Il Principe e il Povero
Esplodono gli Anni 90
Con l'uscita nel 1989 de La Sirenetta si può finalmente dire che il “Rinascimento Disney” sia iniziato. Il lungometraggio successivo, Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri, arriva l'anno dopo e introduce per la prima volta il sistema CAPS, per inchiostrare e comporre digitalmente le immagini. Siamo di fronte ad uno studio finalmente disinibito e desideroso di esprimere tutto il suo potenziale, puntando verso un futuro radioso, senza dimenticare però le icone del passato. E, per un animatore di quell'epoca, non esiste nulla di più iconico del cast degli standard characters, i personaggi attraverso i quali quest'arte venne definita, e che avevano da oltre trent'anni cessato di avere una regolare produzione di cortometraggi cinematografici. Gli spettatori che si recano al cinema a vedere il sequel de Le Avventure di Bianca e Bernie trovano quindi una gradita sorpresa ad aprire la proiezione, una featurette nuova di zecca con protagonisti Topolino e suoi amici, impegnati a reinterpretare un classico della letteratura: Il Principe e il Povero di Mark Twain. Curiosamente, per impedire che gli spettatori una volta terminato il mediometraggio se ne vadano dalla sala, viene realizzata una sequenza animata ad hoc in cui i personaggi Disney invitano il pubblico ad attendere in poltrona l'inizio di Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri, aiutandolo con un simpatico countdown. Sebbene a occhio nudo sia difficile notare la differenza, questo mediometraggio rappresenta l'ultimo utilizzo della xerografia, introdotta nel lontano 1960, prima di voltare pagina e affrontare l'epoca del CAPS.
Racconti in Costume
Se si escludono gli svariati cameo in Chi Ha Incastrato Roger Rabbit? il cast degli standard characters era stato utilizzato molto poco nel decennio appena trascorso. In Soccermania (1988) gli artisti dello studio avevano provato a trasporre in animazione la Paperopoli fumettistica inventata da Carl Barks, completa di deposito e Banda Bassotti, mentre in Mickey's Christmas Carol (1983) l'intero cast, capitanato da Zio Paperone, si era cimentato con successo nell'adattamento della nota storia di Charles Dickens, mettendosi nei panni dei loro corrispettivi letterari. È questo l'approccio che anche Il Principe e il Povero adotta, partendo dal ragionamento che personaggi così versatili e universali siano perfettamente in grado di interpretare ruoli diversissimi, rimanendo fedeli alla propria personalità. Questi racconti in costume avevano avuto alcuni illustri precedenti anche in piena golden age: si ricordano volentieri corti come Brave Little Tailor o la famosa sequenza del fagiolo magico inserita in Fun and Fancy Free (1947). Non va inoltre dimenticato il discreto vantaggio di poter presentare agli spettatori personaggi immediatamente riconoscibili, estrapolandoli dallo scenario urbano dei fumetti, purtroppo poco conosciuto dal grande pubblico. L'universo fumettistico tratteggiato da Floyd Gottfredson, Carl Barks e dalla scuola italiana è infatti molto difficile da riprodurre e fin troppo multiforme e ricco di contraddizioni perché lo studio americano abbia voglia di occuparsene. Il mondo del fumetto Disney avrebbe però dedicato a Il Principe e il Povero un adattamento a fumetti sceneggiato da Scott Saavedra e disegnato dagli italiani Roberto Santillo e Sergio Asteriti.
Radunare un Cast
Il Principe e il Povero è diretto da George Scribner, già regista di Oliver & Company. Molti sono i grandi nomi coivolti in questo ritorno di Topolino nelle sale cinematografiche: a curare gli storyboard troviamo alcune future glorie come Gary Trousdale, Kirk Wise e Mark Dindal, affianco al veterano Burny Mattinson, già regista di Mickey's Christmas Carol e futuro sceneggiatore di Winnie the Pooh, specialista quindi nel riportare sulla scena personaggi di successo del passato in modo attuale e nel contempo rispettoso dell'originale. Tra i loro nomi si scorge inoltre quello del grandissimo Daan Jippes, uno dei più grandi disegnatori di fumetto Disney. A supervisionare l'animazione troviamo invece i talentuosi Andreas Deja e Dale Baer, qui impegnati a restituire ai personaggi tutta la grinta dei vecchi tempi, modernizzandoli all'occorrenza. Stavolta il cast di personaggi è più ristretto: sono presenti ovviamente Topolino, Pippo, Paperino, Pietro e Pluto usati nel modo più consueto, mentre Clarabella e specialmente Orazio, mostrano un temperamento molto diverso dal solito. Non mancano inoltre le faine, che dopo essere apparse in Le Avventure di Ichabod e Mr. Toad, How to Be a Detective, Mickey's Christmas Carol e Chi Ha Incastrato Roger Rabbit?, si candidano ormai a diventare il manipolo di delinquenti per eccellenza dell'animazione Disney. Va inoltre specificato che, per esigenze di copione, Topolino recita in un doppio ruolo, quello del duo del titolo. Certamente il suo vero io è incarnato dal povero mendicante, mentre invece il Principe, più sbruffoncello e sicuro di sé, potrebbe idealmente corrispondere a quello stesso alter ego ideato da Floyd Gottfredson nella straordinaria storia a strisce del 1937 Topolino Sosia di Re Sorcio.
Un Ritmo Indiavolato
Il romanzo di Mark Twain era già stato adattato piuttosto fedelmente da Walt Disney nei primi anni 60, sottoforma di sceneggiato televisivo. Anche in questa nuova trasposizione animata la trama viene seguita in modo rispettoso: tutto è incentrato su un momentaneo scambio di ruoli tra i due personaggi interpretati da Topolino, un simpatico mendicante e un principe annoiato della sua vita. La confusione che ne seguirà sarà utile a portare allo scoperto le trame di Pietro, il capitano delle guardie, intenzionato a prendere il potere con l'inganno, ma comporterà anche una frenetica corsa contro il tempo per rimettere a posto le cose, il tutto narrato in soli venticinque minuti. Mickey's Christmas Carol era perfettamente calibrato per la sua breve durata mentre Il Principe e il Povero risente di una leggera compressione narrativa: i ritmi sono velocissimi, alcuni passaggi sono decisamente troppo rapidi e in generale si sente che la storia avrebbe avuto bisogno di uno spazio maggiore, dato il suo ampio respiro. Ci troviamo comunque di fronte ad un'opera di tutto rispetto, con un accompagnamento musicale epico e una scena, quella della morte del re, veramente drammatica. Il troppo movimento tende a soffocare un po' questi elementi, e viene da pensare che il formato ideale per una storia simile sarebbe stato sicuramente il lungometraggio. Ma probabilmente all'epoca ipotizzare un intero film con gli standard characters dovette sembrare un po' azzardato, considerati i grossi progetti che bollivano in pentola.
Verso i Tre Moschettieri
Come si è già detto, le altisonanti strumentali de Il Principe e il Povero vengono un po' sacrificate dai ritmi concitati della pellicola, al punto di sembrare paradossalmente un po' invasive. È però presente in apertura una canzone, cantata da Topolino e Pippo, che altro non è che una parodia di La Donna è Mobile dal Rigoletto di Giuseppe Verdi. Sebbene non seguano altri brani cantati, l'idea che a questo tipo di trasposizioni letterarie con i personaggi Disney possano accompagnarsi reinterpetazioni di brani musicali del repertorio classico colpirà molti anni dopo anche gli artisti dei DisneyToon Studios, al momento di realizzare uno dei loro migliori lavori: I Tre Moschettieri. Sebbene prodotto da uno studio differente, questo lungometraggio avrebbe rispettosamente sviluppato la formula alla base de Il Principe e il Povero, restituendo finalmente a Topolino e soci un formato in grado di donare alle loro vicende in costume un respiro adeguato. Gli standard characters disneyani sarebbero infatti rimasti a lungo nelle mani dei reparti televisivi della Disney Company, che li avrebbe ottimamente impiegati in svariate produzioni. I Walt Disney Animation Studios avrebbero invece utilizzato questo cast solo occasionalmente, in cortometraggi come Runaway Brain, How to Hook Up Your Home Theater e Get a Horse!. Curiosamente, Il Principe e il Povero sarebbe stato per un bel pezzo l'ultimo mediometraggio prodotto dagli studios. Ci sarebbero voluti ben vent'anni prima che il formato “featurette” venisse nuovamente sdoganato con il delizioso Prep and Landing.
di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).
Scheda tecnica
- Titolo originale: The Prince and the Pauper
- Anno: 1990
- Durata:
- Produzione: Dan Rounds
- Regia: George Scribner
- Sceneggiatura: Gerrit Graham, Samuel Graham, Chris Hubbel
- Storia: Roger Allers, Mark Dindal, Vance Gerry, Kevin Harkey, Kent Holaday, Daan Jippes, Robert Lence, Burny Mattinson, Gary Trousdale, Kirk Wise
- Basato su: The Prince and the Pauper di Mark Twain
- Cast: Charlie Adler, Elvia Allman, Wayne Allwine, Tony Anselmo, Arthur Burghardt, Roy Dotrice, Tim Eyster, Bill Farmer, Rocky Krakoff, Frank Welker
- Musica: Nicholas Pike
- Supervisione dell'Animazione: Dale L. Baer, Andreas Deja
Credits
Nome | Ruolo |
---|---|
Charlie Adler | Cast (Weasel #2, Weasel #3, Man in the Street, Peasant, Pig Driver) |
Tim Allen | Animazione |
Roger Allers | Storia |
Elvia Allman | Cast (Clarabelle) |
Wayne Allwine | Cast (Mickey, Prince) |
Kathy Altieri | Supervisione Fondali |
Tony Anselmo | Cast (Donald); Animazione |
Alvaro Arce | Sviluppo Visivo |
Dale L. Baer | Supervisore all'Animazione |
Esther Barr-Howley | Effetti d'Animazione |
Jim Beihold | Supervisione Layout |
Linda Bel | Animazione (CG) |
Arthur Burghardt | Cast (Captain Pete) |
Thomas Cardone | Animazione (CG) |
Wayne Carlisi | Animazione |
Mike Cedeno | Animazione |
Jessie Coslo | Animazione |
Annamarie Costa | Direzione di Produzione |
Andreas Deja | Supervisore all'Animazione |
Mark Dindal | Storia |
Roy Dotrice | Cast (Narrator) |
Greg Drolette | Fondali |
Dave Dunnet | Layout |
Thom Enriquez | Direzione Artistica |
Tim Eyster | Cast (Kid #1) |
Bill Farmer | Cast (Goofy, Horace, Weasel #1, Pluto) |
Doug Frankel | Animazione |
Natalie Franscioni-Karp | Fondali |
Michael Gerard | Animazione |
Vance Gerry | Storia |
Gerrit Graham | Sceneggiatura |
Samuel Graham | Sceneggiatura |
Lennie J. Graves | Animazione |
Kevin Harkey | Storia |
Brigitte Hartley | Animazione |
Dick Heichberger | Fondali |
Mark Henn | Animazione |
Kent Holaday | Storia |
Chris Hubbel | Sceneggiatura |
Jay Jacson | Animazione |
Chris Jenkins | Effetti d'Animazione; Layout |
Dan Jeup | Animazione |
Daan Jippes | Storia; Sviluppo Visivo |
Mark Kausler | Animazione |
Rocky Krakoff | Cast (Kid #2) |
Doug Krohn | Animazione |
Dorse A. Lanpher | Effetti d'Animazione |
Robert Lence | Storia |
Ernesto Lopez | Animazione |
Lorenzo E. Martinez | Layout |
Burny Mattinson | Storia |
Cherie McGowan | Supervisione Ink & Paint |
Tim O'Donnell | Direzione di Produzione (Florida) |
Don Paul | Supervisione agli Effetti d'Animazione |
Nicholas Pike | Musica |
Michael Polvani | Animazione |
Tina Price | Animazione (CG) |
Jeffrey Richards | Fondali |
Dan Rounds | Produttore |
George Scribner | Regista |
Tom Sito | Animazione |
Ric Sluiter | Fondali |
Dan St. Pierre | Supervisione Layout |
Robert E. Stanton | Fondali |
Lucy Tanashian | Fondali |
Gary Trousdale | Storia |
Mark Twain | Storia Originale (The Prince and the Pauper) |
Frank Welker | Cast (Archbishop, Dying King) |
Kirk Wise | Storia |
Phil Young | Animazione |