Lo Scrigno delle Sette Perle
Riveduto e Corretto
Lo Scrigno delle Sette Perle (Melody Time) è il penultimo dei cosiddetti package film, i lungometraggi a episodi prodotti da Walt Disney negli anni 40. A causa delle difficoltà economiche derivate dalla guerra, e della brusca diminuzione dei membri del suo staff, non c'erano abbastanza risorse allo studio per continuare a produrre film come Biancaneve e i Sette Nani (1937), quindi questa nuova formula antologica si rivelò il compromesso ideale atto a portare avanti la tradizione dei lungometraggi animati. Melody Time si compone di sette segmenti musicali, replicando quindi l'impostazione di Musica, Maestro! (1946). Nelle intenzioni di Walt questi due film avrebbero dovuto costituire un corrispettivo più popolare del progetto Fantasia (1940), che non aveva incontrato i favori del pubblico. Entrambe le pellicole presentavano infatti brani eseguiti da famosissimi cantanti del periodo, che avrebbero fatto da richiamo per il pubblico, grazie al loro taglio più “moderno”.
Va detto che in Musica, Maestro! questa attualizzazione pesava parecchio, e il film in alcune parti risentiva del peso degli anni. La stessa cosa non si può dire di Melody Time, che sembra proprio una versione riveduta e corretta del suo predecessore. Non ci sono scivoloni, o segmenti poco riusciti: sotto il profilo artistico e dell'intrattenimento ci si mantiene sempre su un livello altissimo. La struttura stessa della compilation è impeccabile, e in grado di valorizzare al massimo ogni sequenza, accostandole fra loro in modo bilanciato e intelligente. Infine, non si può non citare il fondamentale apporto di Mary Blair, che in quegli anni stava consolidando la sua posizione agli studios. Buona parte degli episodi riproducono fedelmente lo stile dei suoi concept art, regalando alla pellicola un look raffinato e stilisticamente omogeneo.
- Melody Time - Scritta da George Weiss e Bennie Benjamin, ed eseguita da Buddy Clark, è sicuramente il brano più datato della pellicola. La sua funzione è quella di accompagnare i titoli di testa, presentando il tema portante del film, cioè la musica. Si tratta di un pretesto semplice ma efficace, in grado di collegare tra loro in modo sobrio i diversi segmenti. Il maestro di cerimonie della scenetta introduttiva è una simpatica maschera teatrale animata che, con la voce dello stesso Buddy Clark, dà il via a questa rassegna musicale. Nelle successive sequenze di raccordo vedremo invece un pennello animato dipingere su una tela il titolo e il nome dell'artista di volta in volta coinvolto.
Once Upon a Wintertime
(Bobby Worth, Ray Gilbert - Frances Langford)
Il primo segmento ha il sapore nostalgico di un antico ricordo d'amore. I protagonisti sono due giovani innamorati, Jenny e Joe, che in un pomeriggio di dicembre si dedicano al pattinaggio sul ghiaccio. La trama è semplicissima: la coppietta litiga ma, dopo che Joe salva la sua bella da una situazione molto pericolosa, l'amore trionfa. In parallelo seguiamo una schermaglia amorosa molto simile, ma vissuta da due teneri coniglietti, sui quali vengono proiettate le personalità di Jenny e Joe. Come sempre il connubio fra musica e immagini funziona benissimo.
A lasciare stupiti è però il design della sequenza, che trasferisce per la prima volta sullo schermo lo stile di Mary Blair. Nei film precedenti la pittrice era riuscita a far filtrare la sua arte solo parzialmente, e, se escludiamo una breve scena de I Tre Caballeros (1945), non si era mai vista in animazione una sequenza completamente subordinata alla sua sensibilità artistica. In questa occasione possiamo quindi vedere la resa estetica che avrebbe avuto l'animazione disneyana se gli artisti si fossero maggiormente attenuti alle sue indicazioni. Once Upon a Wintertime è una sorta di cartolina augurale animata, una sequenza raffinata e suggestiva, capace di farsi ricordare come una delle vette visive dell'intero Scrigno delle Sette Perle.
Bumble Boogie
(Nikolai Rimsky-Korsakov - Fred Martin and His Orchestra)
Questa geniale reinterpretazione in chiave jazz del famoso Volo del Calabrone di Korsakov è forse il segmento migliore di tutta la pellicola. Gli artisti avevano già preso in considerazione il brano per inserirlo all'interno di Fantasia (1940), ma l'idea era stata successivamente messa da parte. In questa nuova versione il pezzo acquista un feeling del tutto nuovo, accompagnandosi a immagini davvero indimenticabili. Il protagonista è un tenero insettino, che si ritrova imprigionato in una sorta di incubo musicale, in cui ogni elemento intorno a lui viene trasfigurato in uno strumento.
I fiori diventano ottoni, i loro petali dei tasti di pianoforte, una tastiera si trasforma in un serpente, e così via, con effetti sempre più strabilianti. Anche questa volta è importantissimo il contributo di Mary Blair, che nei suoi concept aveva visualizzato immagini astratte e leggermente inquietanti. Tutto viene perfettamente riprodotto su schermo, seguendo pedissequamente le preziose indicazioni cromatiche della Blair. Si possono sicuramente trovare alcuni punti di contatto con After You've Gone, segmento astratto presente all'interno di Musica, Maestro!, ma questo Bumble Boogie è decisamente più incisivo e ritmato. Un vero capolavoro.
The Legend of Johnny Appleseed
(Kim Gannon, Walter Kent - Dennis Day)
Dopo due segmenti brevi, il terzo episodio del film è di respiro decisamente più ampio. Si tratta della storia di John Chapman, pioniere realmente esistito, cui gli americani attribuiscono il merito della diffusione sul loro continente degli alberi di mele. Come spesso accade, le sue gesta divennero leggenda e la sua figura entrò a far parte del folklore popolare, con il nome di Johnny Appleseed, affiancandosi agli altri grandi eroi di quelle che oggi vengono chiamate tall tales, ovvero racconti esagerati. Nella scena di apertura alcuni di questi grandi personaggi vengono passati velocemente in rassegna (Paul Bunyan, John Henry, Davy Crockett) ed è affascinante pensare come ognuna di queste leggende sarebbe stata raccontata dallo studio Disney negli anni successivi. La storia di Johnny dà il via a questo fortunato filone, confermandosi un vero e proprio gioiello, narrato con grande sensibilità. Il segmento ripercorre tutta la sua vita, dalla fatale decisione di intraprendere il viaggio, attraverso gli anni del suo solitario eremitaggio, arrivando a narrarne addirittura la morte.
È proprio nella scena finale che si rivela la maestria degli artisti Disney, capaci di affrontare un tema così delicato in chiave assolutamente positiva: Johnny viene infatti invitato dal suo angelo custode a passare oltre, per continuare il suo lavoro “al piano di sopra”, e accetta il nuovo incarico con grande entusiasmo, trasmettendo allo spettatore tutta la sua allegria. Visivamente il segmento è davvero maestoso. Ancora una volta a venir preso a modello è lo stile dei concept di Mary Blair, che trovano degna rappresentazione nei fondali. I suoi pittoreschi e coloratissimi paesaggi incorniciano alla perfezione l'America del tempo che fu, regalando alle scene un'atmosfera davvero incredibile e a tratti epica. Il suo approccio stilizzato non tocca però i personaggi, che vengono invece rappresentati secondo lo stile elaborato e tridimensionale tipico del miglior Disney. Johnny, animato da Milt Kahl, rimane perfettamente riconoscibile in ogni fase della sua vita, e non si può non citare l'appeal del suo simpatico angelo custode baffuto, validissimo contrappunto umoristico. Dato il suo grande respiro, l'episodio presenta molto dialogo. Sono inoltre presenti tre differenti canzoni, anziché un unico numero musicale.
- The Lord is Good to Me - È il tema principale, che ricorrerà più volte per tutto l'episodio. La canzone accompagna la sequenza di presentazione del giovane Johnny, in cui lo vediamo prendersi cura dei meli del suo giardino. Si tratta di un brano molto bello e orecchiabile, che inquadra perfettamente il personaggio, mostrandoci il suo background culturale profondamente cristiano.
- The Pioneer Song Si tratta del richiamo dei pionieri che Johnny sente in lontananza, nel giorno in cui decide di partire per il suo viaggio. La canzone è molto breve, ma la melodia è davvero trascinante.
- The Apple Song - In questo brano l'angelo custode spiega a Johnny il grandissimo potenziale racchiuso nel frutto da lui coltivato. Ancora una volta troviamo espressa quella filosofia di vita fortemente americana, incentrata sul riuscire a mettere a frutto i propri scarsi mezzi.
Little Toot
(Allie Wrubel - The Andrews Sisters)
Concluso il primo dei due segmenti lunghi, nella parte centrale Melody Time torna a proporre sequenze di minor durata, indice del suo perfetto bilanciamento strutturale. La quarta perla, Little Toot, è ispirata a un libro per l'infanzia scritto e illustrato da Hardie Gramatky, che narra la storia di un piccolo rimorchiatore. Prosegue così la tradizione disneyana di umanizzare veicoli, che aveva visto nell'aeroplanino Pedro di Saludos Amigos (1943) l'ideale capostipite. La barchetta del titolo desidera ripercorrere le orme del padre, stimato rimorchiatore, ma a causa del suo eccesso di zelo finirà per disonorarlo. Si tratta della classica storia di riscatto, in cui alla fine il protagonista riesce a dimostrare il suo valore.
A fronte della sua struttura convenzionale, sono presenti alcune scene molto interessanti, come quella in cui Little Toot viene esiliato fuori dalle acque territoriali e si ritrova in un mondo a lui ostile, in cui anche le boe si trasformano in personaggi mostruosi. Si tratta della prima di sole tre sequenze che non vedono il coinvolgimento di Mary Blair, e che conservano quindi uno stile più tradizionale. La canzoncina che accompagna l'azione è davvero orecchiabile e molto ben ritmata. Il filone dei veicoli umanizzati proseguirà in futuro nello special cartoon Susie the Little Blue Coupé (1952), e verrà ripreso in tempi più recenti grazie all'apporto della Pixar e dei DisneyToon Studios, responsabili rispettivamente dei franchise di Cars (2006) e Planes (2013).
Trees
(Joyce Kilmer, Oscar Rasbach - Fred Waring and His Pennsylvanians)
Dopo le allegre atmosfere di Little Toot, è la volta di un segmento più serioso. Trees è un episodio decisamente riflessivo, e infatti consiste nell'adattamento dell'omonima poesia scritta da Joyce Kilmer nel 1913 e successivamente messa in musica da Oscar Rasbach. Si tratta dell'ode a un albero, intrisa di una robusta fede religiosa. Gli artisti Disney ne creano un adeguato corrispettivo visivo, plasmandone le immagini con spettacolari fondali colorati a tempera. La storia procede sullo stesso binario di The Old Mill (1937), proponendo una serie di stupendi scenari naturalistici, che ci mostrano la vita di un albero, immortalandolo attraverso le quattro stagioni e persino durante un acquazzone. Interessante la carrellata all'indietro finale, che finisce per trasfigurare l'albero in una croce, simbolo della cristianità.
Nemmeno qui troviamo il contributo di Mary Blair, e questo è evidente dalla diversa impostazione grafica, che mescola insieme stilizzazioni estreme ed elementi molto realistici. La resa grafica è assolutamente strabiliante, e sembra voler portare l'animazione disneyana in una direzione artistica completamente nuova. Tale strada rimarrà però inesplorata: negli anni successivi vedremo prevalere invece lo stile della Blair, almeno fino all'arrivo di Eyvind Earle che, con il suo particolar modo di rappresentare gli alberi, riporterà alla memoria proprio questo segmento. Se in Musica, Maestro! le sequenze “auliche” erano più di una e non funzionavano molto bene, in questo caso invece Trees è l'unico episodio di registro alto della compilation. Trattandosi di uno dei più brevi costituisce nell'economia strutturale di Melody Time una gradevolissima parentesi, in grado di regalare una maggior varietà al menù.
Blame It on the Samba
(Ernesto Nazareth, Ray Gilbert - Ethel Smith and The Dinning Sisters)
Il penultimo segmento costituisce un'interessantissima appendice del progetto latinoamericano che qualche anno prima aveva interessato lo studio. Durante la guerra, Walt era infatti stato invitato dal governo USA nell'America del Sud per rinsaldare i rapporti fra le due americhe, e trarre così ispirazione per dei film a tema. La maggior parte di questo materiale era andato a rifluire in Saludos Amigos (1943) e ne I Tre Caballeros (1945), nei quali Paperino si ritrovava a far conoscenza di nuovi personaggi, come il galletto messicano Panchito, il pappagallo brasiliano José Carioca o il folle uccello Aracuan. Questi ultimi due personaggi ritornano in Melody Time per un simpaticissimo revival. Panchito non appare, e probabilmente al suo posto è presente l'Aracuan sulla spinta della rinnovata popolarità che aveva avuto l'anno precedente, quando era ritornato nel corto Clown of the Jungle (1947). Lo scenario è ancora una volta Rio de Janeiro, dove si aggirano Paperino e José in versione insolitamente malinconica, completamente tinti di blu. A “ricolorare” il loro umore pensa l'Aracuan, gestore di un magico bar nel quale i due si ritroveranno coinvolti in canti e balli.
Tutto avviene sulle note di Apanhei-te, Cavaquinho di Ernesto Nazareth, una polka del 1914, qui opportunamente reinterpretata e arricchita con un testo in lingua inglese. Si tratta di una sequenza visivamente meravigliosa e dal ritmo trascinante, addirittura superiore a quanto visto nei due film di qualche anno prima. Ancora una volta viene portato sullo schermo lo stile di Mary Blair che, con le sue magnifiche astrazioni, aveva seguito molto da vicino il progetto internazionale di Walt. I personaggi si muovono in scenari stilizzati e coloratissimi, senza alcun limite all'immaginazione, che si tratti di danzare nella foresta amazzonica oppure di nuotare dentro un gigantesco bicchiere. In questo cocktail artistico non manca la scrittura mista, elemento importantissimo nei film precedenti: al fianco dei tre amici troviamo infatti una ragazza in carne e ossa, l'organista Ethel Smith, che interpreta magistralmente il brano. Con Blame It on the Samba si conclude la carriera cinematografica dei personaggi latinoamericani, che in futuro sarebbero stati ripresi solo nei fumetti e occasionalmente in alcune serie animate della Disney Television. Melody Time rimarrà l'ultimo lungometraggio animato con Paperino per ben mezzo secolo, prima del suo ritorno in Fantasia 2000 (1999).
Pecos Bill
(Eliot Daniel, Johnny Lange - Roy Rogers and the Sons of the Pioneers)
È per il finale che Melody Time si riserva il suo segmento più lungo, concludendo l'antologia nel modo migliore possibile. Come nell'altro episodio di respiro del film, The Legend of Johnny Appleseed, anche qui si torna a esplorare il folklore americano, narrando la storia del leggendario cowboy Pecos Bill, una delle più celebri figure della mitologia USA. Il segmento viene preceduto da una lunga sequenza introduttiva, che immerge lo spettatore nelle atmosfere del west facendogli visitare in notturna i canyon del Texas, per poi condurlo presso un accampamento di cowboy, per un breve interludio live action. Nel bivacco troviamo Roy Rogers, una vera celebrità dell'epoca, reclutato da Walt per narrare la storia, apparendo – unico dei tanti vip del film – anche in prima persona. Insieme a lui ritornano Bobby Driscoll e Luana Patten, i divetti dello studio, abituati a recitare insieme nei film a scrittura mista prodotti in quegli anni. La Patten in particolare era stata utilizzata anche in Bongo e i Tre Avventurieri (1947), come espediente narrativo per raccontare la fiaba Topolino e il Fagiolo Magico.
Qua avviene lo stesso, e i due bambini si vedono narrare la storia di Pecos Bill, dall'infanzia passata insieme agli sciacalli fino alla maturità. Si tratta di uno degli episodi più divertenti di sempre, grazie alle folli animazioni di Bill, che portano la firma di un ispiratissimo Ward Kimball. Il pistolero infatti si rende protagonista d’imprese esagerate e incredibili, portando il tono del segmento su un binario spiccatamente comico. In Pecos Bill non è coinvolta Mary Blair e quindi non c'è spazio per le sue astrazioni, ma si adotta uno stile grafico più tradizionale e adatto alla caricatura. Lo sviluppo della vicenda è infatti piuttosto bizzarro: Bill s’innamorerà della piccante Sweet Sue, attirandosi la gelosia del proprio cavallo, che nel giorno del matrimonio disarcionerà la cowgirl, spedendola dritta dritta sulla luna. Decisamente non un finale felice, eppure il registro leggero utilizzato, le deliranti trovate umoristiche e le circostanze surreali in cui avviene la “tragedia”, riescono a stemperarne la malinconia.
- Blue Shadows on the Trail - È la lenta e trasognata canzone che accompagna con immagini molto suggestive la carrellata iniziale nel deserto, prima di raggiungere il bivacco di Roy Rogers. Il brano si fece ricordare, e infatti venne selezionato dalla Western Writers of America come una delle cento canzoni western più importanti di sempre.
- Pecos Bill - La sequenza musicale più bella di tutto l'episodio ci mostra una dopo l'altra tutte le imprese di Bill, con uno spettacolare e frenetico montaggio. Si tratta della miglior rappresentazione animata del concetto di tall tales: un'avventura dopo l'altra il pistolero si ritrova a essere il creatore del Rio Grande, del Golfo del Messico e via dicendo, in un incontrollabile crescendo di dicerie sempre più incredibili. L'umorismo è ai massimi livelli, e la grandissima capacità di fondere immagini e musica degli artisti Disney trova ancora una volta degna espressione.
- Sweet Sue La fidanzata di Bill viene celebrata in questa breve e melodica serenata. Il personaggio ha un design molto simile a quello della Katrina de Le Avventure di Ichabod e Mr. Toad (1949) e a Cenerentola. Particolarmente ammiccante la gag finale, in cui Sue bacia il protagonista e le sue pistole iniziano a sparare da sole, come a simularne l'eiaculazione.
Perle Smembrate
Fra i package film prodotti negli anni 40, Melody Time è un mirabile esempio di perfezione formale. Pur non essendo certo uno dei più amati lungometraggi disneyani, si può dire che la pellicola sia invecchiata decisamente meglio tanto di Musica, Maestro! quanto di Bongo e i Tre Avventurieri. I risultati al botteghino furono comunque analoghi a quelli degli altri film antologici, sicuramente modesti ma sufficienti a tenere a galla la macchina produttiva disneyana il tempo necessario per riprendere la produzione di lungometraggi tradizionali. L'anno successivo il delizioso Le Avventure di Ichabod e Mr. Toad avrebbe infatti chiuso felicemente questa parentesi produttiva, proiettando lo studio verso i fasti di Cenerentola (1950). Sarebbe stato quello il genere di film che il pubblico avrebbe ricordato volentieri. Non si può comunque ignorare il contributo di Melody Time, cui va il merito di aver dato inizio al filone di cartoni animati Disney basati sul folklore americano, nonché di aver finalmente valorizzato l'arte di Mary Blair.
Anche Lo Scrigno delle Sette Perle negli anni successivi andò incontro al destino di molti altri film a episodi. Anziché riproporlo integralmente, si preferì smembrarlo per distribuire singolarmente le varie sequenze. A metà del decennio seguente, per far fronte al crollo del mercato degli short, lo studio infatti riciclò nuovamente i sette segmenti, portandoli sul grande schermo sotto forma di normalissimi corti e mediometraggi. Le due sequenze più brevi, Bumble Boogie e Trees, vennero invece abbinate e riproposte nel cortometraggio fittizio Contrasts in Rhythm. Per rivedere finalmente insieme “le sette perle” sarebbe stato necessario attendere l'arrivo del mercato home video, e quindi l'affermarsi sul mercato di videocassette e dvd. Anche in quell'occasione però il film non ne sarebbe uscito indenne, a causa delle numerose censure che nella versione americana vennero fatte alla sequenza di Pecos Bill, allo scopo di rimuovere ogni traccia delle sigarette fumate dal protagonista.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: Melody Time
- Anno: 1948
- Durata:
- Produzione: Walt Disney
- Regia: Wilfred Jackson, Jack Kinney, Hamilton Luske
- Storia: Ken Anderson, Homer Brightman, William Cottrell, Hardie Gramatky, Winston Hibler, Jesse Marsch, Bob Moore, Erdman Penner, Harry Reeves, Joe Rinaldi, Art Scott, Ted Sears, John Waldbridge
- Cast: Buddy Clark, Dennis Day, Bobby Driscoll, Frances Langford, Bob Nolan, Luana Patten, Roy Rogers, Ethel Smith
- Musica: Eliot Daniel, Paul J. Smith
- Supervisione dell'Animazione: Les Clark, Ollie Johnston, Milt Kahl, Ward Kimball, Eric Larson, John Lounsbery
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Edwin Aardal | Animazione |
Hal Ambro | Animazione |
Ken Anderson | Storia |
Dick Anthony | Fondali |
Mary Blair | Colore / Styling |
Jack Boyd | Effetti d'Animazione |
Homer Brightman | Storia |
Robert Cannon | Animazione |
Buddy Clark | Cast (Master of Ceremonies) |
Les Clark | Animatore principale |
Claude Coats | Colore / Styling |
Robert Cormack | Layout |
William Cottrell | Storia |
Merle Cox | Fondali |
Don Da Gradi | Layout |
Eliot Daniel | Musica |
Dennis Day | Cast (The Old Settler / Johnny Appleseed) |
Walt Disney | Produttore |
Bobby Driscoll | Cast |
Hardie Gramatky | Storia |
Don Griffith | Layout |
Hugh Hennesy | Layout |
Winston Hibler | Storia |
Ray Huffine | Fondali |
Ralph Hulett | Fondali |
Ub Iwerks | Effetti Speciali |
Wilfred Jackson | Regista |
Ollie Johnston | Animatore principale |
Milt Kahl | Animatore principale |
Dick Kelsey | Colore / Styling |
Ward Kimball | Animatore principale |
Hal King | Animazione |
Jack Kinney | Regista |
Frances Langford | Cast |
Rudy Larriva | Animazione |
Eric Larson | Animatore principale |
John Lounsbery | Animatore principale |
Don Lusk | Animazione |
Hamilton Luske | Regista |
Brice Mack | Fondali |
Jesse Marsch | Storia |
Josh Meador | Effetti d'Animazione |
Bob Moore | Storia |
Bob Nolan | Cast |
Lance Nolley | Fondali |
Cliff Nordberg | Animazione |
Ken O'Brien | Animazione |
Kendall O'Connor | Layout |
Luana Patten | Cast |
Erdman Penner | Storia |
Thor Putnam | Layout |
Harry Reeves | Storia |
Art Riley | Fondali |
Joe Rinaldi | Storia |
Roy Rogers | Cast |
George Rowley | Effetti d'Animazione |
Art Scott | Storia |
Ted Sears | Storia |
Ben Sharpsteen | Direzione di Produzione |
John Sibley | Animazione |
Ethel Smith | Cast |
Paul J. Smith | Musica |
Harvey Toombs | Animazione |
John Waldbridge | Storia |
Judge Whitaker | Animazione |
Marvin Woodward | Animazione |
Al Zinnen | Layout |