Strange World - Un Mondo Misterioso

Un Disney Pulp

Il primissimo seme di quello che poi divenne Strange World venne piantato nel 2017. All’epoca il regista Don Hall rimase colpito da una conversazione ascoltata di sfuggita tra i suoi bambini e alcuni ragazzi in merito al cambiamento climatico. Lo scambio era stato condotto con la leggerezza tipica della giovane età, eppure nella mente del padre iniziarono a farsi strada alcune riflessioni, legate alla percezione che le nuove generazioni hanno delle tematiche ecologiche e le diverse sensibilità che si stanno sviluppando a riguardo. Lentamente il seme germogliò in una storia, e ben presto Don Hall portò sul posto di lavoro questo spunto, trapiantandolo in un racconto di stampo avventuroso. Il nuovo film avrebbe parlato non solo del rapporto tra l’uomo e la natura, ma anche e soprattutto di conflitto generazionale, sottolineando le differenze di mentalità che ci separano dai nostri genitori e dai nostri figli.

A quel tempo Don Hall aveva già diretto Winnie the Pooh e Big Hero 6 e aveva appena finito di co-dirigere Moana. La sua successiva regia sarebbe stata Raya and the Last Dragon, mentre il turno di Strange World sarebbe arrivato subito dopo. In un primo momento gli venne affiancato Chris Williams, almeno fino a che quest’ultimo non lasciò lo studio. In seguito toccò al vietnamita Qui Nguyen, che già aveva scritto Raya, sceneggiare e co-dirigere il film al fianco di Hall. Come production designer venne invece scelto il bravissimo Mehrdad Isvandi, che già era stato il direttore artistico degli ambienti in Encanto. Durante i suoi sei anni di sviluppo, venne trovata una chiave interpretativa originale per dare vita al progetto: sarebbe stato un grande omaggio alla letteratura pulp. Con questo termine si designa un particolare tipo di carta, ottenuta dagli scarti del legno, che nella prima metà del novecento veniva impiegata per realizzare le riviste che pubblicavano racconti in prosa o fumetti avventurosi di pura evasione. Visti con una certa aria di sufficienza da parte degli esponenti della cosiddetta letteratura alta, a questo tipo di magazine lavorarono attivamente autori la cui grandezza viene oggi universalmente riconosciuta come H. P. Lovecraft, Clark Ashton Smith, Isaac Asimov e Edgar Rice Burroughs.

Spesso in questi racconti, il protagonista si imbatteva in mondi e civiltà così diversi e fantasiosi da rendere difficile per la mente anche solo concepirne le regole. La miglior letteratura pulp metteva infatti alla prova le certezze del lettore, suggestionandolo e giocando col suo sense of wonder. Per ottenere pienamente questo effetto si decise di ambientare già in partenza la vicenda in un mondo diverso dal nostro, il paese di Avalonia, una cittadina steampunk che ha visto esplodere il suo sviluppo tecnologico nel giro di soli venticinque anni, grazie alla coltivazione di una pianta in grado di generare elettricità: il Pando. Nel corso della storia, i protagonisti si sarebbero avventurati oltre l’anello di montagne invalicabili che circonda Avalonia, arrivando in un territorio ancora più strano e finendo per svelare la reale natura del loro mondo. Non stupisce quindi che il titolo, dopo una prima fase in cui sarebbe dovuto coincidere con il nome del protagonista (Searcher Clade), sia diventato proprio Strange World. La stessa campagna marketing del resto puntò molto su questa anima pulp, realizzando un trailer che, tra toni seppia e slogan strillati, restituisse proprio il tono retrò di quelle antiche riviste.

Tre Generazioni

Strange World è la storia di un viaggio, intrapreso dallo scopritore del Pando, Searcher Clade, per indagare su alcuni strani fenomeni che sembrerebbero star mettendo a rischio la sopravvivenza della miracolosa piantina. Searcher e l’equipaggio della nave-dirigibile Venture si inoltrano nelle profondità del sottosuolo, un mondo misterioso e dalle caratteristiche decisamente organiche, la cui scoperta finirà per mettere seriamente alla prova ogni loro nozione. Questa eco-epifania è però solo parte delle tematiche affrontate dal film, che prima di ogni altra cosa è la storia della famiglia Clade e di come Searcher nel corso del viaggio riesca a mettere da parte le sue divergenze col padre Jaeger e col figlio Ethan. Strange World è un’avventura ma sposa in pieno la linea psicanalitica degli ultimi lungometraggi WDAS, tra cui Encanto: non c’è un vero e proprio cattivo, ma una molteplicità di punti di vista e il conflitto sorge sempre e solo dall’incapacità comunicativa dei personaggi. Nel caso specifico si parla della tendenza involontaria a imporre ai figli la propria scala di valori: un errore in cui cadono in modo diverso sia Jaeger sia Searcher.

I tre Clade costituiscono una rappresentazione attendibile di tre tipologie umane realmente esistenti e la loro caratterizzazione rispecchia lo scontro generazionale in corso nella nostra realtà. Il giovane Ethan mostra una sensibilità ecologica e una consapevolezza nella gestione dei rapporti che nel padre e nel nonno sono semplicemente assenti. Searcher si aggrappa alla rassicurante certezza di un’esistenza in fattoria, dopo aver preso le distanze dallo stile di vita avventuroso del padre. Il massiccio Jaeger è invece l’irresistibile caricatura della vecchia guardia con la sua filosofia machista, in cui esplorazione, conquista e imposizione della propria volontà sul mondo circostante sono i valori principali. Quella che probabilmente è la sequenza più arguta del film li vede riuniti a bordo della Venture mentre cercano goffamente di padroneggiare un gioco da tavolo: Ethan con una certa frustrazione tenta di spiegare le regole al padre e al nonno, che invece le rigettano e se ne inventano di proprie, proiettando sul gioco la loro visione del mondo.

Al di là delle questioni meramente contenutistiche, Strange World è un film scorrevole e dinamico. Dei tre action diretti fin qui da Don Hall risulta quello più equilibrato, dal momento che a differenza di Big Hero 6 e Raya non sacrifica personaggi e situazioni per inseguire formule narrative codificate altrove. Il ritmo è buono, l’umorismo molto efficace e il conflitto alla base di tutto viene degnamente sviluppato, senza che le sequenze d’azione fagocitino il resto. Qualche dubbio potrebbe sorgere se pensiamo alle regole di questo universo narrativo che sembra esser frutto di un’intuizione estetica, anziché di un vero e proprio ragionamento su come potrebbe evolvere l’umanità dovendo vivere in un territorio tanto limitato. Alcune cose vanno necessariamente prese per buone, come il fatto che il look di questo mondo nell’epoca pre-Pando somigli tanto al nostro di inizio novecento e che in soli cinque lustri si sia avuto uno sviluppo tecnologico tale da raggiungerci. Probabilmente fare di Avalonia una vera e propria colonia della nostra Terra avrebbe aiutato a giustificare queste analogie, dando solidità ad un mondo che gli autori hanno preferito scandagliare in tutt’altra direzione.

Dalla Francia al Giappone

Il lavoro di Mehrdad Isvandi sul comparto visivo di Strange World è a dir poco sorprendente. Gli artisti del suo team di sviluppo hanno infatti compiuto scelte coraggiose per dare al film un sapore personale. E’ Larry Wu ad occuparsi della direzione artistica degli ambienti, che in Strange World costituiscono il piatto forte. Il paese di Avalonia rappresenta il corrispettivo disneyano dei mondi steampunk visti in molte altre opere di fantasia, e fa venir voglia di scoprirne ogni anfratto. Il focus del film è però l’esplorazione dello strano mondo organico che giace sotto i piedi dei protagonisti, ed è lì che si passa la maggior parte del tempo. E’ affascinante vedere come gli artisti Disney abbiano costruito un gran numero di biomi ispirati alle diverse parti del corpo di questa gigantesca creatura, e come li abbiano differenziati attraverso l’uso delle luci e del colore. Dalle dominanti magenta della Windy Jungle (i polmoni) al giallino sulfureo del Burning Sea (i succhi gastrici), ogni zona è ben distinguibile, crea una diversa suggestione e stimola lo spettatore a indovinare le corrispondenze con l’organo di turno. Lo stesso vale per le numerose creature dall’aspetto vagamente lovecraftiano che rappresentano le cellule e il sistema immunitario. E’ un mondo tridimensionale ma colorato e stilizzato con quella sensibilità artistica tipica dei WDAS, fatta di immagini non fotorealistiche e rimandi all’animazione 2D.

L’art director dei personaggi è invece Jin Kim, probabilmente il miglior designer presente allo studio e vero erede del tratto di Glen Keane. Negli anni abbiamo visto come la sua matita sia stata a dir poco necessaria per “spiegare” ai modellatori 3D come costruire un personaggio che rispecchiasse l’estetica Disney. Eppure stavolta Kim si allontana dal rassicurante stile Tangled, per andare da tutt’altra parte. L’idea è quella di trasporre in CGI lo stile del primo Miyazaki, quello di Conan e Laputa, combinandolo con quello delle bande desinnée di provenienza franco-belga. Si tratta di un vero e proprio azzardo stilistico, sintomo di un desiderio di sperimentare decisamente in linea con la lezione disneyana. Eppure, se si pensa alla narrativa avventurosa giapponese, o al Tin Tin di Hergé la scelta appare tutt’altro che campata in aria. L’approdo in tre dimensioni di questo strano ibrido stilistico porta ad esiti diversi per ogni personaggio: Searcher e soprattutto Jaeger ne escono decisamente bene, mentre per Ethan il risultato è meno felice. Per gli altri personaggi come Meridian e Callisto tali influenze si sentono meno e si rimane nei confini dello stile codificato in questi anni. In ogni caso, l’animazione è davvero di alto livello, e la recitazione di ogni singolo personaggio serba guizzi a non finire.

Discorso a parte lo meritano le due spalle del film. Il cane con tre zampe, Legend, rappresenta l’ultimo contributo creativo del veterano Burny Mattinson, che lavorò allo studio per settant’anni prima di spegnersi nel 2023. L’idea di Burny era quella di ancorare il film alla realtà, per bilanciarne i guizzi surreali, utilizzando appunto un cane di razza bernedoodle come “stacco visivo”. Il nome del personaggio non è altro che quello con cui il regista Don Hall chiamava appunto il vecchio Burny. Infine non si può fare a meno di citare la cellula Splat, il personaggio più divertente da animare per gli artisti. Splat non ha un volto, non parla e non ha nemmeno un dritto o un rovescio, è a conti fatti un esercizio di pantomima, un tipo di animazione che vanta illustri esempi nella filmografia disneyana, tra cui il tappeto di Aladdin. E’ anche un vero e proprio effetto speciale, dal momento che su di lui sono stati fatti esperimenti con luce e colore, per dargli quel giusto grado di trasparenza e opacità in grado di farlo sembrare un personaggio in 2D. E’ paradossale che queste sperimentazioni, il cui scopo è sottolineare l’anima puramente “grafica” della CGI disneyana, finiscano per riavvicinare stilisticamente i WDAS a quel tipo di caricature da cui nell’ultimo decennio sembravano star fuggendo.

Ritorna Henry Jackman

Strange World appartiene al filone disneyano più avventuroso e non a quello dei musical vecchia scuola. Presa confidenza negli ultimi decenni anche con questo genere, si può dire che si stia affermando uno stile WDAS anche per questo tipo di film, con artisti e nomi ricorrenti. Don Hall, ad esempio, è un regista che nell’ultimo periodo si è dedicato esclusivamente alle pellicole d’azione e avventura, e nella maggior parte dei casi è stato accompagnato da Henry Jackman, un valido compositore di musica strumentale. Jackman con Strange World firma la sua quinta colonna sonora WDAS, dopo Winnie the Pooh, Big Hero 6 e i due Ralph. Il suo riferimento principale è la musica di James Horner e ovviamente John Williams, compositori di alcuni dei più importanti kolossal hollywoodiani. E sebbene le ispirazioni per questo film partano dalla narrativa di inizio secolo, Jackman sceglie invece di farsi ispirare dalle grandi avventure anni 80, spingendo il pedale sul suggestivo fascino dell’ignoto. Il risultato è davvero piacevole, fedele allo stile di Indiana Jones e a quello del Superman di Richard Donner. E’ tradizione però che anche nei film estranei al musical venga inserita ugualmente una canzone, sorta di firma filosofica WDAS, e Strange World non fa eccezione.

  • They’re The Clades!. Questo simpatico leitmotiv apre il film, raccontando con magniloquenza le gesta del leggendario Jaeger Clade. Si tratta di una roboante e ironica marcetta, utile a presentare la situazione di partenza, con il giovane Searcher che cresce all’ombra del padre. Decisamente interessante è la scelta di narrarla attraverso immagini bidimensionali, in quella che è una delle sempre più frequenti concessioni dei WDAS alle tecniche ibride. Benché a occuparsi del disegno sia uno dei tre animatori 2D veterani dello studio, Randy Haycock, non si tratta di vera animazione tradizionale bensì di CGI a cui è stato rifatto il trucco, diminuendo drasticamente il framerate per aumentare l’illusione. Vi è anche una motivazione diegetica a questa scelta: si immagina che la storia stessa sia in realtà una storia a fumetti. All’inizio vediamo infatti aprirsi un vecchio comic book, anziché il classico libro di fiabe, completo di vignette, balloon e retini. They’re The Clades! avrà addirittura un reprise, sia pur con un testo leggermente diverso, al termine dei titoli di coda.
  • Lone Digger (Caravan Place). Vale la pena segnalare anche questa bizzarra sequenza musicale in cui vediamo Searcher, Meridian, Ethan e il cane Legend danzare allegramente mentre preparano la cena. La scena arriva all’improvviso e risulta spiazzante, pur avendo un ruolo nella narrazione, ovvero comunicarci come la famiglia Clade rappresenti un nucleo felice e armonico. Cosa ancor più strana, il pezzo è preesistente: si tratta di una canzone dei Caravan Place risalente al 2015, che nel film viene presentata in forma strumentale. Non è presente tuttavia nell’album in via ufficiale, probabilmente perché ritenuta poco più di un guizzo registico.

Il Grande Flop

Strange World è sicuramente un film peculiare. Ricco di arte e inventiva, tanto da concedersi vezzi e bizzarrie senza troppa paura di spiazzare lo spettatore, riesce a conciliare la sua anima action con i messaggi che vuole veicolare, tenendo in equilibrio ogni elemento. Narrativamente asciutto, racconta la sua storia in modo fluido e convinto, e sembra essere figlio di quella fiducia nel proprio arsenale artistico che lo studio ha acquisito con i successi più recenti. La storia WDAS però è fatta di corsi e ricorsi, e insegna che è proprio quando si raggiunge questa sicurezza che il contatto con il pubblico viene meno. Strange World esce nelle sale nel novembre 2022 e si rivela uno dei più disastrosi flop della storia dello studio, tanto da diventare ben presto un caso mediatico. Nemmeno un mese dopo viene portato su Disney+ per le festività natalizie e ottiene la sua seconda possibilità grazie allo streaming, replicando la catena di eventi che l’anno precedente si era verificata con Encanto. Il film ha così modo di rimettersi in gioco e venir apprezzato da molte più persone, ma senza arrivare a ottenere un riscatto nell’immaginario popolare simile a quello avuto dalla famiglia Madrigal.

Cosa possa esser successo nell’arco di soli dodici mesi per arrivare ad avere due risultati così diametralmente opposti non è ben chiaro, ma qualche ipotesi la si può fare osservando il quadro generale di una Disney Company non più così in salute. Dopo un biennio di gestione Chapek, il sentiment del pubblico nei confronti della produzione disneyana era ormai seriamente compromesso. In una corsa forsennata al nutrimento di una piattaforma streaming che era ormai diventata il business principale della Company, divisioni come Marvel, Pixar e Lucasfilm avevano commesso alcuni errori creativi, finendo per saturare il desiderio del pubblico. Oltre a questi passi falsi, la decisione di mandare direttamente su Disney+ ben tre film Pixar di seguito aveva letteralmente disabituato le persone a pensare all’animazione come a un qualcosa degno della sala. Se a questo aggiungiamo il boicotaggio politico a cui Disney stava iniziando a venir sistematicamente sottoposta a causa della sua agenda progressista, e la presenza nel film di un personaggio dichiaratamente omosessuale (Ethan), sufficiente a precluderne l’uscita in molti paesi, emerge inevitabilmente un quadro a tinte fosche.

Strange World era arrivato in un momento particolarmente sfavorevole e l’aveva fatto senza uno scudo di canzoni da poter rendere virali, ma portando il peso di una serie di scelte stilistiche e contenutistiche meno popolari del solito. Ma per fortuna le turbolenze passano e l’arte rimane, pronta ad essere riscoperta nel corso degli anni. Avventure oggi amatissime, come Atlantis e Treasure Planet erano stati tremendi flop al botteghino vent’anni prima ma sono stati poi rivalutati e portati in trionfo dalle generazioni che nel frattempo ci erano cresciute insieme. Ai Walt Disney Animation Studios questa cosa sembra esser stata infine compresa, come dimostra la presenza dei Clade nella grande famiglia di personaggi che nel cortometraggio Once Upon a Studio si riunisce per celebrare il centenario dell’animazione disneyana con una bella foto di gruppo. In quell’occasione anche Splat sarebbe stato della partita, venendo ritratto mentre impazzisce d’amore per la poderosa Ursula.

Scheda pubblicata il 15 Novembre 2023.

di Valerio Paccagnella - Laureato in lettere moderne, è da sempre un grande appassionato di arti mediatiche, con un occhio di riguardo per il fumetto e l'animazione disneyana. Per hobby scrive recensioni, disegna e sceneggia. Nel 2005 fonda “La Tana del Sollazzo”, piattaforma web per la quale darà vita a diverse iniziative, fra cui l'enciclopedico The Disney Compendium e Il Fumettazzo, curioso esperimento di critica a fumetti. Dal 2011 collabora inoltre anche con Disney: scrive articoli per Topolino e Paperinik, e realizza progetti come la Topopedia (2011), I Love Paperopoli (2017) e PK Omnibus (2023).

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Strange World
  • Anno: 2022
  • Durata:
  • Produzione: Roy Conly
  • Regia: Don Hall
  • Sceneggiatura:
  • Musica: Henry Jackman
Nome Ruolo
Roy Conly Produttore
Don Hall Regista
Henry Jackman Musica
Qui Nguyen Sceneggiatura

Bibliografia

Sul film:

  • J. P. R. Lancaster Jones, K. Hurley The Art of Strange World (2022: Chronicle Books [US]).

Eredità:

  • Erin Falligant (adapt.), Nicoletta Baldari (ill.), Tony Fejeran (design), Strange World – Little Golden Book (2022: Random House [US]).

Home Entertainment

  • [1] Strange World, United States: Buena Vista Home Entertainment [BRAY/DVD] (2022).

Extra

Documentari

  • Anatomy of a Scene [1][Disney+]
  • Strange Science [1][Disney+]
  • Creature Feature [1][Disney+]
  • The Hidden Secrets of Strange World [1][Disney+]
  • Outtakes [1][Disney+]

Work-in-Progress

  • Deleted Scene: The Ballad of Jeager Clade [1][Disney+]
  • Deleted Scene: Lightning Lynx [1][Disney+]
  • Deleted Scene: Funerals and Promises [1][Disney+]
  • Deleted Scene: Searcher and Ethan [1][Disney+]

Promozione

  • Strange World - Teaser Trailer [1:27] (6 giu 2022) [You Tube]
  • Strange World - Official Trailer [2:21] (21 set 2022) [You Tube]
  • Strange World - Trailer Reaction [1:05] (22 set 2022) [You Tube]
  • Strange World - Special Look [1:55] (19 ott 2022) [You Tube]
  • Strange World - Welcome To Strange World [1.37] (3 nov 2022) [You Tube]
  • Strange World - 100 Years of Amazing Characters [1:18] (8 nov 2022) [You Tube]
  • Strange World - Strange Sound Bath [19:21] (15 nov 2022) [You Tube]
  • Strange World - Strange Crate [1:20] (17 nov 2022) [You Tube]
  • Strange World - In Theaters November 23 [1:20] (17 nov 2022) [You Tube]
  • Strange World - Booth to Screen [0:50] (19 nov 2022) [You Tube]
  • Strange World - Packing for a Strange World [1:30] (25 nov 2022) [You Tube]
  • Strange World - Strange Snacks [1:30] (23 dic 2022) [You Tube]
  • Strange World - 8-bit [4:16] (27 dic 2022 ) [You Tube]