Il n°2 per Kettering
Il Sorriso di Liza
Il terzo dei cinque cortometraggi che compongono la seconda stagione del progetto Shortcircuit è No. 2 to Kettering, un’opera che neanche a farlo apposta sembra costituire una sintesi tematica e stilistica dei due short che la precedono. Come in Going Home anche qui si parte da uno spunto puramente autobiografico, per certi versi legato alla terra d’origine della regista Liza Rhea. Nata nella contea inglese di Northampton, Liza si occupa di modellare gli ambienti tridimensionali dei lungometraggi WDAS a partire da Ralph Spacca Internet e con No. 2 to Kettering firma la sua prima regia. L’aneddoto che ne ha ispirato il lavoro risale all’infanzia, quando durante un viaggio in autobus ricevette un sorriso del tutto inaspettato da uno sconosciuto.
Sebbene sulle prime la cosa l’avesse imbarazzata, ben presto Lisa si accorse che quel semplice cenno era bastato a farla sentir meglio, portandola da quel giorno in poi a elargire sorrisi a destra e a manca verso qualunque passeggero incontrasse, senza preoccuparsi di apparire stupida. In questo brevissimo cortometraggio troviamo quindi una bambina, probabilmente una controfigura della giovane Liza, cercare di portare positività in uno di quegli autobus inglesi a due piani. La piccola si scontra con la grigia realtà di un mondo nervoso e disincantato... almeno finché l’incrocio di sguardi con un neonato non sovverte di colpo il clima di negatività generale.
Una Stop Motion Fittizia
No. 2 to Kettering raggiunge a malapena i due minuti, e avrebbe probabilmente beneficiato di un minutaggio maggiore per dare modo alla trasformazione delle persone di avvenire in modo più graduale, laddove in Going Home il poco tempo a disposizione era stato invece calibrato perfettamente. Il cortometraggio rimane notevole però sul fronte stilistico, perché – esattamente come faceva anche Crosswalk – usa la computer grafica per omaggiare la tecnica stop motion. Non la claymation in stile Aardman vista in Crosswalk, però, fatta di superfici irregolari e pupazzi di plastilina, bensì quella dei film di Tim Burton ed Henry Selick con le loro caricaturali statuine in movimento.
Insomma, lo stile sembra quello di Coraline e degli altri film targati Laika, e questa mimesi viene accentuata dalla scelta ardita di rimuovere artificialmente la metà dei frame, per dare all’animazione un aspetto meno fluido e più scattoso. Infine, è da notare l’ottimo uso del colore, che diventa saturo o sbiadito a seconda dei moti dell’animo della piccola protagonista. Con corti quali Crosswalk e No. 2 to Kettering e la loro stop motion fittizia, il programma Shortcircuit continua così a percorrere la strada dell’ibridismo, celebrando e facendo rivivere tecniche e stili che Hollywood aveva troppo frettolosamente condannato all’estinzione.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: No. 2 to Kettering
- Anno: 2021
- Durata:
- Regia: Liza Rhea
Credits
Nome | Ruolo |
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Liza Rhea | Regista |