La Cavalletta e le Formiche
La Tradizione Esopica
I Tre Porcellini aveva messo in luce che le Silly Symphony, ormai da tempo incentrate su fiabe e leggende, erano particolarmente adatte a mettere in scena brevi storie con protagonisti animali, materiale narrativo tramandatoci da favolisti come Esopo, Fedro e Jean de La Fontaine. Il breve respiro di questo tipo di racconti era l'ideale per poter essere adattato in un cortometraggio, mentre il cast animale era sicuramente il cavallo di battaglia degli animatori. È per questo motivo che nella filmografia delle Silly Symphony da qui in poi troveremo titoli come The Tortoise and the Hare (1935) e The Country Cousin (1936). Non si tratterà tuttavia di storie fini a sé stesse ma sempre dotate di una morale ben precisa, spesso arguta e mai pedante e didascalica. Sempre a I Tre Porcellini si deve l'ottimo lavoro fatto sui personaggi: da questo momento in poi gli artisti Disney cercheranno di dare loro una caratterizzazione interessante, anche qualora siano destinati ad un unico utilizzo. The Grasshopper and the Ants è il perfetto esempio di tutto questo.
The World Owes Me a Living
Sebbene la favola sia conosciuta in Europa come La Cicala e la Formica, nella tradizione anglosassone la cicala è invece una cavalletta e la formica viene indicata al plurale. Il succo però non cambia, e la storia verte ancora una volta sulla contrapposizione tra uno stile di vita frivolo e uno più laborioso, capaci di pagare rispettivamente sul breve e sul lungo termine. Il cortometraggio Disney nei suoi otto minuti di durata riesce a mostrarci questa contrapposizione in modo assai efficace, riuscendo a conferire alla cavalletta del titolo una spiccata personalità. Il personaggio ha infatti la voce di Pinto Colvig, versatile doppiatore che in quegli anni allo studio si stava distinguendo per l'ottimo lavoro fatto su Pippo. La cavalletta canta a piú riprese una canzone scritta da Leigh Harline, The World Owes Me a Living. Tale canzone, con la quale esprime la sua filosofia di vita, verrà successivamente ripresa proprio da Colvig e messa in bocca a Pippo, in cortometraggi come On Ice (1935) e Moving Day (1936). Lo spilungone nei primi tempi la canticchierà per esteso, trasformandola progressivamente in un comico biascichio fino a renderla ben presto irriconoscibile.
La Filosofia di Walt
The Grassohopper and the Ants rappresenta uno dei più intelligenti casi di alterazione in un adattamento disneyano. Il finale della favola originale vedeva la cicala morire di stenti in pieno inverno, dopo aver cercato inutilmente di chiedere aiuto alla formica. Walt Disney opta invece per un lieto fine, ma la cosa straordinaria è che questo non solo non banalizza affatto la fiaba, ma riesce a valorizzarla dandole una profondità maggiore. La regina delle formiche mette la cavalletta di fronte ai suoi errori, ma anziché congedarla preferisce incentivarla a trasformare il suo stesso ozio in un lavoro. La cavalletta non è certo un personaggio privo di colpe, ma il cortometraggio sembra suggerire che la sua indole fosse semplicemente differente, da rieducare piuttosto che reprimere, trovando la chiave giusta per renderla produttiva. L'insetto continuerà quindi a cantare e a suonare allegramente il violino come prima, ma questa volta mettendosi al servizio della comunità, riscattandosi proprio grazie a quel talento che l'aveva invece portato sulla cattiva strada. La filosofia fortemente meritocratica di Walt, anziché uniformarsi ad un'etica castrante e punitiva, preferisce elogiare quelli che sanno darsi da fare, e in special modo coloro i quali riescono ad arrivare da qualche parte sfruttando al meglio le proprie particolari risorse, unendo l'utile al dilettevole e volgendo i propri handicap in punti di forza. Tracce di questo modo di ragionare le avremo anche in opere future come Elmer Elephant (1936), Dumbo (1941) e Tanto Caro al Mio Cuore (1949), in cui la figura dell'emarginato riuscirà ad emergere conciliando la propria natura con le esigenze del mondo intorno a lui.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: The Grasshopper and the Ants
- Anno: 1934
- Durata:
- Produzione: Walt Disney
- Regia: Wilfred Jackson
- Storia: Bill Cottrell, Albert Hurter
- Basato su: Favole di Esopo
- Cast: Pinto Colvig
- Musica: Leigh Harline, Larry Morey
- Animazione: Art Babbit, Les Clark, Dick Huemer, Dick Lundy, Hamilton Luske, Tom McKimson, Bill Roberts, Leonard Sebrig, Ben Sharpsteen, Cy Young
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Art Babbit | Animazione |
Les Clark | Animazione |
Pinto Colvig | Cast |
Bill Cottrell | Storia |
Walt Disney | Produttore |
Esopo | Storia Originale (Favole) |
Leigh Harline | Canzoni (The World Owes Me a Living); Musica |
Dick Huemer | Animazione |
Albert Hurter | Storia |
Wilfred Jackson | Regista |
Dick Lundy | Animazione |
Hamilton Luske | Animazione |
Tom McKimson | Animazione (Ben Sharpsteen's Crew) |
Larry Morey | Canzoni (The World Owes Me a Living) |
Bill Roberts | Animazione |
Leonard Sebrig | Animazione |
Ben Sharpsteen | Animazione |
Cy Young | Animazione (Ben Sharpsteen's Crew) |