Topolino e il Boscaiolo

Resa dei Conti in Canada

Con Topolino Boscaiolo ci avviciniamo sempre più al momento in cui Gottfredson depone definitivamente la penna e rinuncia al suo ruolo di principale architetto della narrativa disneyana. Molto presto infatti gli subentrerà Bill Walsh portando uno stile molto diverso, mentre Floyd Gottfredson si concentrerà unicamente sul disegno. In questa particolare fase produttiva sembra quasi che Floyd stia salutando uno per uno tutti i filoni narrativi a lui più cari, fornendone una versione “definitiva”. Dopo l’avventura nel mondo perduto, la scaramuccia romantica e l’escursione nel mondo del lavoro, tocca alla classica scazzottata con Gambadilegno, ambientata questa volta nei boschi canadesi.

Sin dall’inizio della storia si avverte una certa tensione: fuori piove a dirotto e un Topolino sconfortato sa che non potrà godersi le vacanze, vinte grazie al suo lavoro di pubblicitario. Ma Minni entra all’improvviso, con in mano un telegramma che annuncia il rapimento di Clarabella, avvenuto durante un viaggio nelle foreste canadesi. In poche strisce l’ambientazione cambia e ci troviamo tra boschi e sequoie: il topo investiga da solo, nonostante la sua eterna fidanzata lo raggiunga a sua insaputa, camuffata da indiana. Ormai da anni Gottfredson utilizza in maniera passiva Minni, proponendo in salsa leggera la lotta tra i sessi. Anche il tono della storia di colpo si alleggerisce, non appena Topolino si imbatte in Pietro, che dopo gli eventi della Barriera Invisibile avrebbe dovuto essere ancora in prigione e che si rivela invece essere evaso e fuggito nel nord.

La Nuova Protesi

L’aspetto dell’acerrimo nemico di Topolino è mutuato dal coevo cortometraggio Timber, con protagonista Paperino, in cui Pietro impersonava un capo-taglialegna, particolarmente aggressivo con i suoi dipendenti. Gottfredson conferisce a Pietro un accento francofono, e un nomignolo, Pierre de la Pouche, che gli serve come copertura. Ma, cosa più importante, utilizza questa storia per aggiornare il suo look, rimuovendo quello scomodo arto ligneo che già in passato aveva causato problemi ai disegnatori, che non sapevano mai su quale lato disegnarlo. Sebbene nell’animazione si fosse già visto un Pietro normalizzato in corti come Moving Day (1936), nei fumetti la trasformazione avviene qui e sarà definitiva. Cosa curiosa, sarà lo stesso Topolino a chiedere conto della differenza, sentendosi rispondere che la gamba di legno è ormai stata sostituita con un nuovo modello, più al passo coi tempi.

Narrativamente parlando, la storia vede Topolino alla ricerca del covo segreto del vecchio Gamba, mentre quotidianamente finge di stare al suo gioco, schivando con nonchalanche i suoi innumerevoli tentativi di omicidio. Sono dinamiche già viste in alcuni grandi classici del passato: il mobbing di Pietro ricorda Topolino Agente della Polizia Segreta, mentre il rapimento nella foresta addirittura Topolino e gli Zingari, i numerosi giri a vuoto a caccia di indizi sono un altro topos usato più volte nella produzione gottfredsoniana, mentre la sindrome di Stoccolma di Clarabella sembra essere in linea con l’atteggiamento tenuto ne La Barriera Invisibile. A farsi ricordare di più sono però le magnifiche atmosfere silvestri, graziate da un uso del retino davvero magistrale, e soprattutto l’inaspettato ritorno di Silvestro Lupo, che si rivela a sorpresa essere complice di Pietro.

Il Ritorno di Lupo

Lupo si presenta con un design aggiornato, e con occhi dotati di pupille, dopo esser stato assente proprio negli anni cruciali del restyling generale del mondo di Mickey Mouse. L’ultima sua apparizione risaliva al Paese dei Califfi, ben sette anni prima, dopodiché era stato Eli Squick a farne momentaneamente le veci, sostituendolo nel ruolo di assennato della coppia. Con il ritorno di Silvestro Lupo, i ruoli tornano ad essere gli stessi di un tempo, con lui come vero cervello dell’operazione e Pietro manovale dal braccio inflessibile, che sogna di trarre profitto dal suo traffico di legname rubato comprandosi una fattoria… e dedicandosi alla coltivazione di marijuana. Il revival avrà comunque vita breve e Gottfredson non riproporrà mai più l’azzeccagarbugli disneyano, dopodiché nella fase Walsh si preferirà far agire Pietro in solitaria.

La zuffa finale tra Topolino, Pietro, Minni, Clarabella e Lupo è un momento notevole, e sebbene non si protragga a lungo come le scazzottate dei vecchi tempi, mostra la maturazione del tratto di Gottfredson, avviato verso un sempre maggior dinamismo, con qualche concessione allo slapstick. Certo, Topolino Boscaiolo ci mostra un Mickey leggermente meno su di giri rispetto a quello di Love Trouble, sebbene nella prossima storia lo rivedremo di nuovo scatenato. Ma al di là dei toni umoristici, comunque presenti, dalla storia traspare anche per la prima volta in modo esplicito che gli USA sono entrati in guerra, e il legname è essenziale per la difesa. L’attacco di Pearl Harbor avverrà infatti proprio il 7 dicembre 1941, durante la pubblicazione di Topolino e il Boscaiolo. Molto presto la guerra investirà in pieno anche lo studio Disney, stravolgendo la striscia quotidiana di Mickey Mouse.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

di Amedeo Badini Confalonieri - Il fumetto è sempre stato la sua grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico gli ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il suo primo campo, ma non disdegna sortite e passeggiate in territori vicini. Scrive di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per il Papersera.

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Mickey Mouse in The Mystery at Hidden River
  • Anno: 1941
  • Durata:
  • Storia: ,
Nome Ruolo
Merrill De Maris Storia
Floyd Gottfredson Disegni; Storia