Pinocchio
L'Opera Seconda
Nel 1937 i lavori su Biancaneve e i Sette Nani erano quasi terminati, e Walt Disney stava già pensando a quali sarebbero stati i lungometraggi successivi, in caso di successo al botteghino. Fu allora che Norman Ferguson portò alla sua attenzione Le Avventure di Pinocchio (1883) di Carlo Collodi. La lettura lo entusiasmò non poco, spingendolo a dare il via al progetto. Nelle intenzioni di Walt, Pinocchio avrebbe dovuto essere il suo terzo film, dopo Bambi. Lo studio stava però riscontrando parecchie difficoltà nel realizzare la storia del cerbiatto, per la quale c'era bisogno di una preparazione maggiore nel campo del disegno realistico. Si decise quindi di rimandare Bambi a data da destinarsi, e dare invece precedenza al burattino. Pinocchio si sobbarcò sulle spalle una pesante responsabilità: quella di essere l'opera seconda di Disney, destinata a patire per sempre il confronto con il grande successo di Biancaneve. Ciò che del testo di Collodi colpì Walt furono però solo alcuni spunti, qualche suggestione e, in generale, il concetto alla base della storia.
L'idea di farne un adattamento fedele non fu contemplata: il libro era infatti molto distante dalla sensibilità tipicamente americana di Disney, che non condivideva gli antiquati metodi educativi ottocenteschi. Il testo di Collodi traboccava inoltre di arcaismi e, data la sua natura originaria di racconto a puntate, non era privo di ridondanze, contraddizioni e vicoli ciechi narrativi. A Disney serviva una trama fluida e compatta, una selezione della parte migliore di quel materiale, rimodellata secondo i suoi canoni estetici. Il risultato finale fu davvero notevole, qualitativamente altissimo ma irrimediabilmente distante dall'originale, tanto da suscitare numerose polemiche tra i puristi del testo collodiano. Uno degli elementi che brillano per la loro estraneità alla fonte è sicuramente la stella dei desideri: l'idea che la provvidenza possa aiutarci fino a un certo punto, ma che sia nostro compito rimboccarci le maniche per fare il resto, è un concetto unicamente disneyano. Questo tema è alla base del Pinocchio di Disney sin dalla canzone di apertura, When You Wish Upon a Star, divenuta il simbolo stesso della Company.
L'Arte di Snaturare
La vicenda segue a grandi linee lo schema collodiano, e accompagna il burattino nel percorso di formazione che lo porterà a diventare un bambino vero. La narrazione, molto asciutta, ci presenta alcuni episodi chiave della storia, come l'incontro con Mangiafuoco, la parentesi al Paese dei Balocchi o lo scontro con il terrificante capodoglio Monstro. Tutto viene adeguatamente reinterpretato in chiave americana. A rendere ancor più distante Disney da Collodi è inoltre lo stesso Pinocchio, radicalmente diverso dall'originale letterario: in lui non c'è traccia di malizia o di spirito anarchico, ma è invece un personaggio del tutto ingenuo e in buona fede. Walt Disney voleva infatti che il burattino fosse rappresentato come un bambino che si accinge a scoprire il mondo e che si stupisce di tutto, poiché tutto per lui costituisce una novità. Geppetto diventa inoltre uno dei caratteristi più riusciti di sempre, la cui distrazione darà vita ad alcuni comicissimi siparietti: memorabile la sequenza finale, in cui si convince che il figlio sia morto e, sovrappensiero, gli dice di stare giù.
Il cambiamento più memorabile riguarda però il Grillo Parlante, che del triste personaggio al quale Collodi aveva fatto fare una brutta fine non riprende che il nome. Anzi, nemmeno quello, dato che si chiama Jiminy Cricket, espressione di sorpresa usata in pieno Ottocento nei paesi anglosassoni. Coscienza ufficiale e compagno di avventure del protagonista, il Grillo si rivela un personaggio simpaticissimo, ben lontano dagli antiquati moralismi collodiani. Spetta a lui incarnare la voce del buon senso, facendosi portatore di un'etica positiva e “pratica”, che deriva dall'arte di arrangiarsi, appresa evidentemente durante il suo vagabondare. È dunque il perfetto interprete di quella filosofia del New Deal, tanto cara a Walt e al suo Mickey Mouse. Il Grillo Parlante costituisce, inoltre, l'archetipo di ben due topoi ricorrenti nell'animazione disneyana: è lui infatti a dare il via alla lunga serie di piccole spalle che accompagnano i protagonisti, alleggerendo il tono della narrazione (Mushu, Abu). È inoltre il primo fra i narratori a rompere la quarta parete, entrando e uscendo dalla storia a suo piacimento (Clopin, le Muse).
Uno Stile Mitteleuropeo
Pinocchio è l'ultima produzione disneyana a sfoggiare quello stile illustrativo tipicamente europeo che era stato introdotto nelle Silly Symphony. Fu Gustaf Tenggren a impostarne il look: Walt non voleva infatti ambientare la vicenda in un paesello toscano, bensì in uno scenario dal sapore vagamente mitteleuropeo, motivo per cui la cittadina in cui abita Geppetto assomiglia a un villaggio tirolese. L'altro grande illustratore in forza allo studio, Albert Hurter, si occupò invece di dare agli interni del film quello stile tipicamente “legnoso” che già aveva utilizzato per la casetta dei sette nani. Il laboratorio di Geppetto, con i suoi orologi e statuine di legno intarsiato, è ancora oggi uno degli scenari migliori mai visti in un film animato. Non è solo la ricercatezza degli ambienti a impreziosire Pinocchio: la pellicola è infatti una summa dei migliori effetti speciali mai usati fino a quel momento. Si ricordano, a questo proposito, le impressionanti masse d'acqua nella parte finale del film, o la suggestiva carrellata sul villaggio al mattino, uno dei più straordinari impieghi della multiplane camera. Infine, da qui in poi vennero messi da parte gli acquerelli per sperimentare invece i colori opachi, che sarebbero diventati il nuovo standard del cinema disneyano.
Il design di Pinocchio fu oggetto di numerose discussioni: Frank Thomas e Ollie Johnston l'avevano inizialmente concepito perché avesse l'aspetto di un burattino, ma il loro lavoro venne cestinato da Walt, che riteneva che il personaggio non trasmettesse empatia. Fred Moore tentò di addolcirne la figura, ma fu Milt Kahl che trovò la giusta chiave per procedere: lo ridisegnò perché sembrasse prima di tutto un bambino, a cui attribuire solo successivamente i suoi caratteristici connotati legnosi. Di Geppetto si occupò Art Babbitt, infondendo in lui un po' di quella tenera goffaggine che l'animatore aveva riservato prima d'ora a Pippo. Quanto al Grillo, Walt decise di affidarlo a Ward Kimball per farsi perdonare di aver tagliato da Biancaneve la famosa scena della zuppa, sulla quale Ward aveva lavorato con fatica. Il Gatto e la Volpe furono animati da John Lounsbery sotto la direzione di Norman Ferguson, da sempre a suo agio con i personaggi animali, mentre la guizzante animazione di Lucignolo si deve a Fred Moore, che in quel periodo stava facendo sul personaggio di Topolino un lavoro analogo. Bill Tytla diede a Mangiafuoco i suoi grotteschi connotati, e infine Wolfgang Reitherman si occupò di Monstro. La terrificante balena fu uno dei primissimi personaggi Disney di matrice realistica, e costituì per lui una prova generale prima di applicare questo approccio “drammatico” ai dinosauri di Fantasia (1940).
Tutte all'Inizio
Un altro picco qualitativo del film è la sua straordinaria colonna sonora. Se ne occupò Leigh Harline, coadiuvato dal paroliere Ned Washington per le canzoni e da Paul J. Smith per le strumentali. Si tratta di una partitura di grandissima atmosfera, in grado di funzionare benissimo non solo come musica d'accompagnamento, ma anche di per sé. Molte canzoni furono scritte per il film, ma solo cinque arrivarono nella versione definitiva. Un elemento di cui tener conto è che queste si concentrano nella parte iniziale, lasciando spazio nel resto della pellicola alla componente avventurosa. Questo sbilanciamento strutturale, anche se in maniera meno plateale, sarebbe diventato in futuro una regola non scritta del cinema musicale disneyano, di cui troviamo esempi anche in film più recenti come Frozen (2013).
- When You Wish Upon a Star - La splendida canzone che accompagna i titoli di testa immerge lo spettatore nel magico mondo di Walt sin dalle prime note. A cantarla si scoprirà essere il Grillo, in veste di narratore e rappresentante di quella filosofia disneyana di cui il brano si fa manifesto. Sebbene l'esecuzione possa apparire piuttosto melodica e in linea con il sentire dell'epoca, la musica è davvero incisiva, e non stupisce che sia poi diventata il tema ufficiale della Walt Disney Company. Ne possiamo infatti sentir risuonare le note all'inizio di ogni film prodotto dagli anni 80 a oggi. Si ricorda infine la particolare interpretazione del pezzo fatta dallo stesso Paperino in Donald's Dilemma (1947).
- Little Wooden Head - Si tratta della tenerissima sequenza in cui vediamo Geppetto giocare con un Pinocchio ancora inanimato, all'interno della sua bellissima bottega. La canzone è molto breve ma la melodia è dolcissima e in grado di rimanere impressa.
- Give a Little Whistle - Il brano con cui il Grillo si presenta a Pinocchio, assumendo il ruolo di coscienza ufficiale, è allegro e guizzante. Ci mostra il personaggio al massimo dello splendore, pronto a trasmettere al pubblico quell'etica semplice e ottimista tanto a cara a Walt.
- Hi-Diddle-Dee-Dee (An Actor's Life for Me) - L'allegra canzone del Gatto e la Volpe (Gideon and Honest John) porta in scena due personaggi fantastici, caricature di una particolare tipologia di pitocchi tipicamente americana. Sebbene la Volpe si dimostri chiaramente loquace, il Gatto resta muto. Il suo doppiatore avrebbe dovuto essere Mel Blanc ma, all'ultimo momento, si decise di non avvalersi della sua voce registrata.
- I've Got No Strings - L'ultima sequenza musicale, se si escludono alcuni reprise, è lo spettacolo di marionette messo in piedi da Mangiafuoco (Stromboli). Pinocchio per tutta la canzone si ritrova a danzare fuori tempo, in modo impacciato, mentre intorno a lui volteggiano provocanti ballerine di legno, che lo mettono in imbarazzo con le loro avances. Una sequenza davvero indimenticabile.
Il Capolavoro Incompreso
Pinocchio esce decisamente bene dal confronto con il suo ingombrante predecessore. Sul lato tecnico le meraviglie di Biancaneve e i Sette Nani furono nettamente superate, puntando verso una perfezione stilistica che non avrebbe avuto più corrispettivi nel cinema disneyano. Anche sul fronte contenutistico vennero raggiunti traguardi notevoli: l'umorismo era irresistibile e il film emanava un forte calore. Se Biancaneve qua e là non rinunciava a qualche leziosaggine, la vicenda di Pinocchio aveva un'impostazione ancor più incisiva: dal sapore vagamente noir nella scena del complotto all'osteria del Gambero Rosso, o decisamente horror in quella della trasformazione di Lucignolo in asinello. Il film fu adattato a fumetti da Merril De Maris, Hank Porter e Bob Grant all'interno delle tavole domenicali dedicate alle Silly Symphony, e venne portato nelle sale da Disney in pompa magna, attendendo grandi risultati. Questi non arrivarono e la delusione di Walt fu cocente: i mercati d'oltreoceano, che si erano rivelati fondamentali in passato, erano ormai chiusi a causa della guerra, mentre il pubblico che tanto aveva apprezzato Biancaneve non riuscì a evitare di far confronti con quest'ultimo, lamentando la diversità tra le due pellicole. Il film fu rivalutato solo negli anni successivi, venendo riconosciuto come uno dei massimi capolavori dell'arte disneyana.
Molti personaggi di Pinocchio ebbero inoltre una carriera solista: Figaro entrò a far parte dell'universo degli standard character, figurando come il gatto di Minni in un ciclo di short. Il Grillo invece venne utilizzato come presentatore e maestro di cerimonie più volte in televisione, dove divenne protagonista di alcuni corti a sfondo educativo. Tornò inoltre a far capolino sul grande schermo in occasione di Bongo e i Tre Avventurieri (1947) e Canto di Natale di Topolino (1983), dimostrando una certa autonomia. In tempi recenti si pensò di realizzare anche per Pinocchio un cheapquel firmato DisneyToon Studios, ma il progetto venne immediatamente abortito dopo l'arrivo di John Lasseter ai vertici della Company. A ogni modo, qualche anno dopo, venne messo in lavorazione il consueto remake live action. A dispetto di questa enorme rivalutazione, Pinocchio non venne mai del tutto celebrato quanto meritava, facendosi oscurare dagli altri pezzi grossi della filmografia disneyana. Eppure, si trattava senza dubbio di una vetta qualitativa difficilmente superabile: se si esclude il peculiare Fantasia, i film successivi avrebbero infatti risentito dei problemi che lo studio stava affrontando in quei difficili anni 40, sacrificando un po' di quella scintilla di genio che aveva permesso di dare il via a questa fantastica tradizione.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Pinocchio
- Anno: 1940
- Durata:
- Produzione: Walt Disney
- Regia: Norman Ferguson, T. Hee, Wilfred Jackson, Jack Kinney, Hamilton Luske, Bill Roberts, Ben Sharpsteen
- Storia: Aurelius Battaglia, William Cottrell, Otto Englander, Bill Peet, Erdman Penner, Joseph Sabo, Ted Sears, Webb Smith
- Basato su: e Carlo Collodi
- Cast: Mel Blanc, Don Brodie, Walter Catlett, Marion Darlington, Frankie Darro, Cliff Edwards, Dickie Jones, Charles Judels, Clarence Nash, Patricia Page, Christian Rub, Evelyn Venable
- Musica: Leigh Harline, Paul J. Smith
- Supervisione dell'Animazione: Norman Ferguson, Milt Kahl, Ward Kimball, Eric Larson, Fred Moore, Wolfgang Reitherman, Frank Thomas, Bill Tytla
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Edwin Aardal | Effetti Speciali |
Ken Anderson | Supervisione Artistica |
Dick Anthony | Fondali |
Mike Arens | Animazione |
Aurelius Battaglia | Storia |
Bill Berg | Animazione |
Preston Blair | Animazione |
Mel Blanc | Cast (Figaro, Donkeys, Gideon) |
Jack Bradbury | Animazione |
Don Brodie | Cast (Carnival Barkers) |
Paul Busch | Effetti d'Animazione; Animazione (Jiminy Cricket) |
Bruce Bushman | Layout; Supervisione Artistica |
Lars Calonius | Animazione |
Jack Campbell | Animazione |
Bob Carlson | Animazione |
Brad Case | Animazione |
Walter Catlett | Cast (J. Worthington Foufellow) |
Les Clark | Animazione |
Claude Coats | Fondali |
Sam Cobean | Animazione (The Coachman) |
Carlo Collodi | Storia Originale |
William Cottrell | Storia |
Merle Cox | Fondali |
Shamus Culhane | Animazione |
Ugo D'Orsi | Effetti Speciali |
Marion Darlington | Cast (Birds) |
Frankie Darro | Cast (Lampwick) |
Retta Davidson | Supervisione Ink & Paint |
Walt Disney | Produttore |
Phil Duncan | Animazione (Pinocchio) |
Cliff Edwards | Cast (Jiminy Cricket) |
John Elliotte | Animazione |
Otto Englander | Storia |
Andy Engman | Animazione |
James Escalante | Effetti d'Animazione |
Norman Ferguson | Animatore principale (J. Worthington Foulfellow, Gideon); Regista |
Hugh Fraser | Animazione |
Art Fritzpatrick | Animazione |
Joseph Gayek | Animazione |
Campbell Grant | Progettazione Personaggi |
Joe Grant | Progettazione Personaggi |
Franklin Grundeen | Animazione |
Harry Hamsel | Animazione |
Eric Hansen | Fondali |
Leigh Harline | Musica |
T. Hee | Regista |
Arthur Heinemann | Supervisione Artistica |
Hugh Hennesy | Supervisione Artistica |
Ray Huffine | Fondali |
Albert Hurter | Progettazione Personaggi |
Wilfred Jackson | Regista |
Ollie Johnston | Animazione |
Dickie Jones | Cast (Pinocchio, Alexander) |
Charles Judels | Cast (Stromboli, The Coachman) |
Milt Kahl | Animatore principale; Animazione (Jiminy Cricket, Pinocchio as a real boy) |
Lynn Karp | Animazione |
Dick Kelsey | Supervisione Artistica |
Ward Kimball | Animatore principale; Animatore principale (Jiminy Cricket) |
Jack Kinney | Regista |
Paul B. Kossoff | Animazione |
Eric Larson | Animatore principale |
John Lounsbery | Animazione |
Don Lusk | Animazione |
Hamilton Luske | Regista |
Fred Madison | Effetti d'Animazione |
Murray McClellan | Animazione |
Bob McCrea | Animazione |
John McDermott | Effetti d'Animazione |
John McManus | Animazione |
Joshua Meador | Animazione |
John P. Miller | Progettazione Personaggi |
Fred Moore | Animatore principale |
Clarence Nash | Cast (Roughhouse Statue, Donkeys) |
Milt Neil | Animazione |
Mique Nelson | Fondali |
Charles A. Nichols | Animazione |
Lester Novros | Animazione |
Kendall O'Connor | Supervisione Artistica |
Frank Oreb | Animazione |
Tom Oreb | Animazione |
Chic Otterstrom | Animazione |
Patricia Page | Cast (Mationettes) |
Art Palmer | Animazione |
Ted Parmelee | Effetti d'Animazione |
Don Patterson | Animazione |
Charles Payzant | Supervisione Artistica |
Bill Peet | Storia |
Erdman Penner | Storia |
Charles Philippi | Supervisione Artistica |
Martin Provensen | Progettazione Personaggi |
Thor Putnam | Supervisione Artistica |
John Reed | Animazione |
Wolfgang Reitherman | Animatore principale |
Art Riley | Fondali |
Bill Roberts | Regista |
George Rowley | Animazione |
Christian Rub | Cast (Geppetto) |
Joseph Sabo | Storia |
Ted Sears | Storia |
Ben Sharpsteen | Regista |
William Shull | Animazione |
Paul J. Smith | Musica |
Webb Smith | Storia |
Terrell Stapp | Supervisione Artistica |
Ed Starr | Fondali |
McLaren Stewart | Supervisione Artistica |
Robert Stokes | Animazione |
Sandy Strother | Effetti Speciali |
David Swift | Animazione |
Howard Swift | Animazione |
Norman Tate | Animazione |
Frank Thomas | Animatore principale (Pinocchio) |
Don Tobin | Animazione |
Harvey Toombs | Animazione |
Don Towsley | Animazione |
Noel Tucker | Animazione |
Bill Tytla | Animatore principale |
Evelyn Venable | Cast (The Blue Fairy) |
John Walbridge | Progettazione Personaggi |
Bernard Wolf | Animazione |
Cornett Wood | Effetti Speciali |
Marvin Woodward | Animazione |
Al Zinnen | Supervisione Artistica |
George de Beeson | Animazione |
Home Entertainment
- [1] Pinocchio, Walt Disney Classics, United States: Walt Disney Home Video, 239 V [VHS] (1985), 239 AS [CLV Laserdisc, 2 sides] (1985), 239 CS [CAV Laserdisc, 4 sides] (1987).
- Pinocchio [ピノキオ]Japan: Walt Disney Home Video, SF088-1051 (1986). Bilingual. Includes: Trailers.
- Pinocchio, I Grandi Classici, Italy: Walt Disney Home Video, VI 4195 [VHS] (1987). Rental Version, Italy: Walt Disney Home Video, VS 4195 [VHS] (1989). Sale Version.
- [2] Pinocchio: De Luxe CAV Laserdisc Edition, Walt Disney Masterpiece Collection, United States: Walt Disney Home Video, 239 CS [CAV Laserdisc, 6 sides] (1993). Boxset including: CAV Laserdiscs, CD, Booklet, Litograph,
Pinocchio, Walt Disney Masterpiece Collection, 239 AS [CLV Laserdisc, 2 sides] (1993),
Pinocchio: De Luxe Video Edition, Walt Disney Masterpiece Collection, Boxset [VHS, 2 tapes] (1993). Boxset including: 2 VHS, CD, Booklet, Litograph,
239 [VHS] (1993),
Pinocchio: The Making of a Masterpiece[VHS] (1993). Bonus VHS, only available as part of the boxset.
Foreign versions:
- Pinocchio, Walt Disney Classics, Japan: Walt Disney Home Video, PILA-1301 (1993). Japanese Subtitles in Picture, Pinocchio [ピノキオ], Walt Disney Classics, Japan: Walt Disney Home Video, PILA-1302 (1993). Bilingual, Pinocchio: Collector's Edition, Walt Disney Classics, Japan: Walt Disney Home Video, PILA-1303 (1993). Boxset including: CAV Laserdisc, Booklet, Litograph.
- Pinocchio, I Classici, Italy: Walt Disney Home Video, VS 4195 [VHS] (1993).
- Pinocchio, Le Grand Chef-d'Oeuvre, France: Walt Disney Home Video, 22/2039 [CLV Laserdisc, 2 sides] (1995).
- [3] Pinocchio, Limited Issue, United States: Buena Vista Home Entertainment, 18665 [DVD] (1999),
18679 [VHS] (1999). Includes: Making Of,
18665 [DVD] (2000). Repackaging of the Limited Issue .
Foreign versions:
- Pinocchio, Classics, United Kingdom: Warner Home Video, Z1 34692 [DVD] (2000).
- Pinocchio, I Classici, Italy: Warner Home Video, Z8 34692 [DVD] (2000), Pinocchio, I Classici, Italy: Buena Vista Home Entertainment, Z3 DV 0038 [DVD] (2001). Repackaging of the Warner Edition.
- Pinocchio, Les Grand Classiques, France: Warner Home Video, Z7 34692 [DVD] (2000).
- Pinocchio, Meisterwerke, Germany: Warner Home Video, Z5 34692 [DVD] (2000).
- [4] Pinocchio, Special Edition [Gold Collection Simile], United States: Unreleased, N/A [DVD].
Foreign versions:
- Pinocchio, Edizione Speciale, Italy: Buena Vista Home Entertainment, Z3 DV 0108 [DVD] (2003).
- [5] Pinocchio, Platinum Edition, United States: Buena Vista Home Entertainment, 100057 [BRAY, 2 discs/DVD] (2009),
100057 [DVD, 2 discs] (2009).
Foreign versions:
- Pinocchio, 70° Anniversario, Italy: Walt Disney Studios Home Entertainment, BIY 0148402 [BRAY, 2 discs/DVD] (2009).
- [6] Pinocchio, Signature Collection, United States: Buena Vista Home Entertainment, 140018 [BRAY/DVD] (2017).
Foreign versions:
Foreign versions: