Lilo & Stitch
Il Classico Autoriale
I primi anni del nuovo secolo vedono gli studios intraprendere un cammino improntato allo sperimentalismo. Dopo aver passato gli anni 90 a seguire una formula ben precisa, adesso gli artisti Disney tentano nuove strade, sbilanciandosi verso generi differenti. Questo porterà ad un incremento e a una diversificazione della produzione: commedie leggere e avventure epiche si alterneranno nelle sale, aumentando il ritmo delle uscite, fino ad avere anche due Classici Disney all'anno. I risultati di una simile politica saranno positivi dal punto di vista artistico, ma assolutamente negativi per quanto riguarda l'impatto su un pubblico sempre più confuso e scettico nei confronti del cinema disneyano. L'uscita nelle sale dei lungometraggi Pixar e persino di alcuni “cheapquel” firmati Disney Television, non faranno che diluire e indebolire ulteriormente il brand Disney, e tutto questo avrà negli anni successivi effetti sempre peggiori. Lilo & Stitch però rappresenta un'oasi di positività in un contesto tanto controverso, e l'ultimo successo dell'epoca Eisner. I WDAS (all'epoca chiamati ancora Walt Disney Feature Animation) non avevano mai dato spazio ad artisti dallo stile troppo personale, preferendo all'autorialità il classico gioco di squadra, in nome di una tradizione stilistica consolidata. Eppure con Lilo & Stitch abbiamo un'eccezione, trattandosi di un progetto quasi interamente concepito e diretto da Chris Sanders (assieme a Dean DeBlois), uno degli artisti più interessanti in forza agli studios. È di Sanders l'idea di partenza, la regia, il character design, rigorosamente seguito dal resto dello staff, e persino la voce del protagonista, il che rende Lilo & Stitch il film più autoriale di tutto il canone disneyano.
Nessuno Viene Abbandonato
Il lungometraggio si inscrive in quel filone leggero delle commedie animate inaugurato da Le Follie dell'Imperatore, mantenendo un'impostazione più soft e meno sbilanciata verso l'umorismo. Anche il successivo Il Pianeta del Tesoro mostrerà una maggior contaminazione con la tradizione rispetto al suo gemello Atlantis, il che potrebbe far intuire un leggerissimo cambio di strategia rispetto alla sperimentazione selvaggia dell'anno precedente. Lilo & Stitch si conferma però come il più originale fra tutti i film del periodo, per come passa con disinvoltura dalla commedia familiare alla sci-fi. La trama vede infatti l'Esperimento 626 (Stitch) fuggire dalla custodia della Federazione Galattica, per andarsi a nascondere sulla Terra, ospite di una disastratissima famigliola hawaiiana. Le due sorelle che la compongono, Lilo e Nani, corrono il rischio di venir separate per sempre da un assistente sociale, che vorrebbe prendere Lilo in custodia.
Il contesto spaziale, lo scenario contemporaneo e la difficile realtà sociale descritta sono elementi che raramente avevano trovato rappresentazione nel canone animato Disney, da sempre più a suo agio con ambientazioni fiabesche o lontane nel tempo. La salda direzione di Sanders però riesce a rendere disneyano e assolutamente naturale l'inserimento di ognuno di questi bizzarri ingredienti. Merito di alcuni sapienti accorgimenti, tra cui l'ambientare la storia alle Hawaii, piccolo paradiso naturale, capace di conferire agli scenari contemporanei un appeal universale assolutamente degno di una fiaba.
Il film è inoltre intriso dell'umorismo surreale e stralunato tipico di Sanders, fatto di trovate minimaliste ma assolutamente credibili. L'azzeccata recitazione dei personaggi e i loro brillanti dialoghi alzano ulteriormente l'asticella che già film come Le Follie dell'Imperatore e Atlantis avevano contribuito a spostare, toccando nuove vette. Ma lo humor non ruba mai la scena a quelli che sono i veri contenuti del film, narrati senza retorica e in modo non banale. Lilo & Stitch è infatti la storia dell'incontro tra mondi diversi, in nome di qualcosa di universale: l'ohana. Il concetto di famiglia espresso dal film va oltre i legami di sangue, e va a unire personaggi anche molto diversi fra loro: una bambina disturbata, una ragazza disoccupata, uno scienziato pazzo, uno studioso dalla sessualità incerta e uno scherzo di natura. Come le tante anime del film anche questi personaggi, emarginati a più livelli, trovano il modo di connettersi costituendo alla fine un tutt'uno indivisibile.
Il Look di Chris Sanders
Visivamente Lilo & Stitch è una gioia per gli occhi. I fondali sono infatti stati dipinti ad acquerello, dando alle scene un look artigianale, che ricorda i primissimi lungometraggi animati Disney, quando ancora tale pratica era in voga. Sia lo spazio che l'isola di Kauai, dove si svolge l'azione, vengono quindi accumunati e resi omogenei da questa particolare scelta artistica. Ma non è l'unico trucco utilizzato. Come si diceva, lo stile Sanders permea ogni elemento sulla scena, conferendogli una certa rotondità. Gli spigoli sono pressoché assenti, e infatti ogni personaggio e oggetto presenta linee morbide e sinuose, flosce e con sostanziosi rigonfiamenti verso il basso. Questo look “cicciotto” trasmette serenità allo spettatore, immergendolo a dovere nelle atmosfere hawaiiane, non risparmiando gli scenari spaziali, tradizionalmente freddi, angolosi e ostili, e qui trasformati invece in un'estensione di quel mondo variopinto. Le razze aliene infine sono state concepite in modo da costituire un richiamo alla fauna ittica, stabilendo così un ulteriore collegamento implicito tra i due mondi.
Lilo & Stitch è il secondo del trittico di lungometraggi prodotti quasi interamente dall'unità di Florida della Walt Disney Feature Animation (gli altri due sono Mulan e Brother Bear), tuttavia la supervisione dell'animazione dei personaggi principali è avvenuta alla sede centrale di Burbank. Ad animare Lilo troviamo il bravissimo Andreas Deja (Gaston, Scar, Jafar), che dopo aver inserito nel curriculum alcuni fra i più celebri villain Disney, si cimenta con la disturbante innocenza di una bambina traumatizzata, ma troviamo anche Mark Henn (Jasmine, Mulan, Tiana), da sempre esperto di bellezze etniche, assegnato alle danzatrici di hula e Byron Howard (Kenai, futuro regista di Tangled) all'opera sul carismatico Cobra Bubbles. Il lavoro più straordinario però lo fa il bravissimo Alex Kupershmidt (Koda, le Iene) che anima proprio Stitch, dando vita a questo indimenticabile vandalo spaziale, buffo, inquietante e tenero nel contempo. Tutti questi artisti hanno dovuto modulare il loro stile per riprodurre con successo il feeling dei disegni originali di Sanders.
Omaggio a Elvis Presley
All'inizio del nuovo secolo il tradizionale musical disneyano viene messo da parte, e di pari passo con i nuovi lungometraggi sperimentali vengono trovate soluzioni alternative per dare alla musica disneyana un ruolo diverso dal solito. Nei film di questa fase è possibile trovare colonne sonore di soli brani strumentali, oppure ibride, nelle quali canzoni originali vengono mescolate con musica preesistente. Lilo & Stitch mostra la sua natura originale e bizzarra anche in questo campo, sfoggiando sia alcuni brani scritti dal compositore delle strumentali Alan Silvestri, sia alcune celebre canzoni di Elvis Presley.
- He Mele No Lilo - Il primo dei due brani appositamente composti da Silvestri segue i titoli di testa, mentre ci viene per la prima volta presentato l'idilliaco scenario hawaiiano e la piccola protagonista del film. Si tratta di un brano meraviglioso, cantato da un festoso coro in lingua locale, che detta il tono del film nel migliore dei modi, mentre sullo schermo passano le immagini delle bellissime danzatrici tratteggiate da Mark Henn.
- Hawaiian Rollercoaster Ride - Il secondo brano di Silvestri accompagna invece la scena madre, nella quale i personaggi fanno surf e Stitch inizia a cambiare. Si tratta di un altro brano assolutamente trascinante, cantato con un curioso mix di inglese e hawaiiano, in occasione del quale il comparto visivo del film dà il meglio di sé, seducendo l'occhio con la sua straordinaria tavolozza di colori.
Per quanto riguarda “The King” gli omaggi arrivano dalla stessa Lilo, che in più di un'occasione non fa mistero di nutrire una passione per la leggenda del rock. Canzoni come Heartbreak Hotel, Suspicious Mind e Hound Dog vengono brevemente inserite nella narrazione con svariati pretesti intradiegetici (il giradischi della piccola), ma ce ne sono anche altre che accompagnano interamente alcune sequenze. Stuck on You descrive i tentativi di Lilo per rieducare Stitch mentre quest'ultimo cerca di seminare i suoi inseguitori, mentre You're the Devil in Disguise segue con diverse gag i tentativi di Nani di trovare un nuovo lavoro per mantenere la sorella. Un paio di canzoni sono invece presenti sottoforma di cover, e si tratta di Burning Love che incornicia nel miglior modo la festosa sequenza finale, e Can't Help Falling In Love che invece è stata reinterpretata in chiave pop per i titoli di coda. Infine, il tradizionale brano locale Aloha Oe viene reinterpreto da Nani “a cappella” nella struggente scena dell'addio fra le sorelle.
Come Dumbo
Nel 1941 l'uscita di Dumbo portò un po' di ossigeno a Walt Disney, stritolato in una bruttissima situazione. La guerra aveva chiuso i mercati oltreoceano danneggiando gli incassi di Pinocchio, e la critica aveva stroncato il suo amato Fantasia. Un terribile sciopero aveva inoltre minato i rapporti con buona parte dei suoi dipendenti, infliggendo al suo visionario idealismo un colpo mortale. Dumbo inizialmente non era nemmeno stato programmato, ma venne realizzato assai velocemente e con un piccolo budget, senza intoppi e con grande apprezzamento da parte del pubblico. Il minimalismo era riuscito laddove grandi produzioni avevano fallito. Con Lilo & Stitch la storia si era ripetuta: il pubblico snobbò le grandi avventure animate di quegli anni, preferendo la piccola storia di un'orfanella e del suo cucciolo. Merito anche dell'indovinatissima campagna di marketing, in occasione della quale vennero realizzati dei trailer animati nei quali Stitch si infiltrava all'interno dei più celebri classici Disney anni 90. Chiaramente l'azienda di Eisner non rimase a guardare e iniziò a mungere il fenomeno il più possibile: Stitch divenne il protagonista dei parchi a tema, invadendoli con merchandising di ogni tipo. Inoltre la macchina dei “cheapquel” attiva in quel periodo si prese cura della creatura di Sanders, sfruttandola all'inverosimile. Venne infatti realizzato un sequel direct to video firmato DisneyToon Studios (Lilo & Stitch 2), e persino una serie televisiva introdotta e conclusa da altri due lungometraggi (Provaci Ancora Stitch e Leroy & Stitch). Come se non bastasse, Stitch divenne il protagonista di un anime realizzato dallo studio d'animazione Madhouse, su licenza Disney. Sanders avrebbe continuato a doppiare la sua creatura in queste incarnazioni minori, anche dopo la fine del suo rapporto con la Disney, avvenuta in seguito all'esito infausto del progetto American Dog.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Lilo & Stitch
- Anno: 2002
- Durata:
- Produzione: Lisa M. Poole, Clark Spencer
- Regia: Dean Deblois, Chris Sanders
- Soggetto: Chris Sanders
- Sceneggiatura: Dean Deblois, Chris Sanders
- Storia: Roger Allers, Ed Gombert, John Sanford, Chris Williams
- Musica: Mark Keali'i Ho'omalu, Alan Silvestri
- Supervisione dell'Animazione: Rob Bekuhrs, Bolhem Bouchiba, Dominic M. Carola, Andreas Deja, Mark Henn, Byron Howard, James Young Jackson, Alex Kupershmidt, Stéphane Sainte-Foi
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Roger Allers | Storia |
Jonathan Annand | Animazione (Stitch) |
Greg E. Azzopardi | Animazione (Lilo) |
Rob Bekuhrs | Supervisione all'Animazione 3D |
Michael Benet | Animazione (Stitch) |
Bob Bennet | Effetti d'Animazione |
Mitchell Bernal | Layout |
David Berthier | Animazione (Jumba) |
Travis Blaise | Animazione (Stitch) |
Charles Bonifacio | Animazione (Jumba) |
Jason Boose | Animazione (Nani) |
Bolhem Bouchiba | Animatore principale (Jumba) |
Rune Brandt Bennicke | Animazione (Pleakley and David Kawena) |
Bob Bryan | Animazione (Nani) |
Dominic M. Carola | Animatore principale (Hula Teacher); Animazione (Cobra Bubbles) |
Irma Cartaya Torre | Supervisione Ink & Paint |
Camille Cavallin-Fay | Direzione di Produzione |
Darko Cesar | Animazione (Lilo) |
Arden Chan | Supervisione Layout |
Robert O. Corley | Animazione (Stitch) |
James Michael Crossley | Animazione (CG) |
John Cunningham | Supervisione Pianificazione Scene |
Ron De Felice | Fondali |
Dean Deblois | Regista; Sceneggiatura |
Andreas Deja | Animatore principale (Lilo) |
Jeff Dickson | Layout |
Sasha Dorogov | Animazione (Stitch) |
Xin-Lin Fan | Fondali |
Paul Felix | Production Design |
Trey Finney | Animazione (Lilo) |
Jazno Francoeur | Effetti d'Animazione |
Joseph E. Gilland | Supervisione Effetti Speciali |
Ed Gombert | Storia |
Craig Anthony Grasso | Layout |
Christopher F. Greco | Fondali |
Eric Guaglione | Supervisione CG |
Troy A. Gustafson | Effetti d'Animazione |
Darlene Hadrika | Animazione (CG) |
Andrew Edward Harkness | Layout |
Mark Henn | Animatore principale (Hula Dancers) |
Andrew Hickson | Layout |
Byron Howard | Animatore principale (Cobra Bubbles); Progettazione Personaggi |
Tom Humber | Layout |
John Hurst | Animazione (Nani) |
James Young Jackson | Animatore principale (Grand Councilwoman) |
Brian Jefcoat | Supervisione TD Modeling |
Xiangyuan Jie | Fondali |
Mark Keali'i Ho'omalu | Canzoni |
Barry R. Kooser | Fondali |
Geraldine Kovats | Fondali |
Alex Kupershmidt | Animatore principale (Stitch) |
Christine Lawrence Finney | Supervisione Cleanup |
Richard Carl Livingston | Layout |
Jim Martin | Sviluppo Visivo |
Steve Mason | Animazione (Jumba) |
Barbara Massey | Fondali |
Stephen McDermott | Effetti d'Animazione |
Anthony Wayne Michaels | Animazione (Nani) |
Branko Mihanovic | Animazione (Lilo) |
Peter Moehrle | Fondali |
Philip Morris | Animazione (Lilo) |
David W. Murray | Fondali |
Sue Nichiols | Sviluppo Visivo |
Tony Plett | Supervisione Look Development |
Lisa M. Poole | Produttore Associato |
Stéphane Sainte-Foi | Animatore principale (Nani) |
Chris Sanders | Progettazione Personaggi; Regista; Sceneggiatura; Soggetto |
John Sanford | Storia |
Carol Seidl | Animazione (Lilo) |
Armand Serrano | Layout |
Alan Silvestri | Canzoni; Musica |
Ric Sluiter | Direzione Artistica |
Clark Spencer | Produttore |
Tony Stanley | Animazione (Jumba) |
Robert E. Stenton | Supervisione Fondali |
K. Sean Sullivan | Fondali |
Barry Temple | Animazione (Pleakley and David Kawena) |
J. C. Tran-Quang-Thieu | Animazione (Nani) |
Marcello Vignali | Sviluppo Visivo |
Charles R. Vollmer | Fondali |
Bob Walker | Layout |
David (Ying Guang) Wang | Fondali |
D.M. Wawrzaszek | Animazione (Pleakley and David Kawena) |
John Webber | Animazione (Lilo) |
Tony West | Effetti d'Animazione |
Ian White | Animazione (Stitch) |
Chris Williams | Storia |
Jason William Wolbert | Animazione (CG) |
Garrett Wren | Effetti d'Animazione |
David Yorke | Fondali |
David W. Zach | Animazione (Pleakley and David Kawena) |