pooh sono in realtà progetti atipici, ma non sequel nel senso più tradizionale del termine.
Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri somiglia molto di più ad un seguito standard, ma a voler ben vedere il film non prosegue in alcun modo la storia raccontata nel 1977. I due topolini protagonisti infatti appartengono ad una società di salvataggio, il loro lavoro quindi consiste nel prendere parte a svariate missioni, ognuna delle quali è una storia diversa, ambientata in un luogo diverso e con personaggi diversi. L'unica costante rimangono appunto loro due. Che The Rescuers Down Under preferisca essere considerato un film a sé ma con personaggi conosciuti, lo si capisce sin dall'apertura: dopo la stupenda corsa della telecamera verso l'Ayers Rock assistiamo al risveglio di un bambino, Cody, e al salvataggio della gigantesca aquila Marahute per mano sua. Segue poi la scena madre, lo spettacolare volo del bambino in groppa all'aquila, in cui lo spettatore empatizza completamente con questi protagonisti. I due topolini entrano in scena solo in un secondo momento, come a voler suggerire che questo è principalmente il film di Cody e la sua aquila, prima ancora che un sequel di The Rescuers.
L'Avventura di Cody e Marahute
Non c'è alcun dubbio che la scelta di puntare così tanto sull'oggetto della missione, cioè il salvataggio di Cody e Marahute dalle grinfie di un bracconiere, prima ancora che sui titolari del film, si riveli azzeccata. La sovracitata scena del volo dell'aquila è davvero epica, e basterebbe da sola a reggere l'intero lungometraggio. Ma ci sono molte altre sequenze ingegnose e raffinate, tra cui si ricorda la trasmissione della richiesta di soccorso dall'Australia a New York, che rimbalza nei modi più impensabili tra una succursale e l'altra della società di salvataggio a cui appartengono Bianca e Bernie. I due protagonisti hanno ricevuto un corposo restyling per aggiornarli al nuovo decennio, e viene lasciato intendere che la loro relazione nel frattempo si sia evoluta, portandoli ad un passo dal matrimonio. Per smuovere un po' le acque viene aggiunto un nuovo personaggio, il topo australiano Jake, il classico scanzonato spaccone che li accompagnerà nell'avventura formando un triangolo amoroso. L'espediente non è fra i più originali ma funzionerà quel tanto che basta a farci vedere la coppia sotto una luce nuova, aggiungendo una simpatica sottotrama all'azione principale. L'albatross Orville, in mancanza del doppiatore originale, viene invece rimpiazzato dal suo più giovane fratello Wilbur, che svolge il ruolo di spalla comica del film, intervenendo nella trama con maggior insistenza rispetto al suo predecessore.
The Rescuers Down Under è senza dubbio un film d'impatto, tuttavia tradisce una certa ingenuità da parte degli studios nella gestione di questo nuovo registro narrativo. In generale si ha l'impressione che nella seconda parte del film l'azione finisca per mettere in ombra la componente più emotiva della narrazione, portando il film verso un finale assai sbrigativo. I nuovi cattivi, il bracconiere McLeach e la sua iguana Johanna, non hanno inoltre lo stesso carisma che nel film precedente il virtuoso Milt Kahl aveva infuso alla volgare Madame Medusa e ai suoi coccodrilli. Non mancano alcune sbavature anche sul lato prettamente umoristico: l'espediente scelto per trattenere Wilbur in Australia è senza dubbio forzato, e il massiccio screen time dato agli animali prigionieri di McLeach non viene giustificato da una chiusura adeguata della loro sottotrama. Infine, all'ottimo lavoro fatto sul personaggio di Bernie, che passa da impacciato a eroe, non corrisponde un trattamento pari per Bianca. La topolina, che nel primo film aveva sfidato i pregiudizi prendendo come socio un umile inserviente, viene qui appiattita e si trasforma in un'oca giuliva incapace di comprendere il partner, anche se si tratta solo di innocue gag. L'effetto generale insomma è che questo tentativo di modernizzazione sia riuscito solo in parte, e che a fronte di una dose di epicità, si sia irrimediabilmente perso un po' di calore di cui il film del 1977 era invece intriso.
Il Sistema CAPS
La Sirenetta aveva finalmente chiuso l'epoca della xerografia. Il processo Xerox era stato introdotto da Iwerks negli anni 60 e consisteva nel fotocopiare direttamente sulle cel i bozzetti degli animatori, risparmiando così sulle costose procedure di inchiostrazione. L'effetto sporco e deliziosamente grafico dei film di quel periodo era dovuto quindi a questa “scorciatoia” produttiva, che aveva consentito di tenere in vita il settore in un momento in cui sembrava giunto al capolinea. All'inizio degli anni 90 la Pixar si occupa di realizzare software, dovendo ancora trasformarsi nel famoso studio d'animazione che oggi conosciamo. La strada della piccola società si incrocia per la prima volta con quella della Disney proprio quando la Pixar sviluppa il sistema CAPS (Computer Animation Production System) che consente di inchiostrare, colorare e soprattutto comporre digitalmente le immagini dei film d'animazione. Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri è il primo lungometraggio la cui post-produzione viene fatta con questo software e gli effetti si vedono. Il film è una vera e propria meraviglia visiva, in cui effetti speciali e arditi movimenti di telecamera si sposano perfettamente con colorazioni brillanti. Da questo momento in poi il look dell'animazione Disney farà un balzo incredibile, puntando verso vette estetiche d'eccellenza finora mai raggiunte.
I film prodotti in CAPS di norma non hanno bisogno di alcun restauro, esistendo sottoforma di file digitali, tuttavia il fatto che si tratti del primo impiego in assoluto di questa tecnologia deve avere causato qualche problema. La versione del film diffusa oggi in formato Blu-Ray infatti ha come fonte una trasposizione su pellicola, opportunamente restaurata, probabilmente perché i file digitali originali non sono più disponibili.
Le vette visive del film sono dovute anche al contributo di alcuni fra i migliori animatori della nuova generazione di artisti. Mark Henn, che in futuro animerà le più famose eroine femminili Disney, si occupa qui di supervisionare entrambi i due protagonisti, mentre il terzo vertice del triangolo, Jake, è affidato alle cure di Ruben Aquino. Il villain McLeach è realizzato da Duncan Marjoribanks, responsabile di Sebastian e in futuro anche del governatore Ratcliffe, mentre il piccolo Cody è farina del sacco di Russ Edmonds (Febo, Vincenzo Santorini). Un discorso a parte va fatto però per Glen Keane, all'epoca già uno dei più grandi animatori dello studio. Già supervisore del Grizzly di Red & Toby, di Rattigan, di Sykes e di Ariel, Glen si è qui occupato dell'aquila Marahute, infondendo nel suo personaggio un'energia mai vista prima. Immensa, potente e incredibilmente realistica, Marahute fu l'ulteriore riprova della versatilità di Keane, capace di animare con uguale bravura principesse, cattivi e animali realistici. La scena iniziale in cui dispiega le ali e trascina Cody nei cieli in un volo iniziatico simile ad una danza, rimarrà ad oggi uno dei picchi assoluti dell'arte dell'animazione Disney.
La Strada Non Presa
La musica di The Rescuers Down Under è stata composta da Bruce Broughton, autore di colonne sonore per film live action, la cui breve parentesi nell'animazione includerà anche la serie tv Warner Tiny Toon Adventures. La partitura composta da Broughton è davvero epica, ricca di brani che si fanno ricordare e infondono energia alle scene. Come si è visto, il desiderio di evolvere questa tipologia di film in una direzione più action ha portato a sacrificare le canzoni, scelta già compiuta con Taron e la Pentola Magica. In alcuni paesi è stata però inserito nei credits un brano pop creato ad hoc, che tuttavia non fa parte della colonna sonora ufficiale.
Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri uscì abbinato al mediometraggio Il Principe e il Povero, che a sua volta segnava il ritorno di un altro famoso roditore, Topolino, dopo ben sette anni di assenza dal grande schermo. Per far da ponte tra le due proiezioni venne addirittura creato un breve sketch animato con i personaggi de Il Principe e il Povero che invitavano il pubblico a rimanere seduto in poltrona ad attendere il vero piatto forte dello spettacolo. Tuttavia, come si è visto, rielaborare l'animazione disneyana in salsa action non si rivelò una scelta vincente, specie nel momento in cui il pubblico grazie a La Sirenetta aveva riscoperto i musical fiabeschi. Agli spettatori non interessava che l'animazione Disney sconfinasse in un terreno già battuto dal cinema live action in modi sicuramente più soddisfacenti, e di sicuro il cinema d'avventura veniva percepito come troppo freddo per gli standard estetici disneyani. Anche in futuro questo tipo di sperimentazioni non avrebbe trovato simpatizzanti, condannando l'animazione Disney ad essere percepita dal grande pubblico in maniera piuttosto stereotipata.
I dirigenti Disney non si ritennero soddisfatti degli incassi del film e corsero ai ripari. Il successivo La Bella e la Bestia venne trasformato in un musical per adeguarsi alla nuova formula vincente e per vedere lo studio ritentare la strada dell'animazione avventurosa con Atlantis sarebbero dovuti passare ben undici anni. Di Bianca e Bernie non si smise di parlare, però. I due topolini erano perfettamente adatti a vivere ancora mille avventure, e si vociferò con insistenza di un terzo capitolo. Se si trattasse di un nuovo progetto dei Walt Disney Animation Studios, o di un'idea da affidare al controverso ambito dei "cheapquel" firmati DisneyToon Studios non fu mai chiaro. Quel che è certo è che Bianca e Bernie 3 non vide mai la luce per mano di nessuno. Il panorama dell'animazione Disney all'inizio del nuovo secolo era ormai mutato, e ben presto sarebbero state altre le frontiere cui questi artisti avrebbero puntato.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: The Rescuers Down Under
- Anno: 1990
- Durata:
- Produzione: Kathleen Gavin, Thomas Shumacher
- Regia: Hendel Butoy, Mike Gabriel
- Sceneggiatura: Jim Cox, Joe Ranft
- Storia: Roger Allers, Kelly Asbury, Brenda Chapman, Will Finn, Vance Gerry, Ed Gombert, Glen Keane, Robert Lence, Joe Ranft, Chris Sanders, Gary Trousdale, Kirk Wise
- Musica: Bruce Broughton
- Supervisione dell'Animazione: Ruben Azama Aquino, David Cutler, Anthony De Rosa, Russ Edmonds, Ed Gombert, Mark Henn, Glen Keane, Duncan Marjoribanks, Nik Ranieri, Kathy Zielinski
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Roger Allers | Storia |
Kelly Asbury | Progettazione Personaggi; Storia; Sviluppo Visivo |
Rasoul Azadani | Layout |
Ruben Azama Aquino | Animatore principale (Jake) |
Chris Bailey | Animazione |
Doug Ball | Fondali |
James Baxter | Animazione |
Gee Fwee Border | Animazione |
Dave Bossert | Effetti d'Animazione |
Réjean Bourdages | Animazione |
Bruce Broughton | Musica |
Chris Buck | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
David Burgess | Animazione |
Hendel Butoy | Regista |
Mike Cedeno | Animazione |
Glenn Chaika | Effetti d'Animazione |
Brenda Chapman | Storia |
Roger Chiasson | Animazione |
Jim Coleman | Fondali |
Barry Cook | Effetti d'Animazione |
Jim Cox | Sceneggiatura |
David Cutler | Animatore principale (Joanna) |
Anthony De Rosa | Animatore principale |
Mark Dindal | Effetti d'Animazione |
Ken Duncan | Animazione |
Russ Edmonds | Animatore principale (Cody) |
Rick Farmiloe | Animazione |
Will Finn | Storia; Animazione |
Randy Fullmer | Supervisione agli Effetti d'Animazione |
Mike Gabriel | Regista |
Kathleen Gavin | Produttore Associato |
Vance Gerry | Storia |
Ed Gombert | Animatore principale; Storia |
Dean Gordon | Fondali |
Joe Haidar | Animazione |
Dan Hansen | Supervisione Layout |
Christine Harding | Effetti d'Animazione |
Brigitte Hartley | Animazione |
Mark Henn | Animatore principale (Bernard, Bianca) |
Rick Hope | Supervisione Cleanup |
Michael Humphries | Fondali |
Gil Hung | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Maurice Hunt | Direzione Artistica |
Ron Husband | Animazione |
Leon Joosen | Animazione |
Glen Keane | Animatore principale (Marahute); Progettazione Personaggi; Storia; Sviluppo Visivo |
Lisa Keene | Supervisione Fondali |
Karen Keller | Layout |
Ted Kierscey | Effetti d'Animazione |
Jorgen Klubien | Animazione |
Tia Kratter | Fondali |
Doug Krohn | Animazione |
Gay Lawrence-Ventura | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Valerio Lawrence-Ventura | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Robert Lence | Storia |
Kevin Lima | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Christy Maltese | Fondali |
Duncan Marjoribanks | Animatore principale (McLeach); Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Sarah McArthur | Direzione di Produzione |
Jacques Muller | Animazione |
Mark Myer | Effetti d'Animazione |
Bill Perkins | Layout |
Phil Phillipson | Fondali |
Tina Price | Animazione (CG) |
Ruben Procopio | Maquette |
Dave Pruiksma | Animazione |
Joe Ranft | Sceneggiatura; Supervisione Storia |
Nik Ranieri | Animatore principale (Wilbur) |
Chris Sanders | Progettazione Personaggi; Storia; Sviluppo Visivo |
Andrew Schmidt | Animazione (CG) |
Thomas Shumacher | Produttore |
Robert E. Stanton | Fondali |
David P. Stephan | Animazione |
Barry Temple | Animazione |
Eusebio Torres | Effetti d'Animazione |
Donald Towns | Fondali |
Gary Trousdale | Storia |
Chris Wahl | Animazione |
Diana Walerman | Fondali |
Robert Walker | Layout |
Larry White | Animazione |
Kirk Wise | Storia |
Ellen Woodbury | Animazione |
Tom Woodington | Fondali |
Kelvin Yasuda | Effetti d'Animazione |
Phil Young | Animazione |
Bruce Zick | Progettazione Personaggi; Sviluppo Visivo |
Kathy Zielinski | Animatore principale (Frank) |