Topolino e il Tesoro di Clarabella
Il Nuovo Squick
Dopo il grande salto di qualità avuto con Topolino Giornalista, la successiva run della striscia non è assolutamente da meno e sin dall’inizio mostra i muscoli e svela l’evoluzione che si è avuta in pochi anni. L’occasione è il ritorno in città di Eli Squick (Eli Squinch), l’avaro e irascibile villain di Topolino e l’Elefante il cui comportamento discutibile è rimasto ben impresso nella memoria di Mickey anche a distanza di molto tempo. Dopo quell’incidente diplomatico, Eli si finge rinsavito e corteggia Clarabella, allo scopo di manipolarla e sottrarle una mappa ereditata dal nonno. Il primo dei quattro lunghi mesi attraverso cui si dipanerà la vicenda è assolutamente sbalorditivo nel mostrarci le meraviglie di cui è adesso capace il tratto di Gottfredson: la caratterizzazione del “nuovo” Squick si avvicina a quella che era stata all’inizio quella di Silvestro Lupo, ma graficamente si gioca tutto su un altro campionato.
I dialoghi mantengono quel ruvido realismo e quel sagace umorismo che nel frattempo è entrato a far parte della cifra stilistica di Osborne e Gottfredson, e lo stesso vale per la recitazione, decisamente più sofisticata di prima. C’è un gusto tutto nuovo per la psicologia dei personaggi, prova ne è la striscia del 21 giugno in cui Topolino mette alla prova le vere intenzioni di Eli, il quale si nasconde dietro una serie di frasi di circostanza, con vistoso imbarazzo. Il tratto di Gottfredson fa il resto, i personaggi sono adesso più ricchi, le linee più guizzanti e Squick ne è il perfetto esempio: la sua caratterizzazione grafica aumenta di complessità rispetto alla prima storia, risulta meno rigido e più flessuoso, le sue pose si fanno via via più realistiche e credibili. Sembra un vero e proprio attore in carne ed ossa, prestato al mondo dei funny animals. I principi che nel frattempo lo staff di Walt scopre nel campo dell’animazione, vengono dunque adattati da Floyd al fumetto.
La Stessa Storia, Molti Anni Dopo
In Squick Gottfredson inserisce tutta una serie di tratti negativi: avidità, toni melliflui, presunta eleganza, facendo di lui un cattivo terribilmente realistico e spietato. Ma il realismo è presente anche nel modo in cui Floyd gestisce i rapporti tra cattivi: ben lungi dalle banalizzazioni attuali che vorrebbero i nemici disneyani come una sorta di club di antieroi, qui vediamo Squick cercare di contattare Pietro - ancora in fuga dopo Topolino Giornalista - rintracciandone prima di tutto l’avvocato, del quale cercherà di ottenere la fiducia allo scopo di estorcere l’indirizzo del suo protetto. Un approccio autentico ai personaggi che all’epoca era solo normale e che oggi risulta addirittura straniante.
I successivi tre mesi dei quattro che compongono l’arco narrativo vengono impiegati per mettere in scena una scatenata caccia al tesoro: la coppia Topolino-Orazio insegue quella formata da Eli e Pietro per tutta l’America, contendendosi con loro la mappa del tesoro del nonno di Clarabella. Si tratta di un lunghissimo inseguimento fatto di scambi di veicoli, zuffe e disavventure narrate con un ritmo serratissimo. Alcuni episodi, come l’arresto dei due buoni da parte di un incapace sceriffo, riportano alla memoria la Valle Infernale, in cui al posto di Eli Squick c’era Lupo ma la trama era sostanzialmente la stessa. Questi continui punti di contatto sembrano svelare da parte di Gottfredson il desiderio di rimettere in scena quanto fatto in precedenza, aggiornandolo però ai nuovi traguardi artistici conseguiti negli ultimi cinque anni.
L’Ultima di Orazio
In un’intervista Gottfredson spiegava come veniva diviso il lavoro: lui proponeva il soggetto e la sequenzialità della storia divisa in settimane, mentre i suoi sceneggiatori (Osborne o De Maris) realizzavano i dialoghi, che Gottfredson usava a modo suo. Era soprattutto lui a impostare la striscia, gestendo il tempo giorno per giorno e settimana per settimana, in maniera impeccabile. Questa storia ne è un esempio: pur con pochi fatti, la trama risulta avvincente e il ritmo più scorrevole che mai. Il Tesoro di Clarabella è praticamente una cartina tornasole dell’evoluzione compiuta dalla striscia: Orazio, dopo il restyling in Topolino Giornalista appare ora vestito di tutto punto e si rivela un’ottima spalla, eppure sarà l’ultima volta in cui lo vedremo in quel ruolo. Gli succederà Pippo (e per breve tempo Paperino!), lasciando che il povero cavallo resti un comprimario. Eli Squick inoltre tornerà ancora nei panni del complice di Pietro, dimostrandosi un buon sostituto di Lupo.
Infine due parole riguardo la conclusione dell’avventura: il furbo stratagemma del vaglia postale, con cui Topolino riesce a mandare a casa i soldi in tempo riflette il cambiamento dei tempi anche su un piano puramente tecnologico. E la striscia che chiude la storia, incentrata sul compleanno di Topolino nasconde in realtà un secondo fine dal sapore celebrativo: Disney aveva infatti promesso ai giornali un fumetto a tema, per festeggiare i sette anni dalla creazione di Topolino, senza però dire che sarebbe stato integrato all’interno della regolare narrazione. Il regalo ricevuto - una radio a onde corte - si rivelerà invece la chiave d’accensione della vicenda successiva, che vedrà Topolino fronteggiare un nuovo nemico: il pirata Orango.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.
Scheda tecnica
- Titolo originale: Race for Riches
- Anno: 1935
- Durata:
- Storia: Floyd Gottfredson, Ted Osborne
Credits
Nome | Ruolo |
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Floyd Gottfredson | Disegni; Storia |
Ted Osborne | Storia |