Lilli e il Vagabondo

Joe Grant o Ward Greene?

Nel 1937 lo storyman Joe Grant sottopose a Walt Disney del materiale per un nuovo film, intitolato Lady. Grant si era ispirato alla sua cagnolina, una Springer Spaniel Inglese chiamata proprio Lady, che era rimasta alquanto turbata dalla nascita del bimbo di casa, sentendosi irrimediabilmente messa da parte. Walt Disney si dimostrò aperto alla proposta e disse a Joe Grant di svilupparla, salvo rimanere deluso dal risultato. La storia mancava di mordente e non c'era sufficiente conflitto perché potesse risultare interessante. La chiave giusta per procedere col progetto venne trovata solo nei primissimi anni 40, quando Walt si ritrovò fra le mani un breve racconto, Happy Dan, The Whistling Dog, scritto da Ward Greene per conto della rivista Cosmopolitan. Disney si mise in contatto immediatamente con lo scrittore, coinvolgendolo nella produzione del film: la sua idea era quella di mettere a confronto Lady con un cane più cinico, simile al protagonista della novella di Greene. Il progetto venne però fermato nel 1943 a causa della Seconda Guerra Mondiale, salvo poi riprendere molti anni dopo. A quel punto però ci si era distanziati così tanto dall'idea originale di Grant che l'artista lasciò lo studio con una certa amarezza. Sarebbe tornato solo nel 1989, decisamente troppo tardi per riuscire a essere accreditato nel prodotto finito.

Sebbene la lavorazione del film, tra un inconveniente e l'altro, si sia protratta fino agli anni 50, Walt Disney ricordò sempre Lilli e il Vagabondo con piacere, ritenendolo un film molto divertente da realizzare. Si trattava infatti di una vicenda molto semplice, sulla quale si poteva intervenire più e più volte, senza doversi preoccupare di rivoluzionare l'intera struttura narrativa. Parte di questa sua positività fu senza dubbio alimentata dalla particolare ambientazione della pellicola, ovvero una cittadina americana di fine secolo, caratterizzata da villini in stile Liberty. I più felici anni dell'infanzia di Walt trascorsero infatti in un setting molto simile, Marceline nel Missouri: quelle stesse atmosfere sarebbero state più volte omaggiate in svariate sue opere, fra le quali, oltre al film in questione, si ricordano The Nifty Nineties (1941), So Dear to My Heart (1949) o la stessa Main Street di Disneyland. Infine, è interessante notare come la pellicola sia stata protagonista di un caso di “adattamento alla rovescia”. Durante la lavorazione, Ward Greene venne convinto da Walt a scrivere una vera e propria novelization del film, intitolata Lady and the Tramp – The Story of Two Dogs. Sebbene scritto a posteriori, Disney fece in modo che il libro uscisse due anni prima della pellicola, per dare modo al pubblico di prendere confidenza con la storia e poter quindi presentare il suo film come un normalissimo adattamento della storia di Ward Greene.

La Filosofia del Cane

Sebbene gli artisti Disney abbiano esplorato a lungo il mondo canino grazie al personaggio di Pluto, si può dire che Lilli e il Vagabondo sia la loro prima opera realmente dedicata al miglior amico dell'uomo. La vicenda viene infatti interamente narrata dal punto di vista di Lilli, che nella versione definitiva diventa un cocker spaniel. La cagnolina cresce in una casa dell'alta borghesia, guardando il mondo da una prospettiva molto particolare. Lo spettatore, ad esempio, non viene mai a conoscenza dei veri nomi dei suoi padroni, dal momento che Lilli si abitua a riferirsi a loro con i vezzeggiativi in uso fra le quattro mura di casa (“Tesoro” e “Gianni Caro”). Questo accorgimento rende bene l'idea dell'approccio degli artisti alla storia. Il microcosmo canino viene infatti presentato come una sorta di società complementare alla nostra, con una morale, delle regole e una scala di valori ben precisa. Nel delinearla gli artisti si divertono a prendere in esame elementi del nostro mondo, facendoli passare attraverso uno specchio deformante e ipotizzando quale potrebbe essere il loro corrispettivo animale. Si tratta dello stesso modo di ragionare che negli anni 30 aveva permesso di dare vita a società parallele anche più improbabili all'interno delle Silly Symphony, e che più tardi diventerà parte costituente dello stile narrativo pixariano.

Il confronto fra il mondo umano e quello a quattro zampe non è però l'unico tema del film. All'interno di questa stessa società parallela si ha infatti uno scontro fra due diversi modi di vivere l'esistenza canina. I portavoce del punto di vista più conservatore e ortodosso sono i due cani che abitano nei pressi della casa di Lilli: i saggi Fido e Whisky. Entrambi sono convinti che “l'uomo sia il migliore amico del cane” e non vedono dunque di buon occhio l'arrivo del Vagabondo del titolo, figura anticonformista e ai loro occhi sovversiva. La filosofia di vita del randagio è infatti opposta alla loro e consiste nel vivere liberi, visitando di volta in volta famiglie diverse, possedendo tutti senza essere posseduti da nessuno. L'ago della bilancia è Lilli che, dopo aver vissuto una scappatella col randagio, riuscirà a fargli mettere la testa a posto. Quello che a prima vista sembrerebbe costituire per la vicenda un esito castrante e dal sapore piccolo borghese, nasconde ben di più. Lilli infatti, nel corso del film, compie una maturazione e passa dalla frustrazione per non essere più “la preferita” in casa, al desiderio di fare attivamente la sua parte, occupandosi del bimbo dei padroni. Allo stesso modo il Vagabondo rinuncia spontaneamente al suo stile di vita, non per sudditanza nei confronti degli esseri umani, ma per amore, coltivando quel senso di responsabilità che nel frattempo è cresciuto in lui.

Un Capolavoro Orizzontale

Uno dei propositi principali di Lilli e il Vagabondo era mostrare allo spettatore l'aspetto del mondo visto con gli occhi di un cane. Di conseguenza, i registi furono costretti ad adeguarsi a questo diverso punto di vista, concedendo agli esseri umani ben pochi primi piani e mantenendo la telecamera sempre piuttosto bassa. Una simile angolazione avrebbe però rischiato di rendere l'immagine claustrofobica, per cui era necessario compensare, estendendo lo spazio di scena. Walt scelse di ritagliare questo spazio in orizzontale, rendendo Lilli e il Vagabondo il primo lungometraggio animato della storia ad essere prodotto in Cinemascope. Questo formato panoramico era già stato collaudato nei cortometraggi, dando ottimi risultati in occasione di Toot, Whistle, Plunk and Boom (1953), tuttavia gli animatori dovettero comunque modificare il proprio approccio, abituandosi a riempire ogni spazio scenico e usando molte carrellate orizzontali. A occuparsi della direzione artistica dei fondali in un primo momento venne chiamata Mary Blair, la pittrice che per un decennio aveva profondamente influenzato l'arte disneyana con i suoi concept art. Poco dopo aver impostato il lavoro però, la Blair lasciò lo studio, e venne rimpiazzata da un team capeggiato da Claude Coats, di cui fece parte anche Eyvind Earle, futuro direttore artistico di Sleeping Beauty (1959).

La pellicola è infine particolarmente pregevole per quanto riguarda l'animazione. Se si guardano i credits, si nota che a dirigere l'animazione del film è l'intero gruppo dei nine old men, esclusi soltanto Ward Kimball e Marc Davis. Un tale dispiegamento di mezzi si sente, e infatti si può affermare che il film rappresenti il punto più alto mai toccato dall'animazione Disney nella sua impostazione più classica. Le condizioni ci sono tutte: tecnicamente siamo nel momento di massimo sviluppo di quest'arte, mentre sul fronte economico il budget è ancora quello dei grandi kolossal animati della golden age disneyana. I personaggi sfoggiano movenze sofisticate, e ogni fotogramma in cui appaiono trasuda personalità e raffinatezza. È incredibile il livello di dettaglio con cui i membri del cast sono rappresentati sulla scena, pregio che risalta soprattutto grazie alle numerose inquadrature da lontano, molto usate nel formato panoramico. Artisti come John Lounsbery e Frank Thomas misero tutta la loro arte al servizio di scene divenute ormai iconiche, come quella della spaghettata che vede sbocciare l'amore fra i due protagonisti. Dopo Lilli e il Vagabondo questo magico equilibrio artistico si spezzerà e l'animazione disneyana perderà un po' del suo calore: le sperimentazioni stilistiche già in atto nei corti arriveranno infatti anche nei lungometraggi, portando allo stile spigoloso di Sleeping Beauty, e alla virtuosa ruvidità dell'era xerografica.

La Spaghettata e l'Attrice Consumata

Per la prima volta nella tradizione dei lungometraggi animati Disney, la colonna sonora del film venne affidata ad una famosa cantante esterna allo studio, Peggy Lee. A dire il vero, era già successo nell'epoca dei film a episodi che ci si appoggiasse a questo o quel nome famoso, tuttavia in Lilli e il Vagabondo la cantante si occupò di scrivere tutte le canzoni, coadiuvata da Sonny Burke. Le strumentali vennero invece composte da Oliver Wallace, artista che in quegli anni si occupava di un gran numero di partiture per corti e lungometraggi disneyani.

  • Peace on Earth - Apre il film questo breve brano melodico che incornicia l'atmosfera natalizia da cui prende le mosse la vicenda. L'idea di mostrare l'arrivo di Lilli sotto forma di pacco regalo venne proprio da Walt, che tempo addietro si era fatto perdonare proprio così dalla moglie dopo un litigio. Il film si chiude ancora una volta a Natale, con un reprise di Peace on Earth.
  • What is a Baby? / La La Lu - In questo brano, idealmente diviso in due parti, assistiamo al cambiamento di Lilli nei confronti del figlio dei padroni. La cagnolina passa dalla diffidenza alla curiosità, finendo poi per intenerirsi, sentendosi nuovamente complice di Tesoro e Gianni Caro. Nella prima parte le sonorità del pezzo hanno un sapore ipnotico e misterioso, mentre nella seconda il tutto sfocia in una rilassante ninna nanna.
  • The Siamese Cat Song - È la canzoncina dal sapore orientale che accompagna l'entrata in scena di Si e Am, i due dispettosi gatti siamesi portati dalla Zia Sara. Siamo nel momento del film in cui Lilli perde totalmente il controllo della situazione di casa sua. Il siparietto è simpatico più per le gag visive che propone, che per il valore del brano.
  • Bella Notte - Ecco la scena madre del film, sicuramente la più iconica, e quella che in futuro sarebbe stata citata ovunque come uno dei momenti più romantici della storia del cinema. Inizialmente Walt Disney temeva che mostrare due cani che mangiano spaghetti potesse apparire ridicolo. Fu Frank Thomas a fargli cambiare idea, mostrandogli un test di animazione che lo lasciò davvero impressionato: il momento in cui i due si scambiano il primo bacio, risucchiando lo stesso spaghetto, o il modo in cui con fare cavalleresco lui le cede l'ultima polpetta, erano perfetti esempi del concetto di personality animation tanto caro a Thomas. Veri mattatori della sequenza sono però Tony e Joe, i due ristoratori italiani animati da John Lounsbery, fra i pochi esseri umani a ritagliarsi un notevole screen time. Sin dalla loro entrata in scena ci si accorge della loro caratura come personaggi: gli scambi sono irresistibili e ne esaltano il carisma. Sono loro a cantare questo brano, celebrando l'amore fra i due cani in modo originale e indimenticabile.
  • He's a Tramp - Uno dei più intelligenti parallelismi tra la società umana e quella animale è sicuramente rappresentato dalla scena al canile, sorta di penitenziario canino in cui Lilli fatalmente si ritrova, proprio dopo la sua prima notte fuori casa. Il suo punto di vista si allarga decisamente, mostrandole un mondo nuovo in cui tutti la trattano in modo condiscendente. Spicca fra tutti il personaggio di Gilda, controfigura canina della stessa Peggy Lee, che interpreta questo stuzzicante brano, con il suo tipico atteggiamento da attrice consumata. Il personaggio del Vagabondo viene da lei dipinto come un affascinante quanto inaffidabile playboy, capace però di farsi perdonare tutto.

Anche se non si tratta di una canzone composta per il film, si ricorda la reinterpretazione di There's No Place Like Home, brano ottocentesco che viene qui riproposto attraverso gli ululati dei prigionieri del canile.

Lillo

Lilli e il Vagabondo si rivelò un vero e proprio successo al botteghino, piazzandosi in testa a ogni altro precedente film animato prodotto dallo studio. Il pubblico reagì benissimo, premiando giustamente uno dei film disneyani più originali e intelligenti di sempre. Non sarebbe stata questa, però, l'ultima volta che gli animatori Disney avrebbero esplorato il mondo dei “pet”. Specialmente nell'epoca xerografica, quando vennero messi da parte i film dall'impostazione fiabesca, ci si concentrò moltissimo su cani e gatti: La Carica dei 101 (1961), Gli Aristogatti (1970) e Oliver & Company (1988) avrebbero portato avanti una tradizione che continua ancora oggi in film come Bolt (2008). Fra le pellicole citate inoltre, Gli Aristogatti avrebbe riproposto l'idea dello scontro fra il mondo dei bassifondi e quello dei quartieri alti, trasponendolo però in chiave felina. Diversamente dalle altre hit disneyane, il cui intero cast veniva spesso e volentieri ripreso per essere inserito in produzioni di bassa qualità, a Lilli e il Vagabondo toccò un destino un po' diverso. Ogni prodotto ispirato alla pellicola vide come protagonista Scamp (Lillo), il cuccioletto che nell'ultima scena del film spiccava come unico maschio all'interno della cucciolata dei due protagonisti.

Questa versione miniaturizzata del Vagabondo divenne protagonista già nel 1955 di una striscia giornaliera pubblicata sui quotidiani, cui l'anno successivo si aggiunse una tavola domenicale, tutto materiale disegnato da Dick Moores e scritto dallo stesso Ward Greene. Poco tempo dopo, alla produzione per i giornali si aggiunse anche quella per i comic book, con storie firmate da Del Connell e Al Hubbard. Il cucciolo avrebbe accompagnato i lettori disneyani per ben trent'anni, prima di veder sospesa su ogni fronte la produzione di fumetti a tema. È curioso - e in un certo senso giusto - che al momento di dedicare anche a Lilli e il Vagabondo il “cheapquel” di rito, gli artisti della Disney Television si siano ricordati del personaggio di Scamp, rendendolo protagonista di Lady and the Tramp II: Scamp's Adventure (2001). Il film in questione si rivelò qualitativamente superiore alla media dei seguiti da cassetta che in quegli anni uscivano dai reparti televisivi, dimostrando che anche queste unità produttive avrebbero potuto, con un budget adeguato, sfiorare la qualità di un prodotto cinematografico. Inoltre, l'idea di focalizzarsi su quello che era stato per tre decenni il protagonista delle produzioni derivate da Lilli e il Vagabondo, diede al film un sapore molto diverso da quello degli altri stiracchiatissimi seguiti prodotti dallo stesso reparto, anticipando per certi versi il concetto di spin-off, che avrebbe caratterizzato in futuro la seconda fase della vita dei DisneyToon Studios.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Lady and the Tramp
  • Anno: 1955
  • Durata:
  • Produzione: Walt Disney, Erdman Penner
  • Regia: Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske
  • Storia: , , , ,
  • Cast: Bill Baucom, Verna Felton, Stan Freberg, George Givot, Peggy Lee, Barbara Luddy, Dal McKennon, Lee Millar, Alan Reed, Larry Roberts, TheMellomen, Bill Thompson
  • Musica: Sonny Burke, Peggy Lee, Oliver Wallace
  • Supervisione dell'Animazione: Edwin Aardal, Hal Ambro, Jack Campbell, Bob Carlson, Les Clark, Eric Cleworth, John Freeman, Jerry Hathcock, Ollie Johnston, Milt Kahl, Hal King, George Kreisl, Eric Larson, John Lounsbery, Don Lusk, George Nicholas, Cliff Nordberg, Ken O'Brien, Wolfgang Reitherman, John Sibley, Frank Thomas, Harvey Toombs, Marvin Woodward
Nome Ruolo
Edwin Aardal Animatore principale
Hal Ambro Animatore principale
Ken Anderson Layout
Dick Anthony Fondali
Bill Baucom Cast (Trusty)
William Bosche Layout
Sonny Burke Canzoni
Colin Campbell Layout
Jack Campbell Animatore principale
Bob Carlson Animatore principale
Les Clark Animatore principale
Eric Cleworth Animatore principale
Claude Coats Fondali
Tom Codrick Layout
Don Da Gradi Storia
Al Dempster Fondali
Walt Disney Produttore
Eyvind Earle Fondali
Verna Felton Cast (Aunt Sarah)
Stan Freberg Cast (Beaver)
John Freeman Animatore principale
Clyde Geronimi Regista
George Givot Cast (Tony)
Ward Greene Storia
Don Griffith Layout
Victor Haboush Layout
Donald Halliday Editor
Jerry Hathcock Animatore principale
Ray Huffine Fondali
Ralph Hulett Fondali
Ub Iwerks Effetti Speciali
Wilfred Jackson Regista
Ollie Johnston Animatore principale
Milt Kahl Animatore principale
Hal King Animatore principale
George Kreisl Animatore principale
Eric Larson Animatore principale
Peggy Lee Canzoni; Cast (Darling, Si, Am, Peg)
John Lounsbery Animatore principale
Barbara Luddy Cast (Lady)
Don Lusk Animatore principale
Hamilton Luske Regista
Brice Mack Fondali
Dal McKennon Cast (Toughy, Professor, Pedro, Hyena)
Lee Millar Cast (Jim Dear)
George Nicholas Animatore principale
Lance Nolley Layout
Cliff Nordberg Animatore principale
Ken O'Brien Animatore principale
Kendall O'Connor Layout
Erdman Penner Produttore Associato; Storia
Thor Putnam Layout
Alan Reed Cast (Boris)
Wolfgang Reitherman Animatore principale
Joe Rinaldi Storia
Larry Roberts Cast (Tramp)
Jacques Rupp Layout
John Sibley Animatore principale
McLaren Stewart Layout
TheMellomen Cast (Dogs (singing))
Frank Thomas Animatore principale
Bill Thompson Cast (Jock, Bull, Policeman, Dachies, Joe)
Harvey Toombs Animatore principale
Jimi Trout Fondali
Oliver Wallace Musica
Thelma Witmer Fondali
Marvin Woodward Animatore principale
Ralph Wright Storia
Al Zinnen Layout